Bankitalia, in Liguria economia in debole crescita e prevale l’incertezza

GENOVA (ITALPRESS) – Una debole crescita del 0,5%, leggermente inferiore al dato italiano e in rallentamento rispetto al 2023, con una parola d’ordine ancora dominante: incertezza. È la fotografia dell‘economia della Liguria nel 2024 scattata dalla Banca d’Italia che oggi ha presentato il suo rapporto annuale nella sede di Genova.

“Ci troviamo in un contesto generale di domanda debole a livello globale, di tensioni geopolitiche e commerciali che rendono la situazione piuttosto incerta e che non fanno fare alcuna previsione sul futuro prossimo. Le prospettive sono ragionevolmente improntate ad una certa prudenza”, commenta la direttrice della sede genovese di Bankitalia, Raffaella Di Donato.

Sale marginalmente la produzione industriale, rallentano le costruzioni dato l’impatto minore delle agevolazioni fiscali connesse, ma le opere pubbliche continuano a sostenere il settore. Stazionaria l’attività nel terziario, con una piccola crescita delle presenze turistiche grazie agli stranieri. Nonostante le incertezze a livello globale i traffici mercantili accennano a crescere.

L’occupazione in Liguria si è stabilizzata, con un incremento degli autonomi e un marginale calo dei dipendenti. “Un segnale positivo – osserva Di Donato – è il recupero del potere d’acquisto che in termini reali si situa intorno all’1,4% e questo risente sia dell’aumento delle retribuzioni sia del fatto che l’inflazione ha avuto un impatto negativo inferiore rispetto agli altri anni”. Il credito al consumo continua a crescere sostenendo la spesa delle famiglie, i mutui si sono leggermente ridotti. “Chiaramente adesso il tasso fisso ha incorporato l’andamento di più lungo periodo dei tassi e quindi aumenta la preferenza del tasso fisso rispetto al tasso variabile. E non sbagliano gli italiani a fare questo”, commenta la direttrice. Sul lato del risparmio “c’è stato un leggero calo dei depositi per quanto riguarda le famiglie – aggiunge Di Donato – ma a fronte di questo abbiamo rilevato un aumento degli investimenti, soprattutto in titoli di stato, che, seppure non in maniera così tumultuosa come l’anno precedente, hanno continuato ad aumentare. Qui c’è stato un effetto di quantità, cioè di nuove sottoscrizioni, sia un effetto di prezzo. È vero, c’è una diminuzione della parte più liquida, però ci sono investimenti, soprattutto in titoli”.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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