LANDINI “SERVE UN TAVOLO PER IL SUD CON I SINDACATI”

“Occorre avere un’idea di politica industriale e di intervento che riguardi complessivamente l’insieme del Paese. Un’idea che da vent’anni non c’è. Noi stiamo chiedendo al governo di aprire un tavolo sugli investimenti, sul Mezzogiorno e la politica industriale”. Così Maurizio Landini, segretario generale Cgil, a margine del convegno della Cgil Campania a Napoli “Campania priorità nazionale per il rilancio economico e sociale del Mezzogiorno”, presso l’Hotel Oriente. “I dati di Bankitalia sull’occupazione in calo in Campania? Siamo di fronte ad un dato generale, non solo di una regione. Non c’è solo una distinzione tra Nord e sud, ma tra Italia e Europa. Ci sono alcune zone di Liguria, Umbria, Piemonte per le quali anche i recenti dati della Svimez indicano condizioni simili ad altre regioni aldilà delle posizioni geografiche in cui si collocano”. “Ci sono i primi provvedimenti dentro la legge di stabilità – aggiunge – il famoso 34% che da anni rivendichiamo è indicato come l’elemento di novità da introdurre che non è sufficiente, ma serve ad avere una politica industriale, un’idea di intervento pubblico e rilancio degli investimenti, a partire dall’infrastruttura. È questo il punto di fondo da cui partire. L’altro investimento grande da fare è quello sulla conoscenza e la formazione. Se vogliamo continuare ad essere un paese industriale, visto che siamo la seconda manifattura di Europa bisogna che i settori strategici siano presidiati e difesi e se necessario anche con l’intervento pubblico”.

“L’iniziativa di oggi -spiega Nicola Ricci, segretario Cgil Campania – è rivolta a sensibilizzare di più il grande disagio che non è solo locale ma industriale, socio economico, mentre le crisi sono sempre più incalzanti. Abbiamo un atteggiamento delle multinazionali che creano lavoro e lo distruggono. Abbiamo programmi industriali inesistenti, bisogna parlare di mezzogiorno. I dati Svimez e Banca d’Italia testimoniano che la Campania è la regione più povera, con più disoccupati, ultima del mezzogiorno, dietro Calabria e Puglia per eccellenze e dati non solo industriali, ma complessivamente dei fattori economici. C’è una debolezza della politica che va riconosciuta. E che non sa utilizzare le risorse, non c’è un raccordo tra governo centrale, fondi europei e istituzioni locali e le multinazionali non hanno un freno. Macron quando Ferrero in Francia ha deciso di chiudere il sito scese in campo e in tre giorni si è risolta la crisi. L’autorevolezza del governo e delle istituzioni locali devono avere la stessa forza”.
(ITALPRESS).

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