In Puglia il progetto “Mobile Angel” per le donne vittime di violenza

BARI (ITALPRESS) – Prevenzione, fiducia e tempestività. Sono le parole chiave di “Mobile Angel”, il nuovo progetto sperimentale promosso e finanziato dal Dipartimento Welfare della Regione Puglia, presentato questa mattina nella sede della Procura della Repubblica di Bari. Il progetto, che nasce da un emendamento presentato dalla consigliera regionale Lucia Parchitelli, mette a disposizione delle donne vittime di violenza uno smartwatch salvavita, collegato in tempo reale con la Centrale Operativa del Comando Provinciale dei Carabinieri di Bari. In caso di pericolo, il dispositivo consente di attivare immediatamente un intervento di emergenza.

‘Mobile Angel’ è un simbolo concreto della vicinanza della Regione alle donne che vivono in situazioni di rischio. Non si tratta solo di protezione fisica, ma di una nuova forma di fiducia nelle istituzioni. Abbiamo il dovere di presidiare ogni spazio della vita pubblica e privata in cui le donne possono sentirsi vulnerabili. Questo progetto dimostra che lo Stato, quando collabora, può fare la differenza. Abbiamo costruito un’alleanza concreta tra Regione, Magistratura, Forze dell’Ordine e centri antiviolenza. La posta in gioco è altissima: la libertà, la vita e la dignità delle donne. E per queste, siamo disposti a mettere in campo tutte le energie necessarie” ha dichiarato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano a margine della presentazione.

La sperimentazione durerà 36 mesi, sarà attuata nel territorio della provincia di Bari e si basa su un investimento iniziale di 100.000 euro, previsto dall’articolo 43 della Legge Regionale n. 37/2023. L’obiettivo è testare un modello operativo di intervento rapido, efficace e integrato nei casi di violenza di genere, avvalendosi della tecnologia e di una rete istituzionale coesa. “Con ‘Mobile Angel’ rafforziamo il sistema integrato di prevenzione e contrasto alla violenza di genere,” ha affermato Ruggiero Mennea, consigliere delegato al Welfare della Regione Puglia. “L’utilizzo della tecnologia – in questo caso lo smartwatch – è al servizio della sicurezza delle donne. Vogliamo dare un segnale inequivocabile che lo Stato è al fianco delle donne, che nessuna è sola e che ogni richiesta di aiuto sarà ascoltata e accolta con prontezza. Questa sperimentazione è una scommessa collettiva tra istituzioni, forze dell’ordine, centri antiviolenza e cittadinanza attiva. La tecnologia può essere uno strumento di tutela della libertà, se inserita in un contesto relazionale di ascolto e protezione. Il nostro compito è costruire una società in cui la violenza contro le donne non abbia spazio, né alibi”.

Il progetto prende ispirazione da esperienze già attive in altre regioni italiane, ma è stato adattato alla realtà pugliese grazie alla collaborazione sinergica tra Dipartimento Welfare della Regione Puglia, Arma dei Carabinieri, Procura, Centri antiviolenza e Terzo Settore. “Il progetto si inserisce nel solco tracciato dalla Legge Regionale 29/2014, ampliandone la portata operativa,” ha spiegato Valentina Romano, direttrice del Dipartimento Welfare della Regione Puglia. “Al centro della sperimentazione c’è il dispositivo “Mobile Angel”: un braccialetto elettronico che, una volta attivato, consente alla donna di inviare una richiesta di pronto intervento immediato alla Centrale Operativa del Comando provinciale dell’Arma dei Carabinieri. Sarà l’Arma dei Carabinieri, in coordinamento con la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari, ad individuare le donne che riceveranno il dispositivo. Verranno considerate le segnalazioni dei Centri antiviolenza, che svolgeranno un ruolo attivo nella valutazione dei casi e nella segnalazione delle situazioni a rischio più elevato. La rete interistituzionale rappresenta, anche in questo intervento, un presidio fondamentale nel contrasto alla violenza di genere, poiché consente un’azione coordinata, tempestiva e integrata tra servizi e forze dell’ordine, garantendo protezione, presa in carico e reale possibilità di ricostruzione della propria vita alle donne vittime.”

Durante i 36 mesi di attuazione, sarà attivato un sistema di monitoraggio e valutazione, che prenderà in esame indicatori quali il numero di dispositivi distribuiti, le segnalazioni ricevute, i tempi di intervento delle forze dell’ordine e gli esiti delle situazioni trattate. I risultati saranno oggetto di analisi periodiche e di valutazione finale, atte a valutare l’estensione del progetto a livello regionale alla luce dell’esperienza concreta raccolta sul campo.

– foto ufficio stampa Carabinieri Bari –

(ITALPRESS).

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