Veneto, in un anno 3.873 chiamate al centro di assistenza psicologica

UN OPERATRICE OCCUPATA IN UNA CHIAMATA PRESSO IL CENTRO TELEFONO DONNA CARTELLO CARTELLI

VENEZIA (ITALPRESS) – Dal 19 marzo 2020 il Servizio di assistenza psicologica inOltre, che opera attraverso il numero verde 800334343 ed è stato istituito dalla Regione Veneto nel 2012, ha gestito 3.873 colloqui psicologici telefonici, cioè il 32,7% delle 11.850 chiamate totali pervenute dal giugno 2012, da quando fu attivato il servizio. Le donne sono il 57%, gli uomini il 43%. Sono questi i numeri di un aspetto non secondario della pandemia da Covid-19, che da oltre un anno, in Veneto come nel resto d’Italia, sta causando migliaia e migliaia di malati e decessi, ma anche gravi risvolti psicologici legati alle paure, le incertezze, le difficoltà economiche che stanno interessando una larghissima fascia di popolazione, colpita o no dal virus. Il Report di un anno di “pandemia”, visto da questa delicata angolazione, è stato realizzato dalla dottoressa Emilia Laugelli, psicologa all’ospedale di Santorso e direttrice del progetto.
“Quando istituimmo, primi in Italia, questo servizio – dice il Presidente della Regione Luca Zaia – erano i tempi della crisi economica e dei suicidi di tanti imprenditori che ne rimanevano schiacciati. Poi arrivò il tempo dei truffati delle banche, piccoli risparmiatori disperati che avevano perso tutto. Ora il servizio si è evoluto e assiste le persone che, per vari motivi, soffrono a causa della pandemia”. L’età dei cittadini che chiamano è molto ampia: il 16% ha tra 18-30 anni; il 35% da 31-50 anni; il 34% da 51-70 anni; gli over 70 anni sono il 15 %. Se un anno fa i cittadini veneti chiamavano per problemi di ansia eccessiva, riconducibile alla preoccupazione di essere contagiati e alla difficoltà di gestire la quotidianità in lockdown, da novembre i colloqui sono stati di supporto per chi si era contagiato, per chi viveva nel terrore di finire in rianimazione. Dal febbraio 2021, invece, le sollecitazioni si sono fatte più preoccupanti: rischi suicidari alti e paura del futuro legati alla chiusura delle attività lavorative, aspetti cui si sommano le problematiche di genitori in difficoltà con i figli adolescenti. In questo mese di marzo, poi, si è aggiunta anche la paura dei vaccini e il timore dei relativi effetti collaterali.
(ITALPRESS).

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