NAPOLI (ITALPRESS) – “Io sciopero contro una legge di bilancio ingiusta”: questo il testo dello striscione che apre il corteo di una Napoli stamattina particolarmente coinvolta nella mobilitazione anti manovra invocata dalla Cgil. Circa 10mila, fanno sapere gli organizzatori, i partecipanti alla manifestazione partita da piazza del Gesù per raggiungere Municipio dove era allestito il palco per gli interventi dei sindacati. Un mare di bandiere rosse sventolanti su via Medina mentre in città buona parte dei lavoratori del trasporto pubblico incrociava le braccia: già dalle prime ore della mattina alla stazione centrale erano segnalate cancellazioni per i treni regionali, ma la situazione si è ulteriormente aggravata allo scadere della fascia di garanzia comunicata da Trenitalia (30% del personale mobile aderente allo sciopero), Eav e Anm. Limitazioni di corse e soppressioni varie sulle linee della vesuviana mentre a Napoli, a partire dalle 9 e fino alle 17, sospeso il servizio sulla Linea 1 della metropolitana e per le funicolari di Montesanto e Mergellina con la Centrale chiusa al pubblico come da programma per un monitoraggio sulla sicurezza dell’impianto. Per quanto riguarda le aziende metalmeccaniche della Campania, nella provincia del capoluogo di Regione si sono registrate adesioni dell’80% alla Marelli, alla San Giorgio e alla Lmc, 65% alla Lear, 50% alla Tiberina. A Benevento adesione totale alla Hanon Systems e al 95% alla Ficomirrors.
Nella provincia di Salerno, 79% alla Sirti di Sala Consilina, 74% alla Sonoco. A Caserta infine 90% alla Italcoat, alla Firma e alla Haiki Metals, 60% alla Getra Power. Presente alla manifestazione partenopea anche una delegazione di Repubblica, capitanata dal giornalista Antonio Di Costanzo, che a nome dei colleghi in sciopero ha letto un documento contro l’annunciata cessione del gruppo editoriale Gedi. Tra gli interventi a piazza Municipio anche quello del segretario generale della Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, prima delle conclusioni affidate al segretario Cgil nazionale, Luigi Giove. “Noi diciamo no a questa manovra, ma soprattutto diciamo al Governo che cominci ad ascoltare le lavoratrici e i lavoratori, cominci ad ascoltare le loro richieste e le loro rivendicazioni perché è arrivato il momento di smetterla con la propaganda e di cominciare a dare delle risposte vere” dice Giove parlando all’Italpress poco prima di salire sul palco.
“Siamo in 52 piazze – ricorda – e allo sciopero generale hanno aderito tantissime lavoratrici e tantissimi lavoratori contro una manovra di bilancio, ingiusta e persino dannosa. Non ci sono risposte in sanità, non ci sono risorse per l’istruzione, per le infrastrutture e per il Sud Italia che continua a vedere decine di migliaia di giovani emigrare all’estero per trovare misure di lavoro decenti. E’ arrivato il momento di cambiare impostazione e soprattutto è arrivato il momento di smettere questa assurda corsa al riarmo: con quelle risorse – conclude Giove – si potrebbero creare tanti investimenti, si potrebbe creare lavoro vero, stabile, sicuro, si potrebbero creare infrastrutture, servizi sociali, servizi per le persone”.
– foto xc9/Italpress –
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