C’è un gran parlare di Mes, ma gli italiani vengono informati?

ROMA - Camera dei Deputati Dichiarazioni di voto e voto sulla manovra economica legge di bilancio. Nella foto l' aula (ROMA - 2023-12-29, Stefano Carofei) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

ROMA (ITALPRESS) – C’è un gran parlare di Mes, ma raramente ci si impegna come servirebbe a spiegare agli italiani come stanno le cose. Sarà che sono questioni che hanno bisogno di un minimo di riflessione, sarà perchè si è più interessati a seguire il facile solco delle polemiche tra schieramenti politici, ma intanto in tale dimensione si ingenera quella confusione che non permette ai cittadini di comprendere decisivi dossier per il proprio avvenire. Non correggendo questo andamento delle cose, si favorisce l’affermarsi di tesi sbagliate che attecchiscono nel clima di sfiducia e diffidenza, che vede in ogni cosa che non si conosce la radice del complotto: imbrogli orditi da altri popoli, dimenticando che viviamo in un mondo villaggio. Dunque un mondo che dovremo comunque vivere e condividere attraverso convenzioni e trattati, se non vogliamo pagare i costi altissimi dell’isolamento autolesionista.
Il MES (European Stability Mechanism) e’ una sorta di “assicurazione”, per paesi nelle condizioni dell’Italia, schiacciati da grandissimi debiti, con il rischio di incappare nel gioco predatorio che può scatenarsi nel mercato finanziario, soprattutto quando si chiedono nuovi crediti in condizione di debolezza. Infatti in tali congiunture si pratica il rincaro dei tassi di interesse a compenso del maggior rischio che il prestatore potrebbe correre. Si sa, gli interessi calano o si alzano a secondo della affidabilità del debitore. Il debitore incallito, è stupido negarlo, rischia di trovarsi nella drammatica condizione di in un gioco senza fine, vittima di impennate di tassi, al punto da rimanere incastrato tra le esigenze di pagare comunque i suoi creditori, e la necessita irrinviabile di far fronte alle proprie esigenze di vita giornaliera.
Ad esempio, un privato ad un certo punto può rischiare di vedere i suoi averi sequestrati all’asta e perderli del tutto a favore dei creditori che chiedono di essere pagati, consegnando la propria famiglia ad una vita futura grama. Uno Stato che e’ nella medesima condizione, rischia nello stesso modo per il futuro dei propri cittadini. D’altronde gli italiani hanno un debito mai ridotto nell’ultimo quarto di secolo, giungendo a 2.000 miliardi di Euro, che ci costano ormai più di 80 miliardi all’anno di interessi. A questi pesi se ne aggiungono altri che ci fanno percepire molto deboli: la demografia in netta discesa; tasse alte che ostacolano i redditi e gli investimenti; produttività in sensibile discesa da molti anni; inefficienza dei sistemi di servizi. I risparmi, qualora si fossero fatti in tempo, avremmo potuti ben investirli per avere più occupati o più sanità ed istruzione, anzichè dissiparli in bonus di ogni tipo, fino a giungere in nome della povertà ad esporsi agli interessi dei costosissimi furbi.
Il Mes dunque è nato dalla libera associazione dei paesi europei, accomunati dalla comune esigenza di premunirsi dall’eventuale default degli Stati più deboli. Una mutua assistenza che interessa naturalmente gli indebitati, ma anche chi non lo è. Se un solo paese europeo viene interessato da default finanziario, in qualche modo trascina in basso anche gli altri. Ma va detto che se in un paese si radica l’idea che i debiti non si pagano mai, come si può dire del nostro, e che anzi si possono aumentare senza sosta e senza darne conto a nessuno, è certo che le soluzioni sottolineate non si comprenderanno mai. Dunque chi è a favore del MES lo sia davvero e non a parole, mettendo al primo punto la riduzione del debito con le soluzioni conseguenti. Chi è contro e vuol liberamente far da solo, responsabilmente dovrà emulare la filosofia di un grande statista della Destra Storica che superò i rischi di default finanziario della nascente italia risorgimentale con la politica economica che in Parlamento passò come “economia sino all’osso” per risollevare l’Italia e prepararla a destini nuovi di grande Nazione.

– foto: Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).

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