MICCICHÈ “CON NUOVO AD ALTRO RILANCIO PER SERIE A”

Più autorevolezza ed efficienza e meno litigiosità. Sono questi i principali risultati ottenuti dalla Lega Serie A nei primi sei mesi di presidenza Micciché. Il manager di origine siciliana, chiamato dal presidente del Coni Giovanni Malagò a prendere in mano la “Confindustria del calcio italiano” dopo un breve periodo di commissariamento, non solo è riuscito ad ottenere l’unanime fiducia dei 20 litigiosissimi presidenti della massima serie, ma con mano ferma e massima attenzione nei confronti di tutti, grazie all’elezione di Luigi De Siervo nel ruolo di amministratore delegato, ha portato praticamente a termine (manca solo l’elezione di due consiglieri di Lega) anche la riforma della governance. Nel corso di un’intervista esclusiva all’Agenzia Italpress, Gaetano Micciché ha voluto trecciare un primo bilancio della sua esperienza negli uffici di via Rosellini. “Il mio bilancio in questi primi sei mesi alla guida della Lega Serie A è certamente positivo, nel senso che mi sembra che la serie A in questa stagione abbia avuto un rilancio importante sia dal punto di vista di competitività complessiva che da un punto di vista di interlocuzione con tutti gli altri interlocutori sociali e sportivi sia nazionali che internazionali” ha spiegato il presidente della Lega Serie A. “Ieri si è anche raggiunto anche un altro importante traguardo che è quello della nomina del nuovo amministratore delegato – ha aggiunto -, che consentirà nel 2019 di partire con la nuova organizzazione della Lega e per renderla ancor più capace di rispondere alle iniziative degli azionisti, dei tifosi e di tutti gli stakeholders”. Tra i principali risultati ottenuti in questi primi sei mesi di Lega targata Micciché, la cessione dei diritti televisivi per il triennio 2018/2021 con introiti in linea con le previsioni.

“Il risultato di quest’anno è stato più che soddisfacente, anche in considerazione del fatto che la Lega A è stata commissariata fino al 29 maggio e questo presuppone che ci siano dei temi organizzativi e delle inefficienze da risolvere, oltre ad alcune modifiche dell’offerta, perché alcuni player importanti che nel passato avevano svolto ruoli determinanti nell’acquisto dei diritti televisivi come Rai o Mediaset quest’anno non hanno partecipato completamente o hanno partecipato in parte – ha detto Micciché -. Tra Italia e estero siamo oltre a 1,3 miliardi di incassi l’anno per i prossimi tre anni, ma questo può essere considerato un punto di partenza rispetto a quello che si potrà fare in maniera più vivace negli anni a venire”. Non c’è dubbio che in questo ultimo semestre la Lega abbia vissuto un periodo meno litigioso e più produttivo del solito, ma Micciché non vuole prendersene il merito: “C’è in Lega una situazione singolare con 20 azionisti diversi, ciascuno con un voto, quindi non c’è dubbio che ci sia una dialettica vivace e che all’interno di questi 20 azionisti ci siano squadre con storie, fatturati, tifoserie e audience diverse. Mettere a fattor comune gli interessi di tutti non è semplice. Io non ho fatto nulla di particolare, ho solamente discusso con tutti, ho cercato di affrontare in maniera serena l’interesse generale perché sono sempre convinto che se si raggiunge un buon risultato per l’intera azienda, poi a cascata i benefici vanno a finire a tutti. E’ stato importante eliminare qualsiasi ipotesi di reciproca diffidenza. Questo era il mio obiettivo fin dall’inizio e credo che l’abbiamo raggiunto, se è vero che tutte le delibere prese in Consiglio d’Amministrazione sono state prese all’unanimità e spesso lo stesso è successo a livello assembleare”. Per il futuro, oltre ad auspicare un successo finale per le squadre italiane impegnate a livello di competizioni europee, Gaetano Micciché vorrebbe che, sia a livello governativo che soprattutto in tema di elezioni federali, venga riconosciuto il ruolo fondamentale della Serie A per l’intero movimento.

“Non sono d’accordo sul fatto che la Serie A abbia un peso solo del 12% nel processo di elezione del presidente federale perché tutto il mondo del calcio si basa sul nostro campionato, sui suoi proventi, sull’immagine delle grandi squadre e dei grandi calciatori, pur con tutto il rispetto per le altre serie – ha concluso Micciché -. E’ abbastanza singolare che chi di fatto ha un ruolo prevalente poi abbia una rappresentatività così bassa. Mi auguro che tra le tante riforme cui si metterà mano, si tocchi anche questo argomento”.

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