Tensioni e scontri con la polizia durante le manifestazioni a Belgrado

Beograd, 28. juna 2025 - Deo uèesnika protesta studenata u blokadi napali su veèeras nešto pre 22 èasa pripadnike policije u Bulevaru kralja Aleksandra, u blizini èeške ambasade bacajuæi baklje i topovske udare, a policija je potom intervenisala. FOTO TANJUG/ MARKO ÐOKOVIÆ/bs

BELGRADO (SERBIA) (ITALPRESS) – Decine di migliaia di studenti e manifestanti si sono radunati ieri a Belgrado per chiedere elezioni anticipate. In occasione della festività di Vidovdan, studenti provenienti da diversi punti della capitale hanno marciato in modo organizzato verso Piazza Slavija, dove la protesta è iniziata alle ore 18.

La polizia ha dispiegato decine di agenti in tenuta antisommossa attorno agli edifici governativi, al Parlamento e al vicino Parco dei Pionieri, dove si sono radunati, in un contropresidio, i sostenitori del partito di governo provenienti da tutto il Paese. Dopo i discorsi e l’esibizione di un coro a Slavija, nel centro di Belgrado si sono verificati disordini: esplosioni di petardi, lancio di fumogeni, uso di spray al peperoncino, mentre i cordoni della polizia respingevano i cittadini.

Gli studenti hanno poi dichiarato che “non si trattava più di una protesta studentesca”, e diversi gruppi sono tornati alle rispettive facoltà. Oltre alla richiesta di elezioni anticipate, è stato lanciato anche un appello per la rimozione, entro le ore 21, del campo allestito nel centro città da studenti contrari al blocco delle facoltà, organizzato da altri studenti in segno di protesta per la morte di 16 persone nel crollo di una tettoia a Novi Sad, nel novembre 2024. Alle 21:30, il gruppo auto-organizzato “Studenti in blocco” ha pubblicato sul proprio profilo Instagram la frase: “Luce verde – l’ultimatum è scaduto”.

Poco dopo, i presenti hanno iniziato ad accendere fumogeni verdi. I disordini più gravi si sono verificati nei pressi del cordone che proteggeva il Parco dei Pionieri, vicino all’Assemblea Nazionale, dove si trovavano i sostenitori del governo. Persone con maschere e passamontagna hanno lanciato pietre, petardi e fumogeni, rovesciato cassonetti contro la polizia e preso a calci gli scudi. Hanno urlato frasi come “Chi state proteggendo?” e “Andate in Kosovo”.

La repressione violenta da parte della polizia è iniziata dopo il passaggio di un’ambulanza, quando i presenti hanno tentato di sfondare il cordone. Scontri con la polizia si sono verificati anche in Bulevar Kralja Aleksandra. In via Kralja Milana si è registrato un duro scontro: la polizia ha usato due volte lo spray al peperoncino e ha inseguito i manifestanti in fuga. Quando i cittadini si sono ritirati verso il Ministero delle Finanze, hanno utilizzato le barriere metalliche rimaste dai precedenti cortei per erigere barricate.

Una folla imponente si è mossa lungo via Kneza Milosa, mentre la polizia ha iniziato a correre lungo via Nemanjina in direzione di Slavija. L’intera città è rimasta bloccata fino alle due del mattino. I cordoni di sicurezza erano ancora presenti, e gendarmi e agenti in borghese hanno effettuato numerosi fermi. Diversi manifestanti sono rimasti feriti. La polizia ha riferito, nella serata di sabato, che almeno sei agenti sono rimasti feriti nei disordini.

Durante l’intervento delle forze dell’ordine, anche alcuni giornalisti sono stati aggrediti e feriti. Nel frattempo, si è tenuta anche la manifestazione dei sostenitori del governo. Una grande recinzione circondava il Parco dei Pionieri e l’Assemblea Nazionale, dove si trovavano. Molti si sono avvicinati alle transenne e hanno lanciato bottiglie e insulti ai manifestanti dall’altra parte, che passavano dopo la fine della protesta.

Il presidente della Serbia, Aleksandar Vucic, ha dichiarato ieri di aspettarsi disordini intorno alle ore 21. Studenti e rappresentanti dell’opposizione avevano invitato a una manifestazione non violenta. Gli studenti avevano già affermato che il governo “sta preparando l’arrivo di lealisti pagati da tutta la Serbia con l’obiettivo di provocare incidenti durante la commemorazione di Vidovdan, il 28 giugno”.

Il presidente serbo aveva in precedenza respinto la richiesta di elezioni anticipate. La sua coalizione, guidata dal Partito Progressista Serbo (SNS), detiene 156 dei 250 seggi parlamentari. Sabato, Vucic ha dichiarato che dietro le proteste ci sarebbero “forze straniere” non meglio precisate, aggiungendo che la polizia deve restare contenuta, ma ha avvertito che la violenza non sarà tollerata. L’Archivio delle manifestazioni pubbliche ha comunicato che in Piazza Slavija si sono radunati 140.000 cittadini.

– Foto Tanjug –

(ITALPRESS)

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