DI FRANCESCO “LAVORIAMO IN SINTONIA CON MONCHI”

“E’ un grande vantaggio poter lavorare con tutta la rosa, molti ragazzi conoscono già i miei metodi di lavoro. Per me risulta tutto più facile e scorrevole. Lo è anche lavorare in una struttura come Trigoria che conosci bene e che è cresciuta tantissimo, l’unico peccato è non avere il contatto con i tifosi, per questo abbiamo scelto di fare un paio di allenamenti al Tre Fontane, poi faremo la tournee americana che ci servirà per valutare i nuovi giocatori in partite importanti”. Parte con queste premesse, tutte positive, la stagione della Roma di Eusebio Di Francesco, al secondo anno sulla panchina giallorossa. Buono il primo, ora bisogna confermarsi e migliorare ed è con questo obiettivo che il ds Monchi sta lavorando a stretto contatto con il tecnico. “La stima di Monchi fa sicuramente piacere – spiega Di Francesco in un’intervista rilasciata stamane a Roma Tv -. Lavoriamo in simbiosi, è cresciuta la sintonia tra di noi, ci conosciamo di più ed è fondamentale. Entrambi riteniamo che la prima caratteristica da cercare nei nuovi acquisti è la persona, poi viene il calciatore e tutte le altre qualità. Lavoriamo per creare un gruppo che abbia responsabilità e sacrificio, oltre al senso di appartenenza, per me quando si fa questo lavoro la prima cosa è amare la maglia che si indossa. La nostra volontà era cercare di mettere giocatori con qualità tecniche, ma anche pronti a sacrificarsi e a lavorare”.
Sono arrivati giocatori di qualità, ma anche atleticamente forti. “Guardate la semifinale Mondiale di ieri e la struttura dei calciatori in campo, la fisicità è importante, unita a cervello e tecnica aiuta”, taglia corto Di Francesco che considera “un valore aggiunto per il calcio italiano l’arrivo di un giocatore di grandissimo livello come Cristiano Ronaldo”, nella consapevolezza che “contro di lui bisognerà fare un pizzico di
attenzione in più, perchè è un giocatore che riesce a trovare
il gol con grandissima facilità”. Per il tecnico della Roma conta solo il lavoro e ai suoi non dà tregua: “una volta si guardava più alla quantità che alla qualità, adesso è diverso, ma io voglio trasferire i concetti di squadra aggressiva e corta e per farlo devo stare addosso ai calciatori”. Lo scorso anno ha iniziato con il 4-3-3, ma poi ha dimostrato di saper cambiare modulo senza problemi. “I principi devono rimanere gli stessi, poi spostare un giocatore di 10-15 metri in base agli avversari non è un problema. L’intelligenza sta nel capire i momenti e dare continuità a quello che si fa, il cambiare tanto non aiuta, bisogna dare determinati principi, poi spostare di un po’ un giocatore non cambia molto”. Un discorso che sembra perfetto per Javier Pastore, uno dei grandi acquisti di quest’anno. “Si deve allenare bene e si deve conquistare la maglia da titolare. Abbiamo bisogno di tutti gli elementi, so bene o male quale potrebbe essere la squadra ideale e so che il Flaco si deve allenare con grande continuità e giocare con altrettanta continuità, cosa che ha fatto meno l’anno scorso. Tutto parte dal lavoro settimanale, il ragazzo l’ha capito, ha grandissima disponibilità, mi piace il suo approccio, poi spostarlo di 5-10 metri avanti o indietro non conta, l’importante è che sappia mettere quelle palle importanti che facciano male agli avversari”.
Restando sulla tattica, Di Francesco aggiunge: “Sono convinto che le partite non si preparino il giorno prima, si preparano durante la settimana, stiamo lavorando sui principi di gioco e i primi giorni di ritiro sono fondamentali, ora mi interessa far raggiungere a tutta la squadra una condizione ottimale per l’inizio del campionato”. In questa Roma tanti talenti di qualità c ome Codric e Kluivert. “I giovani hanno pro e contro, l’anno scorso Under ha fatto un po’ di fatica poi è venuto fuori alla grande. Con il lavoro e la dedizione si è ritagliato uno spazio importante e adesso viene considerato non un giocatore qualsiasi ma uno che può determinare ogni partita. Con i giovani bisogna avere un po’ di pazienza, ma in questo mondo siamo frettolosi nel giudizio, vogliamo che un giocatore diventi subito importante, ma c’è un tempo di maturazione, i giovani vanno aspettati e aiutati”. Chiusura sui tifosi. “Hanno dimostrato di essere il 12esimo uomo in campo, mi auguro lo siano sempre e non solo per le partite più importanti, ma soprattutto per quelle che sulla carta sembrano più semplici. Abbiamo bisogno del loro sostegno, sono convinto che ci sarà, ma sta sempre a noi trascinarli con il nostro impegno e la voglia di vincere le partite”.
(ITALPRESS).

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