Se sul nostro futuro pesa il rischio della disumanizzazione…

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La radice di ogni cambiamento è il cuore, da dove derivano bene e male, vita o morte. Questa verità carica di sapienza la troviamo nel Siracide del Vecchio Testamento. Mi ha impressionato come così semplicemente si possano descrivere grandi verità che riguardano l’esperienza concreta degli uomini di ogni generazione, fino ai nostri giorni. I versi sacri, riferendosi al nostro cuore, lo definiscono realtà che designa ogni persona nell’unità della sua coscienza, della sua intelligenza, della sua libertà, della sua interiorità, della sua capacità di pensiero. Dunque un ‘cuore’ libero, sostenuto da queste innegabili qualità basiche, non può che spingerci a fare bene nelle varie nostre attività quotidiane.

Ma la vita tumultuosa moderna non ci dà il sufficiente tempo e il distacco necessario per la profondità da raggiungere con il pensiero, cosicché la ricerca di interiorità tanto decisiva per lo sviluppo della sensibilità che tiene sveglia la coscienza, ci può facilmente allontanare dalla spiritualità per prendersi cura di noi stessi e degli altri della nostra Comunità; di guardare alla sacralità del Creato come bene a noi affidato, di dare un senso alla storia di ogni generazione. Possiamo allora dire che questo è il tempo di un cambiamento carico di incognite, che può soffocare la ricerca delle virtù che si ottengono attraverso la collaborazione intensa tra persone, sostenute dai principi di solidarietà e orientata a ottenere avanzamenti in ogni ambito per lo sviluppo delle persone.

L’idea che la comunità progredisca attraverso l’impegno di tutti e redistribuendo a ciascuno i benefici giusti è osteggiata dai nuovi poteri. Si contrappone e prende spazio in questi tempi la ricerca delle libertà individuali senza alcun limite, e avviene in concomitanza allo sviluppo della tecnica dominata da un sistema capitalistico non più fondato sull’impresa industriale comunque legata ad altri soggetti sociali e istituzionali e che spesso si è mostrata come comunità per coloro che a vario titolo hanno compiti necessari per il suo sviluppo. Un capitalismo freddo e privo di relazione, che attraverso le tecnologie digitali mobilita servizi nel nuovo mercato, che dallo spazio guadagnato nella platea sconfinata globale ottiene guadagni stratosferici mai raggiunti nella storia, utili per dominare la finanza, la politica e ormai anche le abitudini e le scelte delle persone avendo a disposizione i mezzi potentissimi della dominante diffusione dell’informazione e della cultura. Si può dire senza smentita, che l’umanità in assenza di correttivi operanti su scala globale, corre rischi gravi sia riguardo la propria identità, sia per la perdita di orizzonti di Democrazia partecipata, sinora garantita dall’equilibrio di potere raggiunto generalmente nel XX secolo.

Qualora questi principi fondanti della Democrazia conosciuta sinora operante nella dimensione nazionale vengono posti sotto assedio da poteri privati non responsabili, vengono dissipati i patrimoni di libertà e di protagonismo collettivi, per fare largo a diritti individuali slegati da ogni responsabilità di convivenza collettiva, che conducono alla disumanizzazione e alla crescita di poteri oscuri. Ecco allora che questo è il tempo di Costruire su nuove basi il mondo dei prossimi tempi, aggrappandoci alla radice di ogni cambiamento: il nostro cuore. Un ‘cuore’ che spinge a guardare dentro di noi e alla vocazione che abbiamo come persone nate per tramandare la vita e sapienza che sviluppa la persona nella sua interezza. Un cuore sensibile alla libertà e al benessere di tutti come condizione per la pace e lo sviluppo integrale della persona strettamente integrata nella sua Comunità.
(ITALPRESS).

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