ROMA (ITALPRESS) – “L’Italia la chiama protezione. Noi lo chiamiamo sabotaggio. La flottiglia prosegue. Rompere il blocco è un dovere morale e legale che il mondo non può abbandonare”. Lo scrive in un post su ‘X’ la Global Sumud Flotilla.
LA RISPOSTA DELLA PREMIER MELONI
La Presidente del Consiglio ha definito la Global Sumud Flotilla un pericolo per il “piano di pace” americano. Avete letto bene: civili disarmati, attivisti nonviolenti e navi cariche di farina e medicinali sarebbero una minaccia alla stabilità. Il paradosso è evidente: si chiama pace un progetto che condanna Gaza a restare prigione a cielo aperto, e si bollano come “nemici” coloro che tentano di spezzare un assedio illegale”. Lo scrive in una nota la delegazione italiana del Global Movement to Gaza.
“Stanotte non è a rischio solo l’equipaggio della Flotilla, ma il diritto internazionale stesso, calpestato da un Governo che preferisce accodarsi ai diktat di una strategia neocoloniale. Diversi Paesi hanno scelto di rispettare la legge; l’Italia, invece, certifica la propria noncuranza. Colpisce che la Presidente Meloni non abbia mai pronunciato la parola “legalità” e non abbia citato l’artefice del genocidio: lo Stato di Israele. Non una calamità naturale, non una “guerra”, ma la responsabilità precisa di un potere che assedia, affama e bombarda una popolazione civile.A fine agosto l’OMS aveva lanciato l’allarme: entro la fine di settembre oltre 640 mila persone a Gaza sarebbero entrate in carestia — l’equivalente dell’intera città di Palermo”, conclude la nota.
MARINA ISRAELIANA PRONTA A INTERVENIRE
In vista dell’arrivo nella acque antistanti la Striscia di Gaza delle imbarcazioni della Global Sumud Flotilla nelle prossime 24 ore, l’emittente pubblica israeliana Kan ha svelato il piano della Marina militare israeliana per fermare la missione. “Israele non intende consentire alle navi di rompere il blocco navale imposto alla Striscia di Gaza dopo la presa del controllo dell’enclave da parte di Hamas nel 2007, per non creare un precedente. A causa dell’elevato numero di navi, il piano israeliano è di prenderne il controllo utilizzando l’unità speciale di incursori Shayetet 13 e della Marina”, riferisce Kan. La Flotilla è composta da una cinquantina di imbarcazioni con a bordo più di 500 attivisti filo-palestinesi provenienti da 40 Paesi. Le navi capofila sono arrivate nelle ultime 24 ore a nord di Alessandria d’Egitto e si trovano a circa 170 miglia nautiche da Gaza, riferiscono i media israeliani.
Secondo il piano, prosegue Kan, “centinaia di attivisti saranno trasferiti su grandi navi militari e condotti da Israele nel porto di Ashdod per essere interrogati e deportati”. Inoltre, considerando che il contingente della Flotilla è composto da “circa cinquanta imbarcazioni, non sarà possibile trainarle in porto, quindi alcune saranno affondate in mare”. L’emittente aggiunge che “Israele non ha mai affrontato un evento del genere in passato, e la gestione della flottiglia, che sta cercando di rompere il blocco navale di Gaza, probabilmente continuerà anche durante lo Yom Kippur”, una festa ebraica prevista da domani al 2 ottobre.
SA’AR “ASCOLTATE MELONI, NON È TROPPO TARDI”
“Ascoltate il primo ministro italiano Giorgia Meloni. Non è troppo tardi: ribadiamo l’appello del governo israeliano, del governo italiano e del Vaticano a trasferire pacificamente qualsiasi aiuto attraverso il porto di Cipro, il porto turistico di Ashkelon o qualsiasi altro porto della regione verso Gaza”. Così su X il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa’ar, che rilancia il post pubblicato da Meloni. “Gli Stati Uniti, Israele e i leader del Medio Oriente e di tutto il mondo stanno cercando di porre fine alla guerra. L’attenzione dovrebbe essere rivolta alla de-escalation, non ad orchestrare provocazioni, come la flottiglia Hamas-Sumud”, conclude il capo della diplomazia israeliana.
IDF “SCOPERTI DOCUMENTI A GAZA, FINANZIAMENTO DI HAMAS”
Documenti ufficiali di Hamas rinvenuti nella Striscia di Gaza dimostrerebbero il coinvolgimento diretto del gruppo terroristico palestinese Hamas nel finanziamento della Global Sumud Flotilla, che nei prossimi giorni dovrebbe arrivare sulle coste della Striscia di Gaza. Lo riferisce il portavoce delle Forze di difesa israeliane (Idf).
I documenti mostrerebbero un legame diretto tra i leader della flottiglia e l’organizzazione terroristica di Hamas. Una lettera del 2021 firmata dall’allora capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, sostiene pubblicamente l’organizzazione Pcpa, designata da Israele come organizzazione terroristica nel 2021 in quanto ala di Hamas. Il secondo documento ufficiale di Hamas rinvenuto è un elenco di membri del Pcpa ((Conferenza palestinese per i palestinesi all’estero), alcuni dei quali sono noti agenti di Hamas di alto rango. Tra i nomi dell’elenco ci sono Zaher Birawi, capo del settore Hamas del Pcpa nel Regno Unito e noto per aver guidato le flottiglie dimostrative nella Striscia di Gaza negli ultimi 15 anni, e Saif Abu Kashk, un agente dell’organizzazione in Spagna.
SCOTTO “SE ARRESTATI CI METTEREMO IN UNA POSIZIONE PACIFICA”
“In questo momento siamo circa a 190 miglia da Gaza, realisticamente giovedì mattina saremo lì. L’ingresso nelle 150 miglia, che Israele ritiene esser zona di intercettazione marittima, avverrà stanotte, quando realisticamente dovrebbe esserci l’intercetto delle autorità israeliane, abbiamo informazioni molto concrete in merito”. Lo dice a Rai Radio1, collegato con Un Giorno da Pecora da una barca della Global Sumud Flotilla, è il deputato Pd Arturo Scotto, intervistato da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari. Il ministro Crosetto ha detto che firmerebbe per un vostro arresto perché è il minore dei mali. “Non sono in grado di valutare questa dichiarazione, penso però che si tratterebbe di un arresto illegale perché compiuto in acque internazionali”. E’ probabile che sarete arrestati: come si immagina questo possa avvenire? “In modo formale: probabilmente ci sarà un abbordaggio delle singole imbarcazioni – ha detto Scotto a Rai Radio1 – noi ci metteremo in una posizione pacifica”. E’ molto preoccupato? “E’ naturale, ma non tornerei indietro: sono convinto di aver fatto la cosa giusta”.
-Foto IPA Agency-
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