NASCE IL PRIMO ISTITUTO ITALIANO DEL RISCHIO

Un nuovo centro basato a Milano, ma con orizzonte nazionale, per studiare il rischio e prevenire catastrofi, incidenti e potenziali attacchi a sistemi informatici, reti di trasporti e infrastrutture. È il progetto lanciato dal Politecnico di Milano e abbracciato da Regione Lombardia, che dovrebbe portare nel 2020 alla nascita del primo Istituto italiano del rischio. L’idea è quella di un centro competenze basato sotto forma di società mista pubblico-privata. “Il rischio, se gestito, è un’opportunità per migliorare la qualità della vita e per dare alle aziende nuove possibilità”, ha sottolineato il rettore del Politecnico di Milano, Ferruccio Resta. “L’Istituto italiano del rischio è un’idea, oggi non tagliamo un nastro, ma condividiamo un’esigenza che come università abbiamo visto nascere in tutto il mondo. Dovrà caratterizzarsi non come un laboratorio del Politecnico, ma come riferimento nazionale. Avrà come obiettivo quello di raccogliere attorno a un tavolo le migliori competenze sullo studio del rischio naturale o tecnologico per creare un centro studi”, ha spiegato il numero uno dell’Ateneo milanese. “Poi sarà anche un centro di innovazione. Infine un centro di formazione per istituzioni e imprese che hanno bisogno di addetti formati. Non dovrà essere un luogo chiuso, ma qualcosa di condiviso che nascerà una visione comune sulle emergenze”.

Resta ha assicurato che la nuova struttura non andrà a sovrapporsi alla gestione dell’emergenza, e non avrà neanche compiti di controllo su appalti e concessioni: “Negli ultimi anni esigenze, tecniche e metodologie sono andate avanti e presentano nuove sfide. Non accademiche, interne agli Atenei, ma pratiche. Non è teoria: i titoli crollano quando non si è stimato il rischio, i vertici aziendali saltano non perché è avvenuto un incidente, ma perché non era stato preventivano e non erano state pianificate azioni per limitarne l’impatto. Questa consapevolezza è l’elemento che rende robusta un’impresa o un’infrastruttura. Abbiamo ritenuto di rendere pubblica questa esigenza e quindi siamo andati a confrontarci con tutti i nostri stakeholder, raccogliendo un forte interesse”.
In prima linea c’è Regione Lombardia, che ha voluto confermate da subito il proprio interesse: “Credo che questo sia un tema poco all’attenzione della stampa e dell’opinione pubblica, ma fondamentale, soprattutto quando ci si rende conto che certe reti e sistemi distribuzione, se interrotti, creano disastri a livello di tutto il Paese”, ha dichiarato il presidente della Lombardia, Attilio Fontana. “Una regione come la nostra, che innova e investe in ricerca, deve fare da traino anche per un’iniziativa di questo genere”. Fondamentale in questo senso è la collaborazione pubblico-privata.

“Cercheremo di fare da regia e finanziare un’iniziativa che nasce qui, ma si dovrà estendere al resto del Paese”, ha aggiunto il governatore, che ha confermato anche una forte attenzione da parte del Governo. Il traguardo su cui scommette il Politecnico è la conferenza Expo Tech, la maggiore al mondo del settore, che si svolge ogni otto anni e si terrà nel 2020 a Venezia. “Ci sono stati contatti per capire se l’idea era solo nostra o c’era interesse condiviso. La presenza di Regione Lombardia lo ha già dimostrato, ma ci sono altre istituzioni pubbliche e imprese private, italiane e internazionali, che hanno tutte dimostrato interesse – ha spiegato Resta – A questo punto si dovrà costituire: vorrei come deadline abbiamo in mente la conferenza che si terrà il prossimo anno”.

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