Zona Luce, premiati nove giovani di Casal del Marmo

ROMA (ITALPRESS) – Si è concluso, il percorso tecnico-formativo sviluppato dalla FIGC e dalla Fondazione Scholas Occurrentes all’interno dell’Istituto Penitenziario Minorile di Casal del Marmo a Roma con Zona Luce. Un’iniziativa che rientra nelle attività di carattere sociali sviluppate dalla Federazione attraverso il Settore Giovanile e Scolastico, rivolta ai giovani detenuti e agli operatori di polizia penitenziaria con lo scopo di tutelare e rafforzare il valore educativo, morale e culturale del calcio attraverso un percorso per la formazione di istruttori sportivi. Dopo le dieci sessioni di carattere tecnico, coordinate dalla struttura regionale SGS e la collaborazione degli istruttori di Scholas, i nove giovani beneficiari coinvolti nell’attività negli ultimi mesi hanno ricevuto l’attestato di partecipazione al progetto, alla presenza di Mario Del Verme Responsabile per lo Sport di Scholas Italia, Vanessa Sana, operatrice dell’Istituto, Nicolò Ceccolini, il cappellano della struttura, dello staff SGS del Lazio rappresentato da Valerio Troiani, referente FIGC SGS del progetto, e da Gianluca Lombardi, tecnico Scholas nell’ambito del team formativo, in una giornata che ha rappresentato il termine di un progetto, ma la prospettiva concreta al passaggio al mondo del calcio giovanile, l’Istituto di Casal del Marmo ha ricevuto. Il concetto Zona Luce rappresenta la metafora perfetta per l’obiettivo principale, quello cioè di offrire l’opportunità di vivere esperienze e emozioni che possano contribuire alla costruzione di un io positivo, che fornisca l’assist per provare ad uscire da una zona buia, dove è difficile farsi vedere ed essere raggiunto, ad una zona più luminosa, dove è possibile mettersi in gioco con coraggio. Papa Francesco in una recente visita in un istituto di detenzione ha ricordato che “nessuno è sbagliato, nessuno è inutile, nessuno è escluso” e queste parole hanno guidato l’operato del team che ha allenato i valori,a partire da un obiettivo tecnico/tattico e dal gioco/esercizio avendo come cornice di riferimento i valori fondamentali di inclusione, sacrificio, condivisione, umiltà, identità, rispetto, impegno, coraggio, passione e fantasia. Dai racconti personali dei ragazzi è emerso che gli istruttori da loro preferiti sono stati quelli in grado di trasmettere entusiasmo, sicurezza, affetto, accoglienza, serenità, pazienza, fiducia; istruttori che svolgessero un’azione educativa non orientata sul rimproverare ma, al contrario, sull’incoraggiare e motivare, rinforzando i comportamenti positivi, in un clima sereno e gioioso. Questa esperienza ha quindi generato legami sociali nuovi tra realtà diverse, ma soprattutto investire in un sogno di riscatto personale e sociale, che assai spesso si è infranto dolorosamente. Lo sport diventa così occasione privilegiata per sviluppare controllo emotivo, adattabilità, competenze di socializzazione, tolleranza alle frustrazioni, senso di autoefficacia ed autostima.
(ITALPRESS).

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