Bernardo “Faremo di Milano la capitale internazionale della digitalizzazione”

MILANO (ITALPRESS) – “Oggi le persone si sentono inascoltate, si sentono invisibili, ma Milano e la Città metropolitana sono andate avanti solo perché hanno un gran cuore e una grande anima”. Sono le parole di Luca Bernardo, candidato sindaco per il centrodestra a Milano intervistato da Claudio Brachino per la rubrica “Primo Piano” dell’Agenzia Italpress.
“Un civico vero che si presta alla politica e che promette una campagna elettorale basata sul sociale e sull’ascolto dei cittadini” lo definisce l’intervistatore. Bernardo, medico pediatra, primario all’ospedale Fatebenefratelli, una moglie adorata, Francesca, conosciuta 25 anni fa, e una figlia amatissima, Lucrezia che fra pochi esami finirà la facoltà di giurisprudenza. Il sogno di bambino di fare il pediatra e da 20 anni l’attività per le strade di Milano per curare i più fragili.

“Voglio cancellare l’idea di periferico e rilanciare l’idea di città” puntualizza Bernardo. Una città in cui il candidato sindaco del centrodestra vuole “più prevenzione e più presidi territoriali, come quelli per i ragazzi che hanno diritto a trovarsi e divertirsi in una movida controllata, come un ritorno alla vita in piena sicurezza”. Una città che punta sul lavoro perché “dobbiamo immaginare che debba diventare capitale internazionale della digitalizzazione: arriveranno tanti soldi dal PNRR, dalle Olimpiadi e da investimenti anche esteri: occorrono quindi tavoli permanenti per gestire al meglio tutte le nuove risorse” assicura il candidato sindaco del centrodestra.

Stoccata al sindaco Sala del quale dice “non ho mai detto che è stato un buon sindaco, altrimenti non mi sarei candidato” ma al quale riconosce eleganza e fairplay: “ho molto apprezzato quando è venuto a trovare i miei bambini in reparto”.

Bernardo quindi promette una “campagna elettorale non urlata” ma diretta: “Cosa ha fatto di concreto, di vero Sala negli anni della sua amministrazione? Molto poco” assicura Bernardo, sottolineando i problemi principali dell’occupazione e della sicurezza con una seconda stoccata al sindaco uscente: “Ma dove abita lui per dire che Milano è una città sicura?”.

Altro tema caldo le piste ciclabili che il candidato del centrodestra definisce “disegnate a matita: ci devono essere ma forse non là”; una visione di Amministrazione quindi che Bernardo sintetizza come un “mettere il sogno sulle gambe e farlo camminare”, una visione basata sulla concretezza come la preoccupazione per la prima settimana di settembre in cui “ci saranno contemporaneamente il Salone del mobile e la ripartenza della scuola” e quindi una situazione logisticamente difficile da gestire in un periodo di pandemia.
(Scuola che Bernardo definisce fondamentale perché “i ragazzi devono tornare in presenza, devono costruirsi rapporti e amicizie: è un momento importante per includersi, ovviamente in sicurezza”.

Vaccini quindi sì o no per i ragazzi? Sotto i 12 anni impensabile un invito perché “non abbiamo dati certi” spiega il pediatra, mentre “sopra i 12 anni io dico sì ai vaccini e che la medicina trasmetta informazioni chiare per togliere dubbi e paure”. A proposito del personale sanitario e scolastico il candidato sindaco del centrodestra non ha dubbi: “devono vaccinarsi, altrimenti a casa e senza stipendio”. Un centrodestra unito quello nazionale e quello milanese? Il candidato sindaco Bernardo si sente “supportato in maniera compatta da tutti i partiti del centrodestra: non ci sono mai stati infatti veti sulla mia persona” da parte di nessun partito…

Come in una famiglia ci sono varie sensibilità e questo sottolinea Bernardo “è un bene perché il dialogo sta alla base del lavorare bene, come lavorano bene i consiglieri che mi affiancano e aiutano in questa campagna elettorale, che le persone riconoscono” e che con lui portano avanti il progetto di una Milano sì “capitale della cultura, dello sport e della moda” ma anche una città inclusiva, con barriere architettoniche da abbattere, con grande attenzione all’altro. Una Milano quindi senza discriminazioni “dove uomini e donne valgono per la propria competenza e per la propria voglia di fare”. Una città dove la lotta all’abusivismo viene fatta senza alcun dubbio, dove “chi occupa una casa deve essere obbligato ad uscirne entro 48 ore”.
(ITALPRESS).

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