L’Università Statale di Milano pubblica una mappa sulla contaminazione dei ghiacciai italiani

MILANO (ITALPRESS) – Il rapido arretramento dei ghiacciai, legato all’aumento delle temperature globali, non comporta solo una riduzione delle riserve idriche e l’innalzamento del livello dei mari, ma anche un nuovo rischio: il rilascio di inquinanti accumulati nel corso dei decenni. A dimostrarlo uno studio condotto dal gruppo di ricerca dell’Università Statale di Milano guidato da Marco Parolini, professore presso il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali, con il sostegno di One Ocean Foundation e Giorgio Armani SpA, all’interno del più ampio progetto “Il mare inizia da qui” della Fondazione.

L’indagine, pubblicata sulla rivista scientifica Archives of Environmental Contamination and Toxicology, ha coinvolto 16 ghiacciai italiani, mappando la presenza di inquinanti organici e inorganici e ipotizzando le rispettive sorgenti di contaminazione. I risultati mostrano come i ghiacciai, considerati a lungo i “congelatori” del Pianeta, siano oggi vere e proprie sentinelle ambientali: accumulano sostanze inquinanti prodotte dall’essere umano e, con la loro fusione accelerata a causa del cambiamento climatico, rilasciano tali composti nei corsi d’acqua.

Queste sostanze, tra le quali figurano metalli pesanti, composti organici persistenti (POP) come DDT e PCB e altri contaminanti emergenti, trasportate per via atmosferica o derivanti da sorgenti locali riconducibili a diverse attività antropiche, rimangono intrappolate nel ghiaccio per anni.

Il loro rilascio durante la fusione minaccia la qualità delle acque e la salute degli ecosistemi a valle, evidenziando l’interconnessione tra gli ecosistemi montani e quelli vallivi attraverso il ciclo dell’acqua.

“Con il progetto “Il mare inizia da qui” vogliamo mostrare in modo concreto come il ciclo dell’acqua sia un sistema unico e interconnesso: ciò che accade sulle cime delle montagne ha effetti diretti sugli ecosistemi vallivi e marini”, ha dichiarato Jan Pachner, Segretario Generale di One Ocean Foundation.Inoltre, il progetto si inserisce in parallelo con le attività della Fondazione nel Mar Mediterraneo, dove monitoriamo gli stessi inquinanti analizzati nei ghiacciai, evidenziando ancora una volta la profonda connessione tra ecosistemi solo apparentemente lontani”.

-Foto ufficio stampa Unimi-
(ITALPRESS).

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