VIAGGIO NEL MONDO DELLA SCIENZA, ENRICO FERMI

Enrico Fermi è stato giudicato il più grande scienziato italiano dopo Galileo Galilei, al pari di Alessandro Volta e Guglielmo Marconi. A sostegno di questa affermazione, già basta l’affermazione che il Prof. Giulio Pittaluga – ordinario di geometria descrittiva nell’Università di Roma – diede sul giovane Enrico dopo il compito di ammissione alla Scuola Normale Superiore di Pisa, rimanendo strabiliato:

nella sua lunga carriera non aveva mai incontrato uno studente con capacità dottrinali così straordinarie e si disse certo che sarebbe diventato un importante scienziato.

Fermi fu l’ultimo scienziato a operare in modo eccelso, nella sua disciplina, a livello sia teorico sia sperimentale, e a dominare ogni aspetto, dalla fisica nucleare all’astrofisica, dalla fisica delle particelle alla geofisica. 

Con la sua scomparsa sparì l’ultimo fisico che abbia dominato tutta la disciplina, sia teorica che sperimentale e non è da attendersi che si possa vederne l’uguale in avvenire. L’uomo che sapeva tutto.

Enrico Fermi nacque a Roma il 29 settembre 1901, da Alberto e da Ida de Gattis. Anche se Enrico venne battezzato, né a casa né a scuola ricevette un’educazione religiosa e rimase indifferente a ogni religione, filosoficamente agnostico per tutta la vita.

Enrico fu scolaro modello. Fin da bambino nutrì un grande interesse per la fisica e la matematica; frequentò il ginnasio-liceo Umberto a Roma. Successivamente si iscrisse all’Università e concorse per un posto alla “Scuola Normale Superiore” di Pisa. Subito dopo la laurea, nel 1922, Fermi fu presentato a Orso Mario Corbino –  siciliano di Augusta, direttore dell’Istituto fisico di Roma, senatore, ministro della Pubblica Istruzione e dell’Economia con Mussolini, pur non essendo iscritto al partito fascista. Corbino aveva un grande disegno: quello di far risorgere la fisica in Italia Egli comprese che Fermi era l’uomo giusto per realizzare il suo progetto e lo protesse, incoraggiò e aiutò costantemente.

Nacque la Scuola fisica romana, i cosiddetti “ragazzi di via Panisperna” All’Istituto vi era l’uso di dare soprannomi ricavati da storie varie; oltre a quelli già ricordati, Fermi era “il Papa”, Corbino “il Padreterno”, Rasetti quando non era “Venerato Maestro” diventava “Cardinal Vicario”, Segrè era qualche volta “Basilisco”, qualche volta “Prefetto alle biblioteche”; Majorana veniva spesso definito “il Grande Inquisitore” e così via.

Fermi ebbe per Corbino venerazione del discepolo, che andò sempre crescendo negli anni. Orso Mario era molto abile, ma ciò che lo distingueva radicalmente dai tanti politicanti universitari era l’elevatezza dei suoi fini e la sicurezza del suo giudizio. 

Per valutare l’uomo e lo scienziato Corbino riportiamo la commemorazione del Presidente del Senato, nel 1937. “…Non par vero che siano venuti a mancarci imprevedutamente quella ribollente  energia di vita ancora così giovanile, quel tesori di ingegno tanto preziosi e originale, che, lungi dall’esaurirsi nel severo lavoro della cattedra e del gabinetto, e in molteplici e importanti attività scientifiche e tecniche al servizio dello Stato… Il nome del principe della fisica contemporanea resterà legato alla purezza adamantina delle intenzioni, visione chiara e costante dei fini della Patria che ispirarono ogni suo atto…”

Nel 1938 fu assegnato a Fermi il Nobel per la fisica, con la seguente motivazione: “per la scoperta di nuove sostanze radioattive… e del potere selettivo dei neutroni lenti”. Dopo Stoccolma, Fermi il 24 dicembre 1938 salpò da Southampton sul Franconia diretto a New York. Questa partenza segnava la fine di un’epoca memorabile per la fisica e la scienza italiana, a seguito delle leggi razziali.

Negli Stati Uniti, dopo aver lavorato alla Columbia University, si trasferì a Chicago dove, nel 1942, entrò in funzione la prima pila nucleare, progettata e costruita da Fermi, Nel 1944 si trasferì a Los Alamos e lavorò allo sviluppo delle applicazioni belliche dell’energia nucleare. Dopo la guerra rientrò all’Università di Chicago, dove creò una nuova fiorente scuola scientifica, che si impose a livello mondiale per vari decenni. Rivisitò l’Italia, nel 1954, per tenere un indimenticabile corso sulla fisica dei pioni a Varenna, ma era ormai gravemente malato.

Il suo ultimo contributo riguarda, infine, gli studi sulla nascita dei calcolatori, e sulle loro applicazioni a problemi di alta complessità matematica (come l’origine della turbolenza) cui Fermi si dedicò nell’ultimo anno di vita. Rientrato negli USA fu. sottoposto a intervento chirurgico esplorativo per tumore maligno inoperabile allo stomaco. Fermi mori, ad appena 53 anni, il 29 novembre 1954.

I suoi capolavori furono la statistica quantistica; la teoria dei raggi beta, con l’introduzione di una nuova forza della natura, l’interazione debole con una sua innovativa costante universale; il lavoro sui neutroni, culminante nella liberazione dell’energia atomica, una pietra miliare nella storia dell’umanità.

Anche la medicina deve un tributo a Fermi, Rasetti, Segrè e alla scuola fisica romana. Gli studi di Fermi svilupparono, infatti, il settore delle discipline fisico-nucleari applicate alle scienze mediche; le ricerche sui metabolismo umano; l’applicazione delle sostanze radioattive artificiali nella diagnostica e terapia medica. Fermi – con grande lungimiranza – aveva intuito “promettentissimi inizi”, sull’applicazione delle sostanze radioattive artificiali, quali indicatori per lo sviluppo delle reazioni chimiche e del metabolismo, e sull’utilità della sostituzione delle sostanze radioattive artificiali a quelle naturali per gli usi terapeutici. Nascevano la moderna radiobiologia e la medicina nucleare. 

Dopo le sue grandi scoperte Fermi, anche nell’età matura si interessò di computers e di meccanica quantistica – che ha trasformato ogni aspetto di scienza, biologia, astrofisica – senza della quale oggi non vi sarebbero dispositivi elettronici, cellulari, Google e mondo digitale. 

I nuovi orizzonti dell’astrofisica hanno posto il quesito se siamo soli nell’universo. “Ma dove sono tutti quanti?” Così pare che abbia esclamato il fisico Fermi riflettendo sul fatto che, dato l’enorme numero di stelle che popolano l’Universo, dovrebbero essere numerosissime anche le civiltà extraterrestri. Anche in questo settore un antesignano dotato di insaziabile curiosità di conoscere. Caratteristica principale del grande uomo di scienza.

Adelfio Elio Cardinale

Vuoi pubblicare i contenuti di Italpress.com sul tuo sito web o vuoi promuovere la tua attività sul nostro sito e su quelli delle testate nostre partner? Contattaci all'indirizzo [email protected]