UniPa, Midiri “Fondamentale il rapporto tra ateneo e mondo del lavoro”

nella foto il Magnifico Rettore Università di Palermo Massimo Midiri

PALERMO (ITALPRESS) – Il Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea ha presentato questa mattina il Rapporto su profilo e condizione occupazionale dei laureati, giunto alla XXVII edizione.

“Anche quest’anno la grande quantità di dati forniti da Almalaurea, che ha intervistato 7.701 laureati UniPa di primo livello, magistrali biennali e a ciclo unico, fornisce numerosi elementi che confermano l’efficacia delle strategie e delle politiche che questa governance ha messo in atto per formare, sostenere e garantire le migliori prospettive di futuro ai suoi iscritti – dichiara Massimo Midiri, Rettore dell’Università di Palermo La valutazione dai laureati coinvolti mette in risalto la qualità della didattica erogata, già ampiamente certificata dal record di immatricolazioni registrato negli ultimi anni. In particolare, il 90,4% dei laureati ha espresso soddisfazione per l’esperienza universitaria complessiva, mentre il 74,5% si iscriverebbe di nuovo allo stesso corso del nostro Ateneo. Registriamo con soddisfazione un incremento del tasso occupazionale dei laureati UniPa a cinque anni dal conseguimento del titolo che raggiunge l’87,2% rispetto all’85,7% del 2024. Un dato rilevante riguarda la percentuale dei laureati che ritengono molto efficace il loro titolo in ambito lavorativo che si attesta al 73,9% ad un anno dal conseguimento (68,2% a livello nazionale) e all’82,3 % a cinque anni dal conseguimento (74,8% a livello nazionale)”.

“Ho sempre ritenuto – continua il Rettore – che il rapporto tra Ateneo e mondo del lavoro sia vitale e di fondamentale importanza, a maggior ragione in un territorio come la Sicilia che purtroppo molti nostri giovani sono ancora costretti ad abbandonare in cerca di occupazione. Rafforziamo ogni giorno il nostro impegno, operando in strettissima collaborazione con le imprese, per conciliare nella maniera migliore le esigenze professionali con le competenze, le conoscenze, gli obiettivi e le aspirazioni dei nostri laureati”.

I laureati nel 2024 dell’Università di Palermo coinvolti nel XXVII Rapporto sul Profilo dei laureati sono 7.701. Si tratta di 4.287 di primo livello, 2.186 magistrali biennali e 1.228 a ciclo unico. La quota di laureati di cittadinanza estera è complessivamente pari al 2,1%: lo 0,5% tra i triennali e il 6,1% tra i magistrali biennali. Lo 0,8% dei laureati proviene da fuori regione; in particolare è lo 0,7% tra i triennali e l’1,1% tra i magistrali biennali. È in possesso di un diploma di tipo liceale (classico, scientifico, linguistico…) l’80,0% dei laureati: è il 77,0% per il primo livello e il 78,6% per i magistrali biennali.

Possiede un diploma tecnico il 14,7% dei laureati: è il 18,1% per il primo livello e il 13,2% per i magistrali biennali. La restante quota dei laureati possiede un diploma professionale o estero. L’età media alla laurea è 25,6 anni per il complesso dei laureati, nello specifico di 24,5 anni per i laureati di primo livello e di 27,4 anni per i magistrali biennali. Un dato su cui incide il ritardo nell’iscrizione al percorso universitario: non tutti i diplomati, infatti, si immatricolano subito dopo aver ottenuto il titolo di scuola secondaria superiore. Il 55,0% dei laureati termina l’università in corso: in particolare è il 54,0% tra i triennali e il 62,9% tra i magistrali biennali.

Il voto medio di laurea è 105,9 su 110: 103,2 per i laureati di primo livello e 109,8 per i magistrali biennali. Il 66,3% dei laureati ha svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi: è il 65,8% tra i laureati di primo livello e il 63,0% tra i magistrali biennali (valore, quest’ultimo, che cresce all’83,5% considerando anche coloro che l’hanno svolto solo nel triennio).

Ha compiuto un’esperienza di studio all’estero riconosciuta dal corso di laurea (Erasmus in primo luogo) l’11,6% dei laureati: l’8,8% per i triennali e il 12,3% per i magistrali biennali (quota, quest’ultima, che sale al 15,7% considerando anche coloro che le hanno compiute solo nel triennio). Il 45,3% dei laureati ha svolto un’attività lavorativa durante gli studi universitari: è il 44,8% tra i laureati di primo livello e il 52,1% tra i magistrali biennali. Per analizzare la soddisfazione per l’esperienza universitaria appena conclusa è stato scelto di prendere in considerazione l’opinione espressa dal complesso dei laureati in merito ad alcuni aspetti. L’89,0% dei laureati è soddisfatto del rapporto con il corpo docente e l’83,3% ritiene il carico di studio adeguato alla durata del corso.

In merito alle infrastrutture messe a disposizione dall’Ateneo, il 73,7% dei laureati che le ha utilizzate considera le aule adeguate. Più in generale, il 90,4% dei laureati si dichiara soddisfatto dell’esperienza universitaria nel suo complesso. E quanti si iscriverebbero di nuovo all’Università? Il 74,5% dei laureati sceglierebbe nuovamente lo stesso corso e lo stesso Ateneo, mentre il 7,7% si riscriverebbe allo stesso Ateneo, ma cambiando corso.

L’Indagine sulla Condizione occupazionale ha riguardato complessivamente 14.529 laureati dell’Università di Palermo. I dati si concentrano sull’analisi delle performance dei laureati di primo e di secondo livello usciti nel 2023 e intervistati a un anno dal titolo e su quelle dei laureati di secondo livello usciti nel 2019 e intervistati dopo cinque anni. L’Indagine ha coinvolto 4.295 laureati triennali del 2023 contattati dopo un anno dal titolo (nel 2024). Il 75,0% dei laureati di primo livello, dopo il conseguimento del titolo, decide di proseguire il percorso formativo con un corso di secondo livello (marginale la quota di chi si iscrive ad un corso triennale).

Dopo un anno, il 74,3% risulta ancora iscritto all’università. Per un’analisi più puntuale, pertanto, vengono di seguito fotografate le performance occupazionali dei laureati di primo livello che, dopo l’ottenimento del titolo, hanno scelto di non proseguire gli studi universitari e di immettersi direttamente nel mercato del lavoro.

Isolando quindi i laureati triennali dell’Università di Palermo che, dopo il titolo, non si sono mai iscritti a un corso di laurea (24,4%), è possibile indagare le loro performance occupazionali a un anno dal titolo. A un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione (si considerano occupati tutti coloro che sono impegnati in un’attività retribuita, di lavoro o di formazione) è del 69,0%, mentre quello di disoccupazione (calcolato sulle forze di lavoro, cioè su coloro che sono già inseriti o intenzionati a inserirsi nel mercato del lavoro) è pari al 15,9%.

Tra gli occupati, il 14,5% prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, il 12,1% ha invece cambiato lavoro; il 73,3% ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo. Il 34,5% degli occupati può contare su un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato, mentre il 30,6% su un contratto alle dipendenze a tempo determinato.

Il 16,3% svolge un’attività in proprio (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore, ecc.). Il lavoro part-time coinvolge complessivamente il 22,3% degli occupati: il 10,2% lavora a tempo parziale per scelta, per il 12,1%, invece, si tratta di part-time involontario.

La retribuzione è in media di 1.469 euro mensili netti. Ma quanti fanno quello per cui hanno studiato? Si è presa in esame l’efficacia del titolo, che combina la richiesta della laurea per l’esercizio del lavoro svolto e l’utilizzo, nel lavoro, delle competenze apprese all’università. Il 63,9% degli occupati considera il titolo molto efficace o efficace per il lavoro svolto.

Più nel dettaglio, il 55,3% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’università. I laureati di secondo livello del 2023 contattati dopo un anno dal titolo sono 3.242 (di cui 2.034 magistrali biennali e 1.208 magistrali a ciclo unico), quelli del 2019 contattati a cinque anni sono 3.428 (di cui 1.919 magistrali biennali e 1.509 magistrali a ciclo unico).

Tra i laureati di secondo livello del 2023 intervistati a un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione (si considerano occupati quanti sono impegnati in un’attività retribuita, di lavoro o di formazione) è pari al 69,1% (70,0% tra i magistrali biennali e 67,7% tra i magistrali a ciclo unico).

Il tasso di disoccupazione, calcolato sulle forze di lavoro, è pari al 16,6% (18,7% tra i magistrali biennali e 12,7% tra i magistrali a ciclo unico). Il 14,7% prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, l’11,7% ha invece cambiato lavoro; il 73,7% ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo.

Tra i laureati magistrali biennali tali percentuali sono, rispettivamente, pari a 19,6%, 14,0% e 66,4%; tra i magistrali a ciclo unico sono pari a 6,3%, 7,7% e 86,0%. Il 24,9% degli occupati può contare su un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato mentre il 27,8% su un contratto alle dipendenze a tempo determinato. Il 6,9% svolge un’attività in proprio (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore, ecc.).

Tra i magistrali biennali tali percentuali sono, rispettivamente, pari a 32,0%, 26,7% e 6,0%; tra i magistrali a ciclo unico sono pari a 12,6%, 29,7% e 8,2%. Il lavoro part-time coinvolge complessivamente il 19,1% degli occupati (21,3% tra i magistrali biennali e 15,5% tra i magistrali a ciclo unico): il 5,9% lavora a tempo parziale per scelta, per il 13,3%, invece, si tratta di part-time involontario.

La retribuzione è in media di 1.381 euro mensili netti (1.358 euro per i magistrali biennali e 1.419 euro per i magistrali a ciclo unico). Il 73,9% degli occupati ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro che sta svolgendo (il 63,9% tra i magistrali biennali e il 90,9% tra i magistrali a ciclo unico); inoltre, il 64,8% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite durante il percorso di studi (56,7% tra i magistrali biennali e 78,5% tra i magistrali a ciclo unico).

A cinque anni Il tasso di occupazione dei laureati di secondo livello del 2019, intervistati a cinque anni dal conseguimento del titolo, è pari all’87,2% (86,4% per i magistrali biennali e 88,1% per i magistrali a ciclo unico). Il tasso di disoccupazione è pari al 5,6% (5,7% per i magistrali biennali e 5,5% per i magistrali a ciclo unico).

Gli occupati assunti con contratto a tempo indeterminato sono il 44,9%, mentre gli occupati con un contratto a tempo determinato sono il 21,1%. Svolge un’attività in proprio il 12,7%. Tra i magistrali biennali tali percentuali sono, rispettivamente, pari a 54,5%, 24,1% e 10,6%; tra i magistrali a ciclo unico sono pari a 34,0%, 17,7% e 15,0%.

Il lavoro part-time coinvolge complessivamente il 6,7% degli occupati (8,3% tra i magistrali biennali e 4,9% tra i magistrali a ciclo unico): il 2,5% lavora a tempo parziale per scelta, per il 4,2%, invece, si tratta di part-time involontario. Le retribuzioni arrivano in media a 1.716 euro mensili netti (1.702 per i magistrali biennali e 1.732 per i magistrali a ciclo unico).

L’82,3% degli occupati ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro svolto (è il 73,1% tra i magistrali biennali e il 92,5% tra i magistrali a ciclo unico); il 68,2% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’università (58,9% tra i magistrali biennali e 78,8% tra i magistrali a ciclo unico). Ma dove vanno a lavorare? Il 43,6% dei laureati è inserito nel settore privato, mentre il 53,9% nel pubblico; il 2,4% lavora nel non-profit. L’ambito dei servizi assorbe l’87,1%, mentre l’industria accoglie il 12,4% degli occupati; 0,3% la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura.

– Foto IPA Agency –

(ITALPRESS)

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