Leone XIV, il Papa venuto da Chicago ora in missione per il mondo

Papa Leone XIV

di Stefano Vaccara

NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – L’elezione di Leone XIV, al secolo Robert Francis Prevost: per la prima volta, un americano siede sul trono di Pietro. Ma che tipo di americano? Già, cosa significa per gli Stati Uniti – e per il mondo – l’elezione di un papa nato a Chicago, 69 anni fa, da padre italo-franco-americano e madre con radici creole di New Orleans? Robert Prevost ha vissuto gran parte della sua vita altrove: vent’anni in Perù come missionario e vescovo, e poi a Roma, dove Papa Francesco lo aveva nominato nel 2023 a capo del potente Dicastero per i Vescovi, il “ministero” che seleziona e supervisiona i prelati di tutto il mondo. Nel momento in cui gli Stati Uniti vivono una nuova fase di ipernazionalismo – con Donald Trump tornato alla Casa Bianca col “Make America Great Again” – la Chiesa cattolica ha eletto un americano che rappresenta tutt’altro. Non il potere imperiale, ma la missione. Non il primato, ma il servizio. E questo paradosso è stato visibile fin dal primo minuto del pontificato di Leone XIV.

Dalla loggia di San Pietro, non ha salutato in inglese. Ha parlato in italiano e in spagnolo. E ha ricordato con affetto non Chicago, ma la sua diocesi peruviana di Chiclayo, “una chiesa fedele, che ha accompagnato il suo vescovo”. Un messaggio potente: come Francesco, la sua bussola spirituale non è la superpotenza economica, ma il Sud del mondo. E infatti il Vaticano lo ha presentato non come il primo papa “americano”, ma come il “secondo papa delle Americhe”. Quasi a voler sottolineare che le sue priorità non rispecchiano le logiche dei falchi di Washington. Eppure Robert Prevost americano lo è, eccome. Cresciuto a Dolton, un sobborgo di Chicago, ha completato gli studi superiori al seminario minore degli agostiniani. La sua formazione accademica lo ha portato nella cattolicissima Villanova University. Successivamente, ha ottenuto un Master in Divinità presso il Catholic Theological Union di Chicago.

Appassionato di sport, Leone XIV è un tifoso dei Chicago White Sox, come confermato dal fratello John, che ha smentito le iniziali affermazioni dei Cubs riguardo alla sua presunta fedeltà. La squadra dei White Sox, secondo Fox Tv, ha accolto con entusiasmo la notizia, inviando al Papa una maglia personalizzata e un cappellino. Il presidente Donald Trump ha espresso il suo entusiasmo per l’elezione di un papa americano, definendola “un grande onore per il nostro Paese” e dichiarando di non vedere l’ora di incontrarlo. Tuttavia, in passato, Leone XIV ha criticato alcune politiche dell’amministrazione Trump, in particolare in materia di immigrazione. In un post, (resta il dubbio se fosse proprio suo) avrebbe affermato: “J.D. Vance ha torto: Gesù non ci chiede di classificare il nostro amore per gli altri”, riferendosi a dichiarazioni del vicepresidente che suggerivano di dare priorità alla famiglia rispetto ai migranti.

All’ONU, la notizia ha avuto un’eco significativa. Il Segretario Generale António Guterres ha parlato di un “momento di profondo significato spirituale”, sottolineando come “il mondo abbia bisogno di voci forti per la pace, la dignità umana e la compassione”. Il celebre economista Jeffrey Sachs, a una conferenza ONU sul disarmo nucleare e il dialogo interreligioso, mentre apprendeva la notizia durante il suo intervento, ha detto che “il nome Leone XIV richiama Leone XIII, padre della dottrina sociale della Chiesa. È un messaggio. È una missione”. E Sachs ha ricordato quanto la voce dei papi può far la differenza nei momenti di massima tensione globale: “La Chiesa – ha detto Sachs – deve essere il ponte dove la politica fallisce. Questo papa può farlo”.

Alla stessa conferenza, Andrea Bartoli, rappresentante della Comunità di Sant’Egidio all’ONU e esperto di geopolitica vaticana, ha commentato: “Questo papa riuscirà a far parlare l’America al mondo, ma anche il mondo all’America. È un dono per tutti”. L’elezione di Leone XIV evidenzia le divisioni all’interno della Chiesa cattolica americana. Mentre alcuni speravano in un papa più conservatore, la scelta di Prevost indica una continuazione delle riforme avviate da Papa Francesco. Tuttavia, Leone XIV ha anche espresso posizioni fortemente tradizionali su temi come l’ordinazione delle donne e i diritti LGBTQ+, il che avrebbe potuto già placare alcune preoccupazioni dei conservatori. Leone XIV rappresenta una figura “meno americana” nel senso politico degli Stati Uniti, ma profondamente radicata negli ideali americani di giustizia sociale e servizio agli altri. Le sue origini a Chicago, la sua formazione negli Stati Uniti e il suo lavoro missionario in America Latina lo rendono un ponte tra diverse culture e visioni del mondo.

Sarà interessante osservare come navigherà tra le aspettative globali e le tensioni interne, specialmente negli Stati Uniti, dove la Chiesa è profondamente divisa. Insomma, Leone XIV è un papa americano, ma non “all’americana”. E forse proprio per questo è stato eletto. Perché in un mondo spaccato, serve una guida in più che non si lasci ingabbiare dalle identità nazionali, ma parli al cuore di tutti. E chissà, forse questo papa Leone “americano” sarà proprio l’antidoto spirituale a un’America politica sempre più autoreferenziale.

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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