Il Parlamento e l’emergenza coronavirus

Già all’inizio della pandemia, in molti si erano posti il problema di chiudere il Parlamento. Si è pensato che mille persone negli scranni di Senato della Repubblica e Camera dei Deputati, e poi riunioni nelle tantissime commissioni parlamentari, avrebbero senz’altro suscitato preoccupazioni per l’espansione del virus corona. D’altronde si sa, i politici incontrano molte persone e possono essere in potenza più portatori di infezione di altri. Ma il tentativo di cessare le attività parlamentari, ha dovuto fare i conti con critiche assai estese nel paese: si sarebbe dato un brutto segnale per i cittadini. Io stesso ebbi modo di segnalare la pericolosità della eventuale decisione. Proprio in momenti così drammatici, il primo avamposto della sovranità popolare deve simboleggiare la sua veglia senza sosta nella e per la Nazione.
Fallito il tentativo di sospendere la vita parlamentare, si è continuato nel tentativo di trovare alternative come quella di procedere nelle attività on line. Ma anche questa ipotesi si è ben presto scartata. Non c’è alcun riferimento nella Costituzione di altre modalità possibili di funzionamento dei lavori al di fuori degli incontri fisici. Dunque ci si sarebbe esposti alla incostituzionalità. Alla fine Palazzo Montecitorio e Palazzo Madama non si sono chiusi, ed anche l’ipotesi di procedere on line per le riunioni si è scartata. Dunque tutto bene? Io per dire la mia, faccio riferimento al bicchiere mezzo pieno; e dico così perché non amo essere negativo nell’esprimere i miei giudizi, soprattutto in questi tempi di pandemia.
Ma devo dire che le massime cariche dello Stato: il Presidente della Repubblica, Presidente del Senato, il presidente della Camera dei Deputati, sanno senz’altro che valore simbolico ha aprire il parlamento solo per un giorno a settimana durante tragedie, emergenze, sofferenze. Mi è sembrata una soluzione all’italiana, mentre il lavoratori continuano a produrre nelle fabbriche tra paure e disagi, altri a trasportare o distribuire generi alimentari in una condizione surreale, medici ed infermieri lavorano più ore del normale tra abnegazioni ed eroismi e cittadini smarriti ed attanagliati ma mille preoccupazioni mai avute, le forze dell’ordine tutte dispiegate ovunque in questa battaglia civile. Persino i tabaccai ed edicolanti sono stati lì al lavoro per servire i pochissimi clienti disponibili, ma il Parlamento solo un giorno a settimana. Non è un bel segno in tempi di populismo e di Coronavirus. Cosa si può dire loro che rappresentano in prima fila la Repubblica? Credo che in molti chiederebbero loro di far funzionare quelle primarie istituzioni alla pari di come si adoperano cittadini, lavoratori, militari che tengono in piedi questa nostra Italia in grande difficoltà.
(ITALPRESS)

Vuoi pubblicare i contenuti di Italpress.com sul tuo sito web o vuoi promuovere la tua attività sul nostro sito e su quelli delle testate nostre partner? Contattaci all'indirizzo [email protected]