Sentiment economico, gli italiani oscillano tra sfiducia e bisogno di stabilità

Apertura del centro commerciale - il centro - foto dei vai spazi/negozi/ all' interno del grande centro commerciale sorto sull ex ALFA ROMEO di Arese (MILANO - 2016-04-13, MATT CORNER) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

CREMONA (ITALPRESS) – Come stanno finanziariamente gli italiani e qual è il sentiment per il prossimo anno? Il 24% degli italiani dichiara di stare peggio rispetto allo scorso anno, un valore che, dopo il picco del 46% nel 2022, è oscillato nel tempo con percentuali relativamente contenute (dal 33% di gennaio 2024 al 27% di novembre 2024). Cresce invece lentamente, ma in modo costante, la percentuale di chi ritiene che la situazione economica sia rimasta uguale, oggi al 66%, segnale che esprime il consolidarsi di aspettative prudenti ma non allarmistiche. Rimane invece la stessa, rispetto a un anno fa, la quota di chi afferma di stare meglio ossia l’11% degli italiani. Emerge dunque da questi primi dati del rilevamento del monitor continuativo di EngageMinds Hub – Consumer, Food & Health Research Center, Centro di ricerca in psicologia dei consumi e della salute dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Cremona, l’immagine di un Paese che non avverte un declino, ma neppure un avanzamento sul piano economico personale. I segnali positivi vengono infatti percepiti solo da una minoranza di persone, mentre la maggior parte tende a leggere la propria condizione come stabile, più per mancanza di miglioramenti concreti che per un peggioramento della condizione economica. Approfondendo l’analisi del campione emerge anche che gli “ottimisti” risultano più presenti in alcuni profili specifici.

Tra i giovani 18-34 anni, la quota di chi dice di stare meglio arriva al 18%, ben oltre l’11% del totale. Valori superiori alla media emergono anche tra chi riporta un benessere psicosociale elevato (14%) e tra le persone con livelli alti di soddisfazione per la propria vita e di controllo su di essa (entrambi 14%).

“Questi gruppi – dichiara Guendalina Graffigna, direttrice del Centro di Ricerca EngageMinds HUB dell’Università Cattolica e responsabile scientifico dell’indagine – sembrano disporre di risorse personali e motivazionali che gli permettono di cogliere e interpretare i segnali di miglioramento con maggiore facilità rispetto alla popolazione generale. La loro percezione più positiva suggerisce che l’ottimismo finanziario non dipende esclusivamente da fattori economici oggettivi, ma anche da elementi psicologici, come la capacità di proiettarsi nel futuro, la fiducia nelle proprie possibilità e una maggiore resilienza di fronte alle incertezze. In altre parole il benessere economico percepito nasce dall’incontro tra condizioni materiali e attitudini personali che, insieme, contribuiscono a generare una lettura più costruttiva della propria situazione”.

Guardando al prossimo anno, le aspettative sulle finanze famigliari restano improntate alla prudenza: il 62% degli italiani pensa che la propria situazione economica rimarrà uguale, il 22% crede che peggiorerà ulteriormente, mentre il 16% degli italiani si aspetta di stare meglio. Curioso notare come anche sul futuro gli ottimisti si concentrano soprattutto tra i giovani 18-34 anni, dove la quota di chi si aspetta di stare meglio sale al 30%, quasi il doppio della media. Valori sopra la media emergono anche tra le persone con benessere psicosociale elevato (21%) e tra chi mostra un forte senso di controllo sulla propria vita (21%). Questi profili suggeriscono che l’aspettativa di miglioramento è più frequente tra chi vive un momento personale positivo e sente di avere risorse interne solide o vede il futuro con un atteggiamento più improntato alla propositività.

Cosa pensano invece gli italiani in merito alla situazione economica del nostro Paese nell’ultimo anno? Il giudizio resta nettamente orientato al pessimismo con oltre la metà degli italiani (il 57%) che ritiene che la situazione sia peggiorata rispetto all’anno scorso (il 32% del 2024). Questa crescita sembra avvenire a scapito di chi valuta la situazione come uguale: la quota scende infatti dal 58% del 2024 al 32% del 2025. Rimane invece sostanzialmente stabile all’11% la quota degli italiani che percepisce un miglioramento dell’economia.

L’idea che l’economia italiana stia migliorando resta minoritaria, ma emerge con maggiore frequenza in alcuni gruppi rispetto alla media generale (11%): tra chi esprime fiducia nelle istituzioni la quota di ottimisti sale al 25% e tra coloro che hanno un livello elevato di benessere psicosociale la percezione di avanzamento dell’economia raggiunge il 17%. L’idea di un’economia che cresce è inoltre più presente tra gli uomini e tra gli over 55, entrambi con una quota del 15%, così come tra chi esprime una soddisfazione elevata per la propria vita (15%). In questi gruppi essere in una fase personale positiva per risorse, sicurezza o stabilità si accompagna più spesso a una lettura meno pessimista dell’economia nazionale. Continuando nell’anali dal report è stato chiesto agli italiani come andrà l’economia nel prossimo anno: il 52% ritiene infatti che andrà “così e così”, il 40% pensa che andrà male e solo l’8% ha un’idea positiva. Tra le persone più ottimiste troviamo chi ha fiducia nelle istituzioni (il 22%), gli over 55 che hanno un elevato benessere psicosociale e che esprimono un’alta soddisfazione per la propria vita (il 12%).

E ancora la percentuale di italiani che in futuro ritiene più probabile un aumento della disoccupazione e una crisi economica è pari al 54%, in calo rispetto al 2022, quando aveva raggiunto un picco del 65%, ma ancora su livelli elevati, a conferma di un clima di incertezza diffuso che continua a influenzare le prospettive economiche del Paese. Il 38% ritiene invece che “le cose resteranno come ora” e solo il 9% ha una visione ottimista che vedrà l’Italia godere di un periodo di benessere nei prossimi 5 anni. Gli ottimisti sono pochi in generale, ma risultano di più in alcuni segmenti specifici: tra chi ha fiducia nelle istituzioni la quota sale al 22% (ben oltre il 9% osservato nel totale) e per le persone dai 55 anni in su l’ottimismo arriva al 13%

“Il quadro che emerge ci restituisce dunque un sentimento diffuso di cautela, se non di vero e proprio pessimismo, che accompagna il modo in cui gli italiani guardano all’economia del Paeseafferma Guendalina Graffigna -. L’aumento di chi percepisce un peggioramento segnala una fatica crescente nel riconoscere segnali di stabilità o ripresa, mentre la ridotta quota di ottimisti riflette un clima di incertezza che si proietta anche sulle aspettative per il futuro. In questo contesto, la fiducia nelle istituzioni è un fattore chiave: non elimina le preoccupazioni, ma contribuisce a contenere la percezione di declino e a mantenere aperta la possibilità di uno sguardo meno allarmistico sull’evoluzione economica del Paese”.

Il report si chiude con una valutazione sull’opportunità o no di acquistare beni costosi per la casa (mobili, frigorifero, TV, etc…), una scelta che rimane improntata alla prudenza. La maggior parte degli intervistati, ovvero il 59%, ha una posizione intermedia (né favorevole né sfavorevole all’acquisto), il 28% è sfavorevole (vs il 44% nel 2022) mentre il 13% è a favore di acquisti importanti per la casa.

– Foto di repertorio IPA Agency –
(ITALPRESS).

 

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