LA VALLETTA (MALTA) (ITALPRESS/MNA) – Circa la metà dei lavoratori stranieri a Malta lascia il Paese entro tre anni, secondo un nuovo studio della Banca Centrale. L’analisi mostra che le partenze iniziano presto: il 10% lascia entro i primi tre mesi di lavoro, una percentuale che sale al 19% entro sei mesi e a quasi un terzo entro il primo anno. Solo una piccola minoranza rimane oltre i sei anni. I cittadini di paesi terzi (TCN) tendono a restare più a lungo dei cittadini dell’Unione Europea, anche se entrambi i gruppi presentano alti tassi di ricambio. Lo studio osserva che i cittadini dell’UE beneficiano della libertà di movimento, mentre molti TCN utilizzano Malta come trampolino di lancio verso il più ampio mercato del lavoro europeo. Gli arrivi di lavoratori stranieri sono aumentati da meno di 10.000 nel 2012 a circa 42.000 nel 2023, mentre le partenze sono cresciute notevolmente, raggiungendo un picco di 23.400 nel 2024. Nonostante una forte migrazione netta, lo studio descrive la popolazione straniera di Malta come “altamente transitoria”.
I dirigenti risultano restare più a lungo, mentre gli impiegati e i lavoratori dei servizi tendono a lasciare prima. Anche i lavoratori nei settori della sanità, dell’istruzione e del supporto amministrativo rimangono generalmente più a lungo rispetto a quelli dell’ospitalità e della manifattura. La Banca Centrale avverte che l’elevato tasso di ricambio limita i guadagni di produttività, poiché molti lavoratori se ne vanno prima che la loro esperienza possa avvantaggiare i datori di lavoro. Invita quindi a politiche che migliorino l’integrazione sociale, l’accesso a un alloggio a prezzi accessibili e percorsi di carriera più chiari. La nuova politica governativa in materia di migrazione del lavoro – definita un “punto di svolta” – mira a prolungare la permanenza facilitando i rinnovi dei permessi, premiando la formazione e scoraggiando l’eccessivo tasso di ricambio del personale. Lo studio conclude che il successo dipenderà da un’attuazione efficace e dalla capacità di adattarsi all’evoluzione delle condizioni del mercato del lavoro.
– foto IPA Agency –
(ITALPRESS).









