TANGENTI TRA LOMBARDIA E PIEMONTE, 43 ORDINANZE

Con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e alla turbativa d’asta, i carabinieri di Monza e la guardia di finanza di Varese hanno eseguito 43 ordinanze di custodia cautelare – 12 in carcere, 16 ai domiciliari, 3 all’obbligo di dimora e 12 all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria – per esponenti politici, amministratori pubblici e imprenditori, tra Lombardia e Piemonte.
Si tratta di una vasta operazione effettuata nelle province di Milano, Varese, Monza e Brianza, Pavia, Novara, Alessandria, Torino e Asti, che vede coinvolti 250 militari. Le persone coinvolte sono ritenute a vario titolo responsabili di associazione per delinquere aggravata dall’aver favorito un’associazione di tipo mafioso, e finalizzata al compimento di plurimi delitti di corruzione, finanziamento illecito ai partiti politici, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, false fatturazione per operazioni inesistenti, autoriciclaggio e abusi d’ufficio.
I provvedimenti sono stati emessi dal Gip del tribunale di Milano Raffaella Mascarino, su richiesta della Procura-Direzione distrettuale antimafia, al termine dell’indagine condotta dalla compagnia della guardia di finanza di Busto Arsizio (Varese) e dal Nucleo investigativo dei carabinieri di Monza.
E’ emersa, sottolineano gli investigatori, “l’esistenza di due sodalizi criminali, attivi nelle province di Milano e Varese, costituiti da esponenti politici, amministratori pubblici e imprenditori, dediti alla commissione di più delitti di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e turbata libertà degli incanti, finalizzati alla spartizione e all’aggiudicazione di appalti pubblici”. Il reato associativo è stato contestato a 9 delle 95 persone complessivamente indagate.

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