STARANZANO (ITALPRESS) – “La firma di questo Documento d’intenti segna un passaggio di grande rilievo per la nostra Regione e per tutti i territori attraversati dall’Isonzo. Non è una firma qualunque: è l’inizio di un percorso che punta a dare una governance forte, condivisa e moderna a un fiume che, per la sua natura, non appartiene a un solo territorio ma a due Stati, due comunità e due culture strettamente intrecciate. Questo è il momento in cui i soggetti coinvolti scelgono di sottoscrivere un documento che unisce obiettivi, responsabilità e visione. La Regione sosterrà questo percorso con convinzione e continuità”.
È il concetto espresso dall’assessore regionale alla Difesa dell’ambiente, energia e sviluppo sostenibile Fabio Scoccimarro alla firma, avvenuta questa mattina nel municipio di Staranzano, del Documento d’intenti verso il contratto di Fiume Isonzo, da parte oltreché della Regione, dall’Autorità di Bacino distrettuale delle Alpi Orientali, dai Comuni di Gorizia, Farra D’Isonzo, Fiumicello Villa Vicentina, Fogliano Redipuglia, Gradisca, Grado, Mariano del Friuli, Ronchi dei Legionari, Ruda, Sagrado, San Canzian d’Isonzo, San Pier d’Isonzo, Savogna d’Isonzo, Staranzano, Turriaco e Villesse, dagli Ordini degli Ingegneri e quello degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della provincia di Gorizia, da Irisacqua, dai Consorzi di bonifica della Venezia Giulia e della Pianura Friulana, dei Circolo Legambiente “Ignazio Zanutto” e di Gorizia, dall’Associazione Ambientalista Eugenio Rosmann, dall’Associazione Lacus Timavi, dall’Associazione Punta Barene e dell’Associazione per la Conservazione della Natura Co.Na.
Scoccimarro ha rimarcato che “l’Isonzo è un fiume ‘sacro’ alla Patria, ma è anche un fiume vivo, che attraversa riserve naturali, aree di pregio ambientale e luoghi di grande valore paesaggistico e sociale. Proteggerlo significa investire sulla sicurezza idraulica, sulla qualità dell’acqua, sulla biodiversità e, allo stesso tempo, su un modello di sviluppo territoriale fondato sulla sostenibilità, sulla mobilità lenta e sulla valorizzazione delle identità locali. La natura transfrontaliera dell’Isonzo rende questo contratto molto più di uno strumento di pianificazione ambientale: un vero e proprio ponte di cooperazione internazionale. Per questo, la Regione Friuli Venezia Giulia ha voluto inserire nel Documento di Intenti un obiettivo specifico di governance, volto ad attivare interlocuzioni con il ministero degli Affari esteri e a valorizzare il ruolo della Commissione mista Italo-Slovena per l’Idroeconomia, istituita nell’ambito dell’Accordo di Osimo del 1975. È in quella sede che si possono affrontare con serietà e con strumenti adeguati questioni centrali come la gestione delle portate e delle derivazioni idroelettriche, che incidono in modo rilevante sulla vita ecologica e idrologica del fiume”.
Ringraziando la senatrice Francesca Tubetti, anch’ella presente, per l’azione di sensibilizzazione svolta nei confronti del Governo e in particolare del Ministero degli esteri, Scoccimarro ha sottolineato che “grazie a questo dialogo politico-istituzionale, lo strumento del Contratto di Fiume potrà rafforzare la capacità negoziale del territorio e della Regione nei confronti della controparte slovena, rendendo più efficace il lavoro della Commissione Mista. Tra i temi aperti figura anche la questione della diga di Solkan, un nodo tecnico e politico che condiziona i flussi idrici a valle e che da tempo è oggetto di attenzione da parte dei territori. Anche su questo fronte, il Contratto di Fiume potrà rappresentare uno strumento utile a far emergere con chiarezza le istanze locali, dando loro un canale di dialogo istituzionale diretto e strutturato”. L’assessore ha infine spiegato che il Contratto di Fiume “punta a superare frammentazioni amministrative, costruendo un quadro unitario in cui le pianificazioni comunali, regionali e nazionali possano dialogare efficacemente dando voce al territorio”.
– Foto Regione Friuli-Venezia Giulia –
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