L’ATALANTA (SENZA COPPE) SOLA IN TESTA

L’Atalanta è prima e sola in testa e non ha le Coppe: se ne andrà via con tanti saluti a tutte le “grandi”? E’ un primato “storico”, il suo. La Dea ha inoltre “scoperto” Hojlund goleador. Il Monza, con l’innesto di Rovella e (poi) di Izzo, era riuscito a renderle la vita difficile. Nella ripresa, Gasp, anche con l’innesto di Soppy, ha cambiato la partita. La squadra di Stroppa è rimasta ultima a zero punti e la difesa più sforacchiata (13 gol subiti). I bergamaschi hanno (con la Juve) la difesa meno battuta: 2 gol subiti. Il Torino, con la vittoria su un buon Lecce, si è rimesso al livello delle aspiranti allo scudetto e precede Inter, Juve e Lazio. Vlasic (3 gol) alla ribalta. La Salernitana non è riuscita a battere un Empoli combattivo. La squadra di Zanetti era partita meglio, ma i granata avevano ribaltato il risultato. Nel finale pareggio dei toscani di Lammers che ha sfiorato poi la vittoria. I posticipi, insomma, sono stati vivaci, ma in totale ci sono stati quattro pareggi. Ma se scattassimo una foto degli allenatori di serie A, vedremmo sorridere solo Gasperini, Pioli, Spalletti e Sottil.
Tutti gli altri, o quasi, mostrerebbero il broncio. Alcuni perchè le loro squadre promettevano mirabilie e non hanno mantenuto le aspettative, altri perchè sanno di poter perdere a breve il posto (Mihajlovic, Stroppa). Leggendo le dichiarazioni dei tecnici, si possono leggere facezie antiche, come quella secondo cui “è meglio perdere una partita 4-0 che quattro per 1-0” (Mourinho); lo ha fatto malcelando un malumore da non palesare per evitare che il pallone si sgonfi. Oppure c’è chi dice: “Gli arbitri o sono scarsi oppure c’è la soluzione B ed è la più preoccupante…Quest’anno, è palese, stiamo sulle palle agli arbitri” (Sarri). Ma c’è anche chi ha il coraggio di ammettere: “Prendiamo gol con troppa facilità…Siamo stati per trenta minuti fuori dal match” (Inzaghi). Tradotto dal calcese: cambierò l’assetto difensivo. E qualcuno fa discorsi più articolati, ma che fanno capire qualcosa: “La gara andava chiusa nel primo tempo. E’ la terza volta che capita. Bene il pari ma non la mentalità” (Allegri, che però i punti li ha fatti). Facile leggere l’arrabbiatura, non palesabile per…politica.
Riassumendo, come dice la canzone, chi vince ride, chi perde piange. Gasperini si sollazza. Pioli gongola non solo per il boom di Leao, ma per una vittoria significativa. E’ contento anche Spalletti perchè la sua squadra si è rimessa a segnare. Juric sta vedendo realizzarsi i propri piani; gode infine Sottil perchè camperà a lungo sul 4-0 alla Roma. Si avverte anche che molti pensavano alle incombenti Coppe. E siccome l’anno scorso la totalità, meno Mourinho, ha fatto figuracce, ognuno si guarda in salute. Chi va bene dosa le parole perchè il calcio è come una nave in tempesta: si viene sballottolati da una parte all’altra dell’imbarcazione e il “si salvi chi può” è la frase (sottintesa) più in voga. Ora i distacchi cominciano a farsi più consistenti e i fallimenti sono dietro l’angolo. Già si sono sentiti i cori razzisti, gli attacchi agli arbitri, e soltanto le anime semplici (poche) credono che la realtà sia quella che si vede a occhio nudo. Dopo le Coppe, un insidioso turno di transizione e poi Milan-Napoli, uno spareggio. Insomma, il bello (o il brutto: dipende) deve ancora venire.

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