PALMERI PRESENTA I DATI DI “FAR(SI) IMPRESA 2018”

L’assessore al Lavoro della Regione Campania, Sonia Palmeri, in collaborazione con Sviluppo Campania, ha presentato stamane a Napoli il programma “FAR(SI) impresa 2018 – Ricomincio da me: intraprendo e lavoro”. “C’è chi parla esclusivamente di assistenzialismo, mentre noi giriamo pagina e diamo la possibilità a coloro che sono ex percettori di ammortizzatori sociali, attualmente senza reddito, di aprire il loro cassetto dei sogni e diventare imprenditori”, afferma Palmeri, che aggiunge: “Lo stiamo facendo già per le prime 130 persone che hanno aderito a questo progetto, e che sono state accompagnate da Sviluppo Campania, nella redazione del business plan. Le risorse messe in campo ammontano, per adesso, a 4 milioni di euro, ma contiamo di rifinanziare la misura visti gli ottimi risultati ottenuti: sono arrivate tantissime istanze da tutta la regione. Questa è la riprova che la voglia di mettersi in gioco ancora c’è, anche da chi purtroppo è fuoriuscito dal mercato del lavoro per cause non adducibili a se stesso, e soprattutto che la Regione Campania amplia gli strumenti; non pensa solo ai giovani, alle categorie protette, alle donne: pensa a tutti”.

“Vi stupirà sapere – prosegue Palmeri – che le donne hanno risposto a questo programma in misura maggiore agli uomini, e si attestano come quelle che effettivamente vogliono rifarsi velocemente una vita, dopo che il mercato gli ha chiuso la porta, dopo che un’azienda dalla quale vengono magari non ha avuto più la forza di continuare”. Per quanto attiene il livello di istruzione dei destinatari emerge che il 50,77% ha un diploma, solo il 20% è in possesso di laurea, mentre il 25, 38% ha il diploma di scuola media superiore. La provincia più propositiva è stata Napoli con 53 attività finanziate, seguita da Caserta con 26, Avellino con 22 , Salerno con 19 e Benevento con 9. Per Giovanna Ferrara, presidente Unimpresa, “questa iniziativa – dice – ha un duplice effetto, che è quello da un lato di incrementare la creazione di micro, piccole e medie aziende, dall’altro di ridurre il sostegno, l’assistenzialismo a soggetti che hanno delle professionalità o dei valori da mettere in campo, creando delle aziende che non solo danno lavoro a loro stessi ma creano forza lavoro su tutto un territorio nazionale”.

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