BUFFON: “SABATO SARÀ L’ULTIMA CON LA JUVE”

Diciassette anni, tanti trofei anche enormi delusioni, ma insomma quella di Gigi Buffon, per raccontarla come l’inno della Juventus vuole. È la “storia di un grande amore”. Quello che tutti già immaginavano da tempo, oggi ha trovato conferme nelle parole del portierone di Carrara. Il numero 1 saluterà la Juventus sabato prossimo giocando la sua ultima partita in bianconero contro il Verona. “Sabato sarà la mia ultima partita con la Juventus e credo che il modo migliore per chiudere questa grandissima avventura – ha detto Buffon in conferenza stampa dall’Allianz Stadium di Torino – sia finirla con altre due vittorie importanti e con la vicinanza di Andrea Agnelli e di tutto il popolo juventino. La mia paura era di arrivare alla fine di questa avventura da ‘sopportato’ o da giocatore che aveva fuso il motore. Posso dire che non è così e sono orgoglioso di aver potuto esprimere sempre delle prestazioni all’altezza del mio nome e all’altezza della Juventus. Questa è la più grande gratificazione ed è per questo che arrivo a questo saluto veramente sereno, che non è scontato per uno sportivo. Voglio concludere ringraziando veramente la famiglia Juventus e la Juventus. Credo che la Juve prese all’epoca, nel 2001, un talento straordinario però devo anche dire che se questo talento si è tramutato in campione è perché la Juve ha fatto sì che ciò accadesse, mi ha fatto fare un ulteriore step in convinzione e determinazione. E se sto in campo a 40 anni in questo modo è solo merito della Juve”.
“Questa filosofia l’ho fatta mia e sono sicuro che la userò in futuro nel dopo-calcio se dovesse servire perché è l’unico modo che conosco per arrivare a dei risultati è arrivarci con la felicità di avere nel frattempo sofferto, di essersi dannati e di aver buttato il cuore oltre l’ostacolo. Questo al di là dei soldi e delle coppe è il miglior insegnamento che mi ha dato la Juventus e la ringrazierò per sempre”. Il futuro è ancora un enigma: “Sabato giocherò una partita, questa è l’unica cosa certa. Andrea è a conoscenza di tutto ciò che sta accadendo intorno a me ed è un consigliere di cui non voglio privarmi – dice riferendosi al presidente Agnelli -. Fino a 15 giorni fa era acclaratamente risaputo che avrei smesso. Adesso sono arrivate delle proposte sia per rimanere in campo sia per quel che riguarda fuori dal campo e la più importante di queste ultime me l’ha fatta pervenire il qui presente Andrea. Credo che la prossima settimana, in modo sereno, prenderò la decisione definitiva e certa che sarà quella di seguire un po’ ciò che urla la mia indole”. Nulla però è ancora chiaro, neanche allo stesso Buffon: “La prossima settimana in una situazione emotiva tranquilla, deciderò. Se dovessi continuare, è perché avrei l’ambizione di lottare ancora per dei grandi traguardi. È l’unico modo per cui concepisco lo sport”. Esclusa, dunque, l’ipotesi di un campionato più ‘esotico’ come fatto da altri calciatori a fine carriera, così come è esclusa l’ipotesi italiana: “Per l’Italia non se ne parla”. Nè Genoa, nè Parma, dunque.
Neanche un’alternativa da secondo portiere aveva solleticato Buffon: “Avendo fatto mio il modus operandi della Juve, io sono fermamente convinto che la Juve, essendo una società seria, debba programmare il futuro, sono il primo che lo capisce e ho pensato che fosse giusto continuare così. A me interessava finire nel modo migliore possibile e poi non dimentichiamo che la Juve ha un portiere eccelso di valore quanto il mio e che ha 13 anni in meno di me”, dice riferendosi a Szczesny. E poi “Sarebbe sempre costretto a subire paragoni e mi metterebbero a disagio. È talmente normale e la fine è stata talmente bella che più di così cosa voglio?”. Eppure c’è stato qualche momento in cui Buffon ha pensato che questa stagione potesse chiudersi non nel migliore dei modi: “Quest’anno è stata un’annata troppo snervante anche perché è cominciata troppo presto. Già da novembre ci siamo fatti carico di un peso enorme che è stato il fallimento Mondiale. È stata una stagione con dei bassi clamorosamente inaspettati e dei picchi incredibili. Qualche perplessità per quel che riguarda lo scudetto dopo Juve-Napoli c’era. Dovevamo capire se fossimo ancora noi o se questa sensazione di esserci dissolti si sarebbe protratta anche nel finale e invece per l’ennesima volta abbiamo dato una risposta incredibile”. È andata meno bene in Champions e ora Buffon rischia anche una squalifica per quanto successo a Madrid: “Penso sia anche giusto – ha risposto Buffon -, non per il comportamento in campo perché l’arbitro ha decretato un’espulsione che oggi non ho ancora capito. È un’azione che non ritrova un riscontro coerente”.
“Per quello che ho esternato fuori dal campo – prosegue Buffon -, è evidente che abbia trasceso e di quello ne sono estremamente dispiaciuto perché in 23 anni di Champions League non sono mai stato né espulso né squalificato. Ho sempre avuto una condotta educata e sportiva con tutti, era una situazione particolare a distanza di giorni ho detto che il Buffon di quella sera non poteva che dire quelle cose. Passati due giorni, mi è dispiaciuto aver offeso l’arbitro e se l’avessi visto dopo due giorni l’avrei abbracciato chiedendogli scusa però confermando il mio pensiero”. In una giornata in cui il sentimento prevalente è per Buffon quello della “Grande gratificazione”, non pare esserci stato lo stesso trattamento nei suoi confronti da parte del resto d’Italia dopo le ultime prestazioni in Nazionale: “Se Buffon era diventato un problema tre mesi fa, non oso pensare cosa possa essere tre mesi dopo. Ipoteticamente sei o 12 mesi dopo diventerebbe qualcosa di complicato da gestire e dal quale mi voglio tenere lontano perché non penso di meritarlo. E poi la Nazionale ha dei giovani portieri che hanno bisogno di fare delle esperienze. Italia-Olanda? No, non ci sarò. La Nazionale è un’altra parentesi che ha caratterizzato la mia vita calcistica e la Nazionale il meglio me l’ha dato mentre stavamo giocando. Non ho bisogno di altri attestati di stima e celebrazioni varie perché le persone vanno rispettate e celebrate quando sono vive e non quando sono morte”.
A detta dei presenti, comunque vadano le cose quest’anno, è certo che ci sarà ancora la Juve nel futuro di Buffon: “Che la Juve per me rappresenti la famiglia è sotto gli occhi di tutti. Sono onorato di essere percepito come uno della famiglia. Se un giorno dovrò essere considerato un elemento su cui fare affidamento, è chiaro che per me la Juve avrà la precedenza su tutto”. Buffon, che ha deciso di non dare consigli al suo successore come capitano, Giorgio Chiellini, perché “incarna alla perfezione quello che deve essere il capitano della Juventus”, ha anche affermato con convinzione che il suo addio non coinciderà con la fine di un ciclo: “Se io pensassi una cosa simile, sarebbe molto grave. Non avrei capito niente della Juventus. Se avessi la minima presunzione che la Juventus senza di me chiudesse un ciclo, sarei veramente da rinchiudere. L’unica cosa imprescindibile della Juventus è la famiglia. Io sono stato una parte importante, ma una piccola parte di questa Juve”.
(ITALPRESS).

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