Palermo, presentati gli appuntamenti delle formazioni giovanili musicali del Teatro Massimo

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PALERMO (ITALPRESS) – Da un lato riempire le sale con una dimostrazione concreta del loro talento, dall’altro uscire dalle mura del teatro per portare l’arte e la musica in giro per Palermo, specialmente nei luoghi dove è più difficile che arrivino: questi gli obiettivi delle formazioni orchestrali giovanili della Fondazione Teatro Massimo.

Il nuovo programma di eventi è stato presentato questo pomeriggio in Sala Onu alla presenza tra gli altri del sovrintendente Marco Betta, del sindaco di Palermo (nonché presidente della Fondazione) Roberto Lagalla e del direttore delle formazioni giovanili Michele De Luca. Tali formazioni comprendono i ragazzi della Massimo Youth Orchestra, della Massimo Kids Orchestra, del Coro di voci bianche e della Cantoria. Tra gli appuntamenti cerchiati in rosso c’è il Concerto di Capodanno, in programma il 1 gennaio al Teatro Massimo con inizio alle 11: di rilievo, sempre al Teatro Massimo, ‘Mozart, Yoshimatsu, Beethoven: il sacro, il moderno, l’eroico’ il 19 febbraio, Riflessi del tempo il 14 aprile, Stagioni il 4 giugno e La voix et l’âme il 26 settembre; gli appuntamenti extra moenia, inseriti nel progetto ‘Il Massimo per la città’, vedranno invece le formazioni giovanili impegnate in concerti nei diversi quartieri, con l’obiettivo di rafforzare il legame con il territorio nel nome dell’arte.

“Le formazioni giovanili della Fondazione Teatro Massimo ormai sono una realtà – sottolinea Betta, – Da un lato rappresentano il riflesso concreto della scritta sul frontone, quando si parla dell’avvenire; dall’altro sono una concreta forza dello sviluppo della musica per i giovani e con i giovani, rappresentando i concetti più alti e sublimi dell’arte, ovvero il fatto di rinnovarsi e affidare questa grande tradizione musicale ai giovani. In questo senso le formazioni giovanili hanno la possibilità di vivere, all’interno di una grande fondazione lirica, il senso della musica, dell’arte e del teatro: questa tradizione va trasmessa suono per suono, tavola per tavola, chiodo per chiodo”. Nel raccontare com’è nata l’attività dei giovani che dirige, De Luca evidenzia come “il nostro percorso è iniziato coniando la frase simbolo ‘Kids for kids’, fin da subito abbiamo spinto i nostri ragazzi verso attività sociali oltre che musicali. Abbiamo portato i bambini allo Zen, ai Danisinni e poi dentro il teatro, cercando di riappropriarci degli spazi delle periferie seminando cultura: Capo netto diceva che la mafia ha paura della cultura e della scuola, noi abbiamo proposto ai nostri ragazzi di diventare ambasciatori di cultura in tutte quelle zone dove di cultura si parla poco”.

Per Lagalla un simile appuntamento costituisce un’occasione importante per presentare il “teatro Massimo che verrà: ogni team che si rispetti deve avere un vivaio a garanzia di continuità, per trasformare un luogo in un’istituzione culturale. Il teatro Massimo è un orgoglio per Palermo e per il paese: insieme a Betta in questi anni abbiamo voluto che diventasse un luogo di accoglienza e riferimento per le tante iniziative di una Palermo in cerca di cambiamento, di speranza, di futuro. I numeri dell’afflusso turistico, dell’incremento del Pil e della trasformazione digitale ci dicono che Palermo sta crescendo, ma al centro di tutto ci sono i nostri ragazzi: a loro tocca accendere una fiammella di speranza in quei luoghi in cui sembra essersi persa, incidendo sui loro coetanei e sulle rispettive famiglie”.

Il sindaco si sofferma poi sull’importanza di ciò che fanno i ragazzi portando la loro musica nei vari quartieri: “Avere degli ambasciatori dell’armonia nei luoghi apparentemente più dimenticati, ma in realtà centrali nelle politiche dell’amministrazione comunale, significa disporre di una forza di pronto intervento per attrarre altri giovani a questo straordinario mondo dell’arte: abbiamo bisogno di siti dove implementare la nostra attività e li stiamo cercando, ma le periferie stesse devono diventare teatri all’aperto. Troppo spesso dimentichiamo che i ragazzi sono una componente fondamentale non del futuro, ma nel presente: se non li formiamo nella vita che vivranno domani, a prescindere dalla professione, rischiamo di trovarci cittadini senza base e senza radici; noi invece vogliamo una Palermo inclusiva, morale, moderna, evoluta e felice”.

– Foto xd8/Italpress –

(ITALPRESS).

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