PALERMO (ITALPRESS) – L’economia della Sicilia è cresciuta nel 2024 con l’attività economica in aumento del l’1,3% meno dello scorso anno ma in maniera più sostenuta del resto di Italia. In crescita costruzioni e servizi pubblici e privati. Per il primo settore grazie alle opere pubbliche spinte dal Pnrr e si segnalano anche risultati positivi da turismo e trasporto aereo sostenuti da domanda estera. “Un dato da sottolineare è anche l’aumento dell’occupazione che cresce in maniera inferiore rispetto allo scorso anno nella regione ma superiore rispetto all’Italia”, sottolineano gli analisti della Banca che questa mattina hanno presentato il rapporto annuale sull’economia dell’Isola nella sede di Via Cavour a Palermo. “Un rapporto che si inserisce in una storia nuova di crescita del Mezzogiorno e della Sicilia negli ultimi anni”, commentano gli analisti con il valore aggiunto prodotto nel 2023 superiore di circa 10 punti percentuali rispetto al 2019.
Nel 2024 secondo i dati della Rilevazione sulle forze di lavoro (RFL) dell’Istat l’occupazione siciliana ha continuato a espandersi. La crescita, pari al 4,6 per cento, è stata meno intensa rispetto all’anno precedente (5,5) ma ancora ampiamente superiore a quella media nazionale e del Mezzogiorno (rispettivamente, 1,5 e 2,2 per cento. Il tasso di occupazione, per la popolazione tra 15 e 64 anni, è aumentato portandosi al 46,8 per cento; 5,6 punti percentuali in più rispetto a quanto osservato nel 2019 (62,2 e 3,2 i corrispondenti dati a livello nazionale).
L’incremento del numero di occupati si è verificato in tutti i settori, con la sola esclusione di quello agricolo; i contributi maggiori sono stati forniti dal comparto del commercio e degli alberghi e ristoranti, dove l’occupazione si è così riportata sullo stesso livello del 2019, e dalle altre attività dei servizi come istruzione e sanità. L’occupazione è cresciuta più per le donne rispetto agli uomini.
“La crescita dell’occupazione” è stata particolarmente intensa per i lavoratori che svolgono professioni a più alta qualifica, la cui quota sul totale degli occupati nella media dei primi tre trimestri del 2024 era pari a poco più di un terzo (circa il 30 per cento nella media del biennio 2021-22; 36,4 per cento la media nazionale). “La progressiva adozione di tecnologie basate sui sistemi di intelligenza artificiale potrebbe in futuro influenzare soprattutto la domanda di lavoro per le professioni che richiedono maggiori abilità cognitive”, continua il rapporto.
Alla fine del 2024 le banche presenti con almeno uno sportello in Sicilia erano 41; tra queste, 13 avevano sede amministrativa in regione. Rispetto a un anno prima, il numero di banche insediate nel territorio si è ridotto di due unità per effetto di un’operazione di concentrazione tra due banche popolari con sede in Sicilia e del trasferimento in un’altra regione della sede dell’unica banca istituita in forma di società per azioni. È proseguita la rimodulazione della rete di dipendenze bancarie, che sono diminuite dell’1,7 per cento, in misura meno marcata rispetto alla media nazionale (-2,5); il numero degli sportelli bancari in rapporto alla popolazione rimane nettamente inferiore rispetto all’Italia (rispettivamente 21 e 33 ogni 100.000 abitanti).
In connessione con la razionalizzazione della rete degli sportelli, l’utilizzo delle tecnologie digitali nelle relazioni tra banche e clientela, già molto elevato, ha continuato a rafforzarsi anche nel 2024: “il numero di clienti con contratti di home banking in rapporto alla popolazione è salito a 59,6 ogni 100 abitanti e oltre il 90 per cento dei bonifici è ormai disposto online”, si legge nel rapporto.
Nel rapporto di Banca di Italia sull’economia della Sicilia presentato questa mattina a Palermo c’è un focus sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale nelle imprese dell’Isola. Circa il 17% delle imprese in Sicilia fa uso di tecnologie di IA. Questo dato rappresenta un incremento rispetto all’8% dell’anno precedente, ma rimane più contenuto rispetto alla media nazionale del 27%. Per quanto riguarda l’esposizione potenziale dei lavoratori: il mercato del lavoro siciliano è caratterizzato da una minore proporzione di lavoratori occupati in professioni ad alta esposizione all’IA rispetto all’Italia (rispettivamente 51,6% in Sicilia contro 52,7% in Italia). Questa differenza è dovuta a una minore quota di addetti impiegati in attività potenzialmente sostituibili dall’IA in Sicilia (20,3% rispetto al 24,0% in Italia).
Tale divario è prevalentemente riconducibile a una diversa composizione occupazionale all’interno di ogni settore, orientata verso profili professionali meno esposti per sostituzione. Al contrario, in Sicilia è più elevata la proporzione di occupati esposti per complementarità. Questo è principalmente dovuto a una maggiore rilevanza di settori dove l’IA verosimilmente coadiuverà il lavoro umano, come i servizi pubblici e il commercio. Queste le caratteristiche dei lavoratori più esposti: si tratta delle professioni a più alta qualifica (legislatori, imprenditori, alta dirigenza, professioni intellettuali e tecniche) potrebbero essere maggiormente esposte all’impatto dell’IA. Nel 2024, la quota di queste professionalità sul totale degli occupati in Sicilia era di poco più di un terzo. Quindi i lavoratori con un titolo di studio elevato (diploma o laurea) risultano particolarmente esposti all’IA, sia per il rischio di sostituzione che per il potenziale di complementarità.
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