CAVE, OK PIANO SVILUPPO SOSTENIBILE

Una lunga seduta, partita questa mattina di buon ora e terminata dopo quasi dieci ore di ininterrotta discussione, ha portato l’aula del Consiglio regionale della Toscana ad approvare – con 21 voti a favore, 12 contrari – il nuovo Piano Cave, lo strumento di pianificazione territoriale con il quale la Regione persegue la tutela, la valorizzazione e l’utilizzazione dei materiali da cava in una prospettiva di sviluppo sostenibile e privilegiando il riuso di materiali assimilabili. Il Piano definisce il quadro conoscitivo delle attività estrattive e delle risorse presenti sul territorio (vincoli, siti estrattivi, tipologia di materiali estratti, materiali riutilizzabili, andamento economico del settore, proiezioni di mercato).
Produce la stima dei fabbisogni a scala regionale tenendo conto anche del riutilizzo sulla base delle previsioni del Piano Rifiuti, i comprensori estrattivi e gli obiettivi di produzione sostenibile, i giacimenti in cui possono essere localizzate le aree a destinazione estrattiva, i criteri ai fini della localizzazione da parte dei Comuni, i criteri per l’attività estrattiva in relazione alla tipologia di materiale e i criteri per il ripristino ambientale. Individua, poi, anche  gli indirizzi per la valorizzazione dei materiali e per lo sviluppo del sostegno alle filiere produttive, per le attività estrattive con termini, per il recupero ambientale dei siti estrattivi dismessi, scenari e criteri per la coltivazione in galleria. Nell’illustrare all’aula del parlamentino toscano la legge, il presidente della commissione Ambiente, Stefano Baccelli, ha detto che “con il Piano cave che ci apprestiamo ad adottare, possiamo dire di aver fatto un ottimo lavoro e riconoscere all’assessore Ceccarelli di aver attivato meccanismi aggiuntivi di confronto assiduo sul territorio. Un confronto che abbiamo cercato di riprodurre nel lavoro delle commissioni congiunte”.
Contestualmente il Consiglio ha respinto gli atti collegati presentati dalle minoranze (ordini del giorni e emendamenti), mentre ha approvato le modifiche proposte dal gruppo Pd. In particolare Sì-Toscana a sinistra proponeva, con un atto di indirizzo specifico, “la definizione univoca di lavorazione dei materiali ad uso ornamentale”. Forza Italia e Fratelli d’Italia puntavano invece alla definizione di cava dismessa, ossia quella per la quale non è vigente il titolo autorizzatorio né è pendente in istruttoria il procedimento per ottenere il titolo; così come alla specifica che il provvedimento di proroga non può comportare modifiche o varianti sostanziali al progetto definitivo, fatte salve le varianti senza alcun aumento volumetrico all’interno del perimetro autorizzato. Un altro emendamento chiedeva infine lo stralcio dell’articolo 19 della proposta di legge che prevede il passaggio del sito estrattivo al patrimonio indisponibile comunale qualora il proprietario privato non intenda esercitare l’attività di coltivazione né trasferire a terzi la facoltà. A detta dei consiglieri Maurizio Marchetti, Marco Stella  (Forza Italia) e Paolo Marcheschi (Fratelli d’Italia), quanto previsto nella nuova legge è“pericolosissimo” in quanto obbliga il privato proprietario di più cave alla coltivazione contemporanea. In chiusura di dibattito l’assessore Vincenzo Ceccarelli, ha replicato che la legge sancisce il “processo di costruzione di regole precise e non vessatorie per l’escavazione sostenibile e la salvaguardia ambientale. Trattandosi di materia non riproducibile, occorre un uso migliore”. E sulla legge ha ribadito: “E’ frutto di un lungo confronto e di una grande concertazione. Calibra meglio le possibilità di lavoro spingendo sulla sicurezza e rende più civile l’utilizzo del materiale”. Il combinato disposto legge/Piano “segna una bella pagina politica” ha concluso.

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