Per rilanciare l’Italia serve una presa di coscienza collettiva

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Il nostro Paese deve ritrovare il senso della propria storia e i punti principali della sua forza morale e spirituale. Negli ultimi anni è sembrato rifugiarsi in sentimenti e risentimenti negativi, tutti sintomi di decadenza e di abbandono, tuttavia deve saper di nuovo reagire come nei migliori tempi passati attingendo a ogni energia presenti nella Nazione. Le forze più coscienti e consapevoli della partita in atto, devono unirsi per dare origine a una condizione virtuosa in grado di sconfiggere ogni attuale spinta verso l’autodistruzione, in modo tale da garantirci la salvezza. Da bambino, in campagna dove vivevo, sono rimasto impressionato dalla capacità dei muli e dei cavalli a rialzarsi dopo essere inciampati e caduti a terra. Assistere a questi eventi accennati, mi hanno insegnato come sia decisivo coordinare perfettamente ogni muscolo del proprio corpo per sprigionare la forza necessaria per tornare sui propri piedi.

Si sa, muli e cavalli sono corpulenti e gli arti inferiori, anche se snelli e muscolosi, fanno fatica a pareggiare la forza necessaria per far fronte alla sproporzione del loro peso, nell’atto di rialzarsi. Infatti, questi quadrupedi, coordinando istintivamente la spinta della contrazione di ogni muscolo nel medesimo istante, riescono con eleganza e sicurezza a riassicurarsi la propria posizione naturale in piedi. Anche l’Italia in questa epoca è a terra e ha la pressante necessità di rialzarsi per riassicurarsi il suo posto nel novero delle maggiori potenze industriali, garantendo al suo popolo la prosecuzione della propria prosperità e coesione sociale. Ma ha bisogno che tutte le proprie energie si esprimano come fossero una sola. Prendiamo ad esempio la produttività del nostro sistema che si è fermata già prima del lockdown. Dal 2014 al 2019, la produttività In Italia si è espressa a +0,2% contro una media dell’1,3% della Unione Europea. Nel periodo 1995-2019 la crescita italiana è stata dello 0,9% rispetto alla media europea che si è attestata all’1,9%.

Si potrebbe continuare ancora con la lettura di altri indicatori riguardo la nostra salute economica, ma già questi elementi bastano e avanzano a segnalare che le cose non vanno. Dietro questi due dati si appalesano il malfunzionamento dei fattori più importanti dello sviluppo come le tasse eccessive, il costo alto dell’energia, scuola e università largamente insufficienti, infrastrutture materiali e immateriali deboli, pubblica amministrazione disastrosa, sistema istituzionale e politico in grande confusione ed affanno, il Mezzogiorno tagliato fuori da ogni processo economico, così anche la disastrosa condizione della demografia. Anche i fatti relativi della crisi sanitaria che stiamo vivendo, denunciano gravemente la crisi del nostro sistema politico e amministrativo. Insomma, le accentuate difficoltà a governare le vicissitudini economiche e persino quelle relative alla pandemia, hanno origine da tempo da una unica matrice: la incapacità della società italiana a prendere sul serio ogni sfida, frastornata e incapsulata com’è nelle certezze passate, incapace di comprendere le sfide che questo tempo ci chiama ad affrontare.

Se non fosse così, non si giustificherebbero molte fughe dalle proprie responsabilità di governanti e oppositori, di un sistema di informazione in gran parte impegnata a produrre confusione, di una società civile senza profeti. Ecco, chiunque abbia coscienza della situazione di degrado galoppante, dovrà unirsi per far crescere ogni profezia di speranza per non morire. L’unione di ogni energia consapevole e responsabile del paese dovrà unificare gli sforzi. Ritardare ancora l’iniziativa coraggiosa e indispensabile nel voler risalire la china, sarà pagata con costi altissimi dagli italiani.

Raffaele Bonanni

(ITALPRESS).

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