BELGRADO (SERBIA) (ITALPRESS) – La Serbia è oggi teatro di una nuova ondata di disobbedienza civile, con blocchi stradali, manifestazioni spontanee e una decisa risposta delle forze di sicurezza. Gli arresti sono durati per l’intera giornata, mentre aumentano i punti di protesta e le tensioni tra cittadini e gendarmeria. Secondo fonti non ufficiali, solo a Belgrado sarebbero state fermate decine di persone, tra cui studenti, attivisti e cittadini anziani. Gli studenti, attraverso i social media, hanno lanciato l’appello: “Tutti in strada”. I blocchi si moltiplicano di ora in ora, con interruzioni del traffico su incroci, ponti e arterie principali. I manifestanti, per lo più in silenzio, protestano seduti o camminando lungo le carreggiate.
A Novi Sad, intorno alle 16, sono stati bloccati gli incroci presso il Ponte della Libertà e la sede della compagnia petrolifera Nis, oltre che l’area davanti al Tribunale per le infrazioni, di fronte all’edificio dell’Agenzia per la sicurezza e l’informazione. A Subotica, gli studenti hanno organizzato un’azione simbolica attraversando ripetutamente le strisce pedonali nel centro città. A Belgrado si sono registrati più tentativi di blocco presso la zona di Terazije, il tunnel centrale, la via Prizrenska e l’area della Casa della Gioventù (Dom omladine). Le forze dell’ordine hanno respinto i manifestanti verso i marciapiedi. In alcuni momenti si sono verificate forti tensioni. Una delle immagini simbolo della giornata è rappresentata da un video girato a Zemun, quartiere di Belgrado, dove un manifestante canta accompagnato da altri cittadini mentre un giovane viene caricato su un furgone della polizia. Contemporaneamente, gli studenti hanno bloccato l’incrocio vicino alla Facoltà di Agraria. Il movimento “Kreni-Promeni” ha definito la strategia delle “blocchi diffusi” – azioni simultanee in più punti e a rotazione – come una forma efficace di resistenza civile. “Non si tratta di proteste simboliche, ma della forza reale del popolo. Quando si bloccano le principali arterie del Paese, il sistema corrotto si arresta”, si legge nella nota.
A Novi Sad, le assemblee civiche hanno convocato un nuovo raduno serale davanti al Rettorato. “Questa non sarà una nazione che arresta i propri figli. Dobbiamo essere più di quanti possano arrestare!”, si afferma nel comunicato. Il ministero degli Interni non ha ancora diffuso dati ufficiali sugli arresti, ma ha annunciato che “la violazione dell’ordine pubblico non sarà tollerata”. Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha dichiarato che “lo Stato deve continuare a funzionare” e che “nessuno ha il diritto di bloccare la vita dei cittadini”. Manifestanti e studenti ribadiscono, tuttavia, che le proteste proseguiranno. “Le strade sono il luogo in cui si alza la voce di chi non ha diritti. Questa è la nostra lotta per elezioni libere e lo stato di diritto”, ha dichiarato uno studente presente presso il tunnel di Terazije. Gli organizzatori hanno annunciato la prosecuzione delle proteste nelle ore serali e nei giorni a venire in diverse città del Paese. Nel frattempo, la maggior parte dei partiti d’opposizione ha dichiarato che accoglierà la richiesta degli studenti e boicotterà i lavori del Parlamento.
– foto Tanjug –
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