Controlli sul conto corrente e accertamento fiscale

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In caso di accertamento fiscale, l’Agenzia delle Entrate può eseguire un controllo sul conto corrente. Vediamo quali sono gli estremi e quando l’Agenzia delle entrate esegue verifiche sui conti postali e bancari.

La Guardia di Finanza così come gli enti preposti (Agenzia delle Entrate e Commissione tributaria) possono eseguire controlli su qualsiasi prodotto bancario o postale, su qualsiasi strumento finanziario, quindi non si parla solo di conto corrente.

In caso di accertamento, gli strumenti bersaglio sotto la lente di ingrandimento del fisco possono essere:

  • Conti deposito
  • Carte di debito
  • Obbligazioni
  • Conti correnti
  • Buoni fruttiferi
  • Altri prodotti finanziari

Cosa può vedere l’Agenzia delle Entrate o la Guardia di Finanza?
Gli enti preposti hanno accesso a tutte le informazioni relative al prodotto finanziario:

  • Data di apertura
  • Eventuale data di chiusura di un vecchio conto
  • Gestioni patrimoniali
  • Rapporto sui saldi
  • Monitoraggio dell’impiego delle carte di credito

Non solo, in caso di accertamento sono possibili controlli anche a eventuali cassette di sicurezza. Per quanto riguarda i conti deposito l’Agenzia delle Entrate o la Guardia di Finanza potranno controllare eventuali acquisti e venditi, rapporti fiduciari, titoli e altro.

Controlli sul conto corrente: preavviso

La Guardia di Finanza, la Commissione tributaria e la stessa Agenzia delle Entrate possono eseguire controlli sul conto correte o su altri prodotti finanziari senza elargire alcun preavviso.

L’ente preposto potrà chiedere alla banca o alle Poste qualsiasi informazione necessaria per l’indagine di accertamento fiscale.

Per l’accertamento, però, sono necessarie prove preliminari segnalazioni di versamenti sospetti da parte della Banca / Posta.

Sono stati previsti controlli su conto corrente anche per chi ha richiesto il Reddito di Cittadinanza. In questo caso, non servono prove consistenti ma l’Ente preposto potrà ottenere le informazioni sul reddito sfruttando una verifica automatica tramite Anagrafe dei conti correnti.

Sistema interscambio Flussi e accertamenti fiscali

In caso di accertamento fiscale l’Agenzia delle Entrate ha uno strumento di controllo molto capillare: si chiama SID (Sistema di Interscambio flussi). Si tratta di un database che raccoglie tutti i dati delle Banche, degli Istituti di Credito e di Poste Italiane.

Grazie al database, l’Agenzia delle Entrate può monitorare qualsiasi prodotot finanziario quale:

  • obbligazione
  • gestione del risparmio
  • buoni fruttiferi
  • fondi pensione
  • conto corrente
  • gestione patrimoniale
  • conto deposito titoli
  • carte prepagate
  • carta di credito

ma anche movimenti di bancomat e cassette di sicurezza. Le leggi antievasione fiscale hanno segnato una battuta d’arresto per il segreto bancario.

Accertamento fiscale e controlli sul conto corrente

In caso di accertamento fiscale, è il titolare del conto corrente a dover giustificare un eventuale flusso di denaro anomalo. Anche i lavoratori autonomi devono essere in grado di giustificare tutte le operazioni in entrata sul proprio conto corrente.

In caso di controllo del conto corrente, l’accertamento si può spingere al massimo negli ultimi cinque anni.

Quando scatta l’accertamento fiscale

Di solito l’accertamento scatta quando i dati forniti dal contribuente sono diversi rispetto a quelli di cui è in possesso il fisco, gli esempi sono tanti. Un accertamento da parte del fisco può scattare quando:

  • Se un contribuente vende un immobile a un valore nettamente inferiore al valore di mercato.
  • Quando un pensionato dichiara la pensione come sua unica entrata ma non effettua alcun prelievo dal conto corrente.
  • Se un lavoratore autonomo dichiara una spesa carburante eccessivamente elevata rispetto al suo reddito.
  • Quando vi sono incongruenze tra costi e ricavi. L’esempio classico è l’esercizio commerciale che non emette fattura ma continua a scaricare i costi dei fornitori dalle tasse.
  • Se non si pagano le tasse.
  • Quando il contribuente risulta intestatario di una casa o di un contratto d’affitto che con i soldi che dichiara non si può permettere di mantenere.