Usa, Biden verso la vittoria

Joe Biden ad un passo dalla Casa Bianca. Pochi delegati dividono l’ex vice di Obama alla guida degli Stati Uniti. Soltanto il voto in un paio di stati in bilico impediscono al candidato democratico di dichiararsi il vincitore. Secondo la Cnn i dem hanno già ottenuto 253 delegati, mentre il fronte repubblicano è fermo a 213. Ma anche se riuscirà a conquistare i 270 delegati necessari per la vittoria, la sua elezione non sarà automatica ed immediata. Il presidente uscente Donald Trump ha già avviato la sua macchina legale; pronti i ricorsi, e in caso di un’affermazione dello sfidante non accetterà a cuor leggero il verdetto. Per l’attuale inquilino della Casa bianca l’ombra dei brogli si allunga sulle elezioni, invocando quindi il riconteggio delle schede e lo stop al conteggio delle nuove. Ma l’esito di queste presidenziali, inconsuete a causa della pandemia e per il numero record di elettori, resta comunque incerto. Tutto dipende dai risultati definitivi che giungeranno da 5 Stati in bilico dove ancora il voto per posta non è stato chiuso: Pennsylvania, Georgia, North Carolina, Nevada e Arizona. La sorpresa arriva proprio da quest’ultimo Stato, dove era data quasi per scontata la vittoria di Biden, anche confermata dai media vicini a Trump come la Fox, salvo poi registrarsi nelle ultime ore un’inaspettata rimonta dell’attuale presidente. Ma gli analisti non credono al “sorpasso”. Al momento in Arizona il dem è avanti con il 50,5%, Trump segue al 48,1%, con un distacco di meno di 70 mila voti. In Georgia è avanti Trump. Ma la grande rimonta si registra invece in Pennsylvania, stato chiave che alla fine si rivelerà decisivo nella scelta del vincitore. Biden, fino a ieri indietro a Trump di 700 mila preferenze, adesso grazie alle schede giunte per posta ha accorciato la distanza: a dividerli poco più di 120 mila voti. E lo spoglio chiuderà domani, quindi i giochi sono ancora aperti. In Nevada la vittoria di Trump è oramai assodata, più sfumata in North Carolina, l’ultimo stato a completare le operazioni di conteggio. Intanto Biden, avvertendo prossima la conquista della Casa bianca, pensa già al prossimo gennaio, quando potrebbe insediarsi nella stanza ovale. Per prima cosa ha insediato “transition team”, il gruppo di lavoro che sarà impegnato a negoziare il passaggio delle consegne e che di norma progetta l’architettura del futuro governo. Trump intanto chiede di non contare i voti giunti dopo l’election day, tanto da scrivere su Twitter a caratteri cubitali: “STOP THE COUNT!”. “Ogni voto arrivato dopo l’election day – ha specificato – non deve essere contato”, insistendo su presunti brogli. A smentirlo la fonte più autorevole in tema di rispetto delle regole di democrazia: l’Osce. Il direttore della missione di sorveglianza elettorale, Michael Georg Link ha voluto chiarire: “Abbiamo svolto dei controlli e non abbiamo riscontrato alcuna irregolarità. Non è emerso nulla nè nell’osservazione di breve periodo, né in quella di lungo periodo. Non c’è stata alcuna interferenza e nessuna manipolazione”. Link ha accusato Donald Trump di “grave abuso d’ufficio”, per il fatto che “il comandante in capo americano ha chiesto la fine del conteggio a causa della sua presunta vittoria”. “Le affermazioni di manipolazione di Trump sono prive di fondamento”, ha ribadito. In questo clima di incertezza si insinua anche la violenza. Manifestazioni a sostegno di uno e dell’altro si sono registrate in molti angoli degli States. Proteste non scevre da tensioni. In Arizona, a Phoenix, sostenitori di Trump denunciando brogli sono scesi in strada armati; disordini a Portland, in Oregon e a Seattle, nello stato di Washington.
(ITALPRESS).

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