NASCE LA CONFERENZA PERMANENTE DELLE UNIONI DEI COMUNI IN TOSCANA

Istituita la Conferenza permanente delle Unioni dei comuni. Il Consiglio regionale della Toscana lo ha deciso approvando la proposta di legge con 21 voti a favore (Pd e Serena Spinelli del gruppo misto-Art.1/Mdp), sette contrari (Lega e Forza Italia) e sei astenuti (M5s, Sì – Toscana sinistra e Monica Pecori del gruppo misto/Tpt). L’aula respinge le proposte di emendamento presentate da Marco Casucci (Lega) e Tommaso Fattori (Sì – Toscana a sinistra).

Secondo quanto illustrato dal presidente della commissione Affari istituzionali Giacomo Bugliani, la conferenza è necessaria a monitorare gli effetti che derivano dall’esercizio associato delle funzioni nei vari settori amministrativi di competenza regionale. Avrà il compito di valutare l’impatto concreto del processo associativo su comuni, cittadini e imprese.

Il testo approvato modifica le leggi sul sistema delle autonomie locali (68/2011) e sul riordino delle funzioni provinciali (22/2015). In particolare, cambia la disciplina per verificare se le funzioni esercitate dalle unioni di comuni sono effettivamente svolte ed aumentano i casi nei quali tale verifica diventa rilevante per la concessione dei contributi.

Viene prevista una specifica premialità per le unioni che esercitano un numero maggiore di funzioni rilevanti, vengono definiti nuovi indicatori di efficienza e si amplia la possibilità d’intervento nella promozione dei servizi di prossimità.

Per le unioni che operano sul territorio delle ex comunità montane, le risorse per le spese di funzionamento degli enti saranno distinte da quelle destinate alla forestazione. Per rendere coerenti gli ambiti di adeguata dimensione territoriale con le nuove zone distretto, la Giunta regionale, su richiesta della maggioranza dei sindaci dei comuni, potrà unificare gli ambiti stessi e potrà aggiornare l’elenco dei comuni montani in seguito a fusione, incorporazione, modifica dei confini o della denominazione.

In sede di dibattito, Marco Casucci (Lega) ha dichiarato che la proposta contiene “qualcosa che non ci piace”. “La maggior parte delle fusioni che avete provato a fare – ha detto – sono fallite perché non avete ascoltato i territori. Adesso ripartite dalle norme con controlli tanto stringenti da limitare autonomia gestionale e politica”, ha spiegato annunciando voto contrario.

 

A sostenere il progetto di legge, Massimo Baldi del Pd: “Il provvedimento fa chiarezza e assicura un punto di equilibrio”. “Nasce – ha spiegato – da una necessità autentica e da un’esigenza profonda: verificare le norme del sistema di autonomie locali, alla luce di criticità riscontrate”.

Sulla proposta è intervenuto anche l’assessore Vittorio Bugli che ha parlato di un quadro di riferimento “corrispondente agli ambiti socio-sanitari”. “Tutti quegli elementi di contrattazione tra Regione e territori sono così ben definiti”, ha spiegato. Altro punto della legge sollevato, quello relativo alle risorse per la forestazione che adesso saranno “certe e durature nel tempo” perché in parte derivanti dal fondo unico e in parte da risorse regionali.

 

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