INFERNO O PARADISO? PER LA JUVE E’ INIZIATO UN INCERTO PURGATORIO

Per chi immagina – o desidera, o teme – un campionato in tribunale, Torino ha presentato una bella partita di calcio tutta da vivere e raccontare. E’ stagione, piove sul bagnato. La Juve è inzuppata. Adunata di psicologi, folla di esperti, sembra esser tornati al primo Covid, i ‘sotuttò si sprecano. Molti immaginano finita la Signora (i sogni son desideri). Altri la vedono rafforzata dall’ingiustizia, come se fossero Allegri o Ferrero che a parole ne sono strasicuri. Il Destino interviene, dopo 5 minuti l’Atalanta passa beffando Szczesny, di solito una sicurezza. Il cuore fa quello che può. Imperversa la sfiga. L’iniqua sentenza – dicono i tifosi bianconeri – si ripete sul campo, due presunti rigori fanno esplodere l’Allianz, l’arbitro Marinelli non ha pietà, ma mentre il popolo inveisce ecco che un rigore nasce dalla Var e Di Maria – volto segnato da rabbia e angoscia – lo realizza. E’ il 25′. Il guerriero argentino d’annata è indispensabile, è lui che ha osato agganciare l’arbitro Marinelli pretendendo l’intervento del Var. Ecco, sembra consumata la premessa di un match che discendeva direttamente da una sentenza: Juve colpevole, scorretta, sleale.
Si salvano – come diciassette anni fa – i calciatori e il loro tecnico. Tutto sommato per il calcio è una buona notizia. Per la Signora una magra, provvisoria consolazione.
Poi al 34′ un gran Milik raddoppia. I soliti ben informati lo davano in partenza nel gennaio delle bufale, e invece è prezioso. Gol spettacolo. John Elkann esulta. La Juventus è viva. (Ah, se si fosse svegliato prima, il padroncino, – imprecano i fedeli – quando Paratici e compari s’inventavano quell’esame burla per italianizzare Suarez e proseguivano arroganti inventandosi anche valori senza valore trasformando le intercettazioni in confessioni. Come fai a dire “nun è peccato!”).
Il secondo tempo è atteso per confermare la rincorsa al vertice dal decimo posto, qualcuno osa pensare all’Europa dell’odiato Ceferin, il prossimo giudice pronto a punire i ribelli della Superlega: ma basta un minuto e Maehle pareggia, altri sette e l’indomabile Lookman fa tre a due. La partita diventa battaglia avvincente e mentre il “nemico” sogna la manita napoletana Danilo perfeziona una punizione dal limite e al 65′ pareggia.
Nella domenica delle lacrime di Marassi per Luca Vialli e della gioia del fantastico Dybala che porta ai vertici la Roma – due ex bianconeri – ho voluto solo raccontare una emozionante partita di calcio, non so se indizio di una irreversibile caduta della Juve all’inferno, o premessa di una sua irresistibile ascesa a un piccolo paradiso. Nella stagione di Dante comincia per i ragazzi di Allegri un incerto purgatorio.
(ITALPRESS).

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