ROMA (ITALPRESS) – L’ordine esecutivo firmato dal presidente americano Donald Trump che designa alcuni rami della Fratellanza Musulmana come organizzazioni terroristiche straniere rappresenta “il colpo finanziario più duro subito dal movimento dalla sua fondazione, quasi un secolo fa”. Lo afferma in un’intervista ad Italpress Abubakr al-Deeb, consulente del Centro Arabo di Studi, ricercatore in relazioni internazionali ed economia politica.
“Non si tratta solo di un atto simbolico – spiega al-Deeb – ma dell’avvio della più vasta operazione di prosciugamento delle fonti di finanziamento mai vista, sia dirette sia attraverso facciate economiche, associazioni caritatevoli e società transnazionali”.
Secondo l’esperto, l’inclusione dei rami egiziano, libanese e giordano nella lista americana mette sotto la lente l’intera struttura economica della Fratellanza, che per decenni si è basata su una rete finanziaria decentralizzata e stratificata: scuole, cliniche, imprese edili dichiarate; società di facciata; economia parallela alimentata da quote degli affiliati; finanziamenti esteri da donatori e organizzazioni amiche.
“Il vero danno – sottolinea al-Deeb – colpirà soprattutto le società di copertura e l’economia sommersa. Il sistema finanziario globale, legato al dollaro, permetterà agli Stati Uniti di congelare beni, bloccare bonifici, chiudere conti e inserire aziende sospette nelle liste di controllo. Banche internazionali rifiuteranno di trattare con questi soggetti, rendendo di fatto asfissianti le attività transfrontaliere”.
L’esperto prevede pesanti ripercussioni anche sulle imprese operanti in settori come costruzioni, cambiavalute, istruzione privata, commercio internazionale e logistica, nonché sugli investimenti immobiliari e sulle associazioni caritative usate come canale di trasferimento fondi.
“Il provvedimento creerà un vuoto finanziario che richiederà anni per essere colmato – prosegue – con calo di fiducia tra i finanziatori locali, ritrosia degli imprenditori a continuare il sostegno e difficoltà nel movimento di capitali tra Paesi”.
Al-Deeb non ritiene che il giro di vite porterà alla scomparsa dell’economia della Fratellanza, ma la costringerà a una drastica riconversione: meno dipendenza dai circuiti bancari internazionali, maggiore ricorso al contante, riduzione delle dimensioni delle società di copertura e ritorno a reti strettamente locali, tutte opzioni “meno efficienti e molto più rischiose”.
“Le sanzioni finanziarie – conclude il ricercatore – sono sempre più efficaci di quelle politiche: interrompono i flussi, smascherano le facciate, mandano in tilt i conti e indeboliscono la capacità organizzativa. Nei prossimi mesi vedremo una completa ridisegnazione della mappa economica della Fratellanza nella regione”.
-Foto ufficio stampa al-Deeb-
(ITALPRESS).









