Sibilia “Aiuti concreti, a rischio 3mila società”

“Condivido le parole pronunciate ieri dal ministro Spadafora. Ho apprezzato anche quello che disse in un’intervista di 20 giorni fa quando parlò di contributi al calcio di base, alle società dilettantistiche, aspetto nel concreto che ci sia questa vicinanza concreta del governo al nostro mondo. Ne abbiamo bisogno”. Così Cosimo Sibilia, vicepresidente vicario della Figc e numero 1 della Lega Nazionale Dilettanti, ai microfoni di Tutti convocati, trasmissione di Radio 24. La realtà della LND è lontana anni luce dai campionati professionistici, la base del calcio non può che essere più in difficoltà rispetto al vertice. “Parliamo di una realtà di 12mila società, di circa 65mila squadre, di oltre un milione di tesserati, questi sono i nostri numeri. Noi partiamo dalla Terza Categoria e arriviamo al campionato di Serie D, andiamo dai piccoli borghi a grandi città come quella di Palermo, svolgiamo un ruolo enorme nel sociale ed è questo quello che ci preme più di ogni altra cosa”, sottolinea Sibilia.
Riprendere i campionati non sarà facile, in nessuna categoria, Dilettanti inclusi. “Sono in contatto con i miei presidenti regionali e con i comitati provinciali, soprattutto nelle zone maggiormente colpite si ha difficoltà a pensare di poter riprendere a giocare, ma io penso che sia giusto, quando ci saranno le condizioni di sicurezza, che sia il rettangolo di gioco a dare i verdetti, però mi rendo conto che non è possibile decidere ora quando ripartire e che i tempi li detta il coronavirus. Vorremmo ripartire, ma non dipende da noi”. Si parla di ricominciare prima in A, poi avanti con B e C e la D? “Sono a casa da 40-45 giorni, leggo tanto, sento tutti, abbiamo riflettuto molto con il presidente Gravina e le altre componenti, il calcio professionistico è la locomotiva economica, ma noi siamo il calcio di base. In ogni caso l’ok per tornare in campo deve venire dalle autorità sanitarie, inutile avventurarsi in previsioni e date”. I danni economici del coronavirus per il mondo dei dilettanti rischiano di essere drammatici. “Abbiamo interpellato i nostri consulenti e se continua così perdiamo 3mila società, quindi 20mila squadre, va bene discutere di Serie A e degli altri campionati, ma c’è da pensare anche al calcio di base”.
“Nei nostri campionati – sottolinea Sibilia – in genere ci sono al massimo centinaia di persone al campo, di meno nelle serie inferiori, poi certo c’è l’eccezione del Palermo che richiama 20mila persone allo stadio, ma da noi si può tenere una distanza sociale direi naturale. I nostri sono numeri elevatissimi, nel campionato di Serie D, che tra l’altro è strettamente legato a quello dei professionisti, abbiamo la necessità di essere sicuri dal punto di vista sanitario per quel che riguarda giocatori, tecnici e accompagnatori e io mi chiedo chi possa garantire dal punto di vista economico questi esami. Stiamo aspettando le risultanze del comitato medico-scientifico della Federazione per capire come agire”.
(ITALPRESS).

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