BARI (ITALPRESS) – “Se sono qui a sostegno di Decaro? Sono qui per la vittoria del centrosinistra. Siamo in campagna elettorale e dobbiamo combattere per la vittoria del centrosinistra. Ma per la verità mi ha invitato il mio amico Ubaldo Pagano per presentare il mio libro. Quindi sono qui innanzitutto per fare una riflessione politica sulla condizione della democrazia del nostro Paese e anche, se si vuole, sulla condizione del Partito Democratico del centrosinistra”. Così il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha parlato questa sera a margine dell’evento “Amministrare i territori – Conversazione a due voci ispirata al nuovo libro di Vincenzo De Luca “La Sfida”, incontro promosso dall’associazione “Bari Libera” che ha visto anche la partecipazione di Ubaldo Pagano, deputato del Partito Democratico e candidato al Consiglio regionale pugliese. Nel pubblico, il governatore Michele Emiliano.
“Io – ha affermato De Luca – credo che la democrazia così come l’abbiamo conosciuta sia morta e finita. Non vi sono più i contenuti essenziali di una democrazia vera e liberale nell’equilibrio dei poteri, né soprattutto una rappresentanza che abbia un valore. Uno dei dati drammatici per esempio è che è saltato quello che era l’elemento fondamentale del sistema democratico: il voto universale, il suffragio universale. Ormai votano le minoranze. I rappresentanti che mandiamo a Roma non rappresentano neanche la loro ombra, né territori, né aree sociali. Sono saltati gli equilibri fra i poteri, è rimasto in piedi solo il potere esecutivo. Ma soprattutto è saltata l’adesione dei cittadini alla democrazia. Ci sono sondaggi che sono drammaticamente preoccupanti: se si domanda ai cittadini, non solo in Italia, in Europa, se preferiscono la sicurezza o la libertà, la maggioranza dei cittadini dice la sicurezza. Poi ovviamente abbiamo limiti interni anche ai diversi sistemi. In Italia in modo particolare abbiamo un elemento che ci penalizza più di di tutti gli altri Paesi ed è la palude burocratica, l’incapacità di promuovere le riforme impossibili: quella della giustizia, quella della sanità, quella del fisco e quella delle autonomie. Avremmo bisogno di unire le forze democratiche per dieci anni per fare queste riforme, ma non vi sono classi dirigenti adeguate. Un altro elemento della sfida è la sfida a questo ceto politico, che mi pare francamente inadeguato ai compiti di governo dell’Italia”.
Un male che secondo il governatore campano riguarda non solo Schlein e il Pd, ma “tutto il sistema politico italiano, perché il metodo di selezione dei gruppi dirigenti dentro i partiti è legato o al correntismo o alla casualità. Le forze politiche storiche avevano dei percorsi di lavoro, di fatica, di maturazione, di conoscenza delle amministrazioni e delle macchine amministrative e qui ti ritrovi a volte a Roma personaggi che sono delle nullità politiche totali e questo purtroppo è un problema che riguarda tutte le forze politiche”. Una battuta De Luca la dedica al suo amico Michele Emiliano, grande assente di queste tornata elettorale in Puglia. “Proprio perché è assente – ha detto – l’ho visto con la pelle morbida e vellutata, tutto rilassato, perché non è candidato. Sta meglio”.
Poi una riflessione più seria su ciò che accomuna Puglia e Campania, ovvero “la sofferenza sociale, il fatto che condividiamo una condizione del Sud che è sicuramente contraddittoria e non abbiamo un quadro unitario. Ma c’è per esempio un dato che unisce drammaticamente tutto il Sud: l’inverno demografico. La perdita di centinaia di migliaia di giovani rimane la grande tragedia del Sud. Non siamo riusciti a impedire questa fuga di giovani e a creare le condizioni di vita e di lavoro per un’intera generazione. Questo richiederebbe uno sforzo nazionale straordinario. Richiederebbe uno sforzo di investimenti straordinario, cioè una crescita del sud del 5, 6 o 7% l’anno per affrontare i problemi dell’area meridionale. Rimane un divario delle infrastrutture, rimane un divario per la sanità Quelle del sud, escluse la Basilicata, sono le regioni più penalizzate nel riparto del Fondo sanitario nazionale, la Campania più di tutte. Avremmo bisogno di un Governo con una ben altra ispirazione ideale. Il problema del Mezzogiorno richiede innanzitutto questo senso di patria, vero e senso dell’unità nazionale. Non serve ripetere 100 volte la parola nazione, servono politiche patriottiche, cioè la convinzione che l’Italia o è unita o non è più l’Italia, è un’altra cosa”.
“Io e De Luca – ha sottolineato Michele Emiliano – abbiamo lavorato insieme per un decennio. Abbiamo fatto un lavoro importante per il Mezzogiorno, lavorando nella conferenza delle regioni per ridare dignità e ruolo a tutto il Sud. È una di quelle personalità che riempie non solo i giornali, ma la testa delle persone di idee, stimoli, giustizia, considerazione anche del ruolo fondamentale che dentro il centrosinistra deve avere la componente umana, legata ai grandi valori che noi incarniamo. Abbiamo fatto insieme una battaglia durissima nei confronti di coloro che stavano perpetrando il genocidio nei confronti del popolo palestinese”. “Ovviamente – ha concluso – proseguiremo insieme. Il termine del nostro mandato politico non significa che smetteremo di collaborare e lavorare tutti insieme. Le stoccate di De Luca ad Antonio Decaro? Fanno parte della sua personalità, sono valutazioni che esprime liberamente e che ovviamente sono sue personali, non riguardano anche chi va a sentirlo e ad ascoltarlo”.
– foto xa2/Italpress –
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