ROMA (ITALPRESS) – “Portami il futuro” è il titolo del programma ufficiale presentato dal Comune di Gibellina – Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea 2026, promossa dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Le attività della kermesse sono state presentate nella Sala Spadolini del MiC. L’inaugurazione dell’evento avverrà, con una cerimonia ufficiale, il 15 gennaio 2026. La data scelta ha un significato simbolico perché coincide con l’anniversario del terremoto del 1968 che devastò Gibellina e la Valle del Belìce.
Alla presentazione sono intervenuti Salvatore Sutera, Sindaco di Gibellina, Francesca Corrao, Presidente della Fondazione Orestiadi, Francesco Paolo Scarpinato, Assessore dei beni culturali e dell’identità siciliana, Regione Siciliana, Angelo Piero Cappello, Direttore Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, Rosalia D’Alì, Presidente del Distretto Turistico della Sicilia Occidentale e Andrea Cusumano, Direttore Artistico di Gibellina 2026.
“Portami il futuro” nasce come iniziativa corale, costruita in rete con i comuni della Valle del Belìce, i numerosi centri della provincia di Trapani e un ampio partenariato nazionale e internazionale, puntando ad attrarre sul territorio artisti, operatori culturali e visitatori dall’Italia e dal mondo. La manifestazione, sostenuta da Regione Siciliana, Comune di Gibellina, Museo d’Arte Contemporanea Ludovico Corrao e Fondazione Orestiadi, è curata dal Direttore Artistico Andrea Cusumano. Per tutto il 2026, la città sarà animata da un ricco calendario di mostre, residenze, eventi, progetti e attività incentrati sul valore sociale dell’arte e sulla cultura come strumento di rigenerazione e bene comune.
“Nell’ultimo ventennio Gibellina ha subito gli effetti dello spopolamento della crisi economico sociale, come tutti i piccoli centri del meridione. Questa città, che ha un asset di grande valore, deve fare argine alla crisi e generare nuove energie per i giovani. Ci siamo concentrati sul futuro, consapevoli del nostro grande passato”, ha detto Sutera, ricordando il terremoto del 1968 e la rinascita messa in atto e chiedendo “al governo regionale e nazionale di progettare con noi e di continuare a sostenerci affinché questo patrimonio possa prosperare e crescere a partire da gennaio 2027 e per gli anni a seguire”.
Il programma si sviluppa attraverso una rete di sedi diffuse tra la città nuova, il territorio del Belìce e i luoghi della memoria della Gibellina distrutta. Tra esse figurano: la ex Chiesa di Gesù e Maria di Nanda Vigo, oggi centro sociale e spazio di relazione, il Palazzo di Lorenzo e i Giardini Segreti di Francesco Venezia, la Chiesa Madre di Ludovico Quaroni e Luisa Anversa, il Sistema delle Piazze di Franco Purini e Laura Thermes, il Teatro e le grandi opere urbane di Pietro Consagra, insieme alla Fondazione Orestiadi e al Baglio Di Stefano, al MAC Ludovico Corrao, e al Grande Cretto di Alberto Burri, luogo-simbolo della memoria civile e del paesaggio. Accanto a questi poli si uniscono spazi diffusi, info point, centri di ricerca, luoghi rurali e paesaggistici, edifici storici e spazi di prossimità, che includono il CRESM, il lago, le Tenute Orestiadi, l’Epicentro della Memoria Viva e altri luoghi del territorio. Un sistema aperto e dinamico, che trasforma Gibellina e il Belìce in un laboratorio culturale a cielo aperto, dove la memoria si intreccia con la sperimentazione contemporanea e lo spazio diventa strumento di partecipazione e costruzione di comunità. Con Portami il futuro l’invito di Gibellina è di vivere il territorio e questo anno attraverso cinque aree: mostre, residenze, arti performative, educazione e partecipazione, Simposi, conferenze e giornate di studio.
A volo d’uccello, il programma espositivo include le video-installazioni di Masbedo e di Adrian Paci, che abiteranno lo spazio scultoreo del Teatro di Pietro Consagra; un dialogo tra le opere di Carla Accardi, Letizia Battaglia, Renata Boero, Isabella Ducrot e Nanda Vigo offrirà uno sguardo capace di ispirare le giovani generazioni di artisti; una grande mostra sul Mediterraneo; la collezione di arte contemporanea della famiglia Galvagno, fondatrice di Elenka, proporrà un focus su artisti siciliani già affermati, mentre quella del collezionista Peppe Morra racconterà il suo percorso di mecenate e promotore culturale. Nel corso dei dodici mesi sarà presentata un’installazione dell’artista parigino Philippe Berson, che scelse la Sicilia come luogo di vita e di lavoro. A questo si affianca il progetto dei prìsenti, drappi processionali realizzati da grandi artisti, protagonisti della mostra Domestic Displacement. Grazie alla collaborazione con Riso – Museo d’arte moderna e contemporanea di Palermo, sarà riallestita, dopo anni, l’opera ambientale Circle of Life di Richard Long; mentre l’artista cinese Liu Bolin si confronterà con le ferite lasciate dal terremoto. A questo si affiancano le fotografie e le installazioni di un’edizione speciale del festival Gibellina Photoroad; un reportage dedicato agli artisti contemporanei del Ghana; una mostra fotografica di Giuseppe Ippolito sul rapporto con il Grande Cretto di Alberto Burri e Atlante Elimo con le mappe di Alessandro Isastia e i disegni di Marzia Migliora; riflessioni sul Mar Mediterraneo e sull’Outsider Art; pratiche artistiche legate alla memoria e narrazioni dedicate alle geografie del territorio.
L’ex chiesa di Gesù e Maria, progettata da Nanda Vigo restaurata e riaperta per l’occasione, e la sede della Fondazione Orestiadi, daranno spazio all’avvio di una serie di processi artistici condivisi. Tra teatro e performance artistiche, cinema e musica si pone il coinvolgimento di artisti nazionali e internazionali: Regina José Galindo, Roberto Andò, Mimmo Paladino ed Emilio Isgrò, insieme a interventi site-specific, tra cui quello del collettivo Shaken Grounds – Sismography of Precarious Presences. Spazio anche a rassegne: 45° Festival delle Orestiadi a BAM – Biennale Arcipelago Mediterraneo. Portami il futuro si concentra anche sul coinvolgimento attivo della comunità cittadina e delle scuole con laboratori, attività di formazione, progetti intergenerazionali e percorsi rivolti alle comunità: laboratori di ricamo Artensis, mostre documentarie, tende allestite come Info Point e laboratori con gli artisti in residenza, podcast e percorsi di educazione all’arte aperti a tutte le fasce di pubblico. In collaborazione con istituti di ricerca e università nazionali e internazionali, tra cui LUISS, IULM, Università La Sapienza di Roma, Università di Palermo, Accademia di Belle Arti di Palermo, Accademia di Brera e Accademia di Belle Arti di Venezia, Gibellina diventerà centro nevralgico del dibattito sulla contemporaneità.
– foto xl5/Italpress –
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