CATANIA (ITALPRESS) – Gli agenti della Polizia di Stato di Catania hanno denunciato quattro catanesi, tre uomini e una donna, tutti di età compresa tra i 22 e i 33 anni, per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. I quotidiani controlli dei poliziotti hanno permesso di individuare, in via Scaldara, a San Cristoforo, una “drug room” realizzata all’interno di una “piazza di spaccio”, blindata attraverso più porte in ferro collocate all’ingresso e fornita di botole sul tetto per permettere la fuga degli spacciatori.
Nella prima decade di maggio, l’attività di controllo del territorio effettuata dalla Squadra Volanti ha permesso di denunciare due volte una stessa persona che deteneva droga ai fini di spaccio. Nello specifico, il 9 maggio nelle prime ore del pomeriggio gli agenti di polizia hanno fatto irruzione all’interno di un appartamento di via Scaldara, dove sono stati identificati numerosi soggetti, noti assuntori di sostanze stupefacenti, tutti seduti nella cosiddetta drug room dove poco prima avevano fumato crack. In questa occasione, i poliziotti hanno rinvenuto alcune dosi di marijuana, denaro e un sofisticato sistema di videosorveglianza. Considerata la poca sostanza rivenuta, in quanto il resto era stato di certo gettato negli scarichi del water, gli agenti hanno denunciato quattro persone che, in concorso tra loro, sono state ritenute le presumibili responsabili della cessione dello stupefacente. La mattina successiva, i poliziotti hanno eseguito un nuovo blitz che ha consentito di identificare e denunciare, per la seconda volta, uno dei soggetti denunciati il giorno precedente, ritenuto, verosimilmente, il capo.
A seguito dell’irruzione all’interno dell’appartamento, gli investigatori hanno verificato che dopo sole 12 ore, l’indagato era riuscito a ripristinare il complesso sistema di videosorveglianza sequestrato il giorno prima. Anche in questa occasione, erano presenti alcuni assuntori di droga e segni evidenti che la sostanza stupefacente fosse stata poco prima gettata nel water per l’arrivo della polizia. Questa volta, però, l’indagato non è riuscito a liberarsi di tutta la droga di cui era in possesso, anche perché alcuni poliziotti si erano posizionati sul tetto proprio per impedire ogni possibilità di fuga o di disfarsi della sostanza stupefacente attraverso le botole. Insieme alle dosi recuperate è stato sequestrato il denaro, circa 2 mila euro, quasi certamente provento dell’attività di spaccio e il sofisticato sistema di videosorveglianza, collocato nel controsoffitto in cartongesso, proprio per occultarlo in caso di controlli di polizia.
Considerata la professionalità e l’inequivocabilità dell’attività di spaccio condotta all’interno dell’appartamento, la Polizia di Stato ha proceduto al sequestro preventivo dell’immobile, del denaro e del sistema di videosorveglianza e successivamente ha informato il Pubblico Ministero di turno che ha assunto la direzione delle indagini. Grazie all’intervento dei Vigili del Fuoco, i poliziotti hanno rimosso le porte blindate poste a tutela dell’ingresso e le botole in ferro collocate sul tetto, realizzate come agevole via di fuga a disposizione dei pusher. Trasmessi gli atti all’autorità giudiziaria, il pm ha richiesto la convalida del sequestro preventivo, eseguito in via d’urgenza dalla polizia giudiziaria. Il gip, concordando con la prospettazione della Procura, ha convalidato il sequestro.
– foto ufficio stampa Polizia di Stato –
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