Scontri tra Pro Pal e polizia a Torino, ci sono manifestanti e agenti feriti. Il corteo raggiunge il Salone dell’Auto

TORINO (ITALPRESS) – Dopo aver tentato inutilmente di sfondare il cordone delle forze dell’ordine a protezione dell’aeroporto di Caselle, una parte dei manifestanti Pro Pal che oggi stanno sfilando in corteo a Torino ha deciso di tornare indietro per raggiungere il centro della città. Prima hanno attraversato l’area di Porta Palazzo, poi hanno raggiunto la zona di piazza Castello dove è in corso il Salone dell’Auto. Al momento la situazione in centro è sotto controllo e non risultano disordini.

Si erano verificati in precedenza alcuni scontri fra i manifestanti Pro Pal e il cordone della polizia in strada dell’Aeroporto, fra i comuni di Borgaro e Torino. Circa un migliaio di persone nel pomeriggio erano partite in corteo da piazza Crispi, nella periferia nord del capoluogo, sventolando bandiere palestinesi e con l’intenzione di raggiungere lo scalo Sandro Pertini per bloccare la pista di atterraggio. In strada dell’Aeroporto i manifestanti, con il lancio di bottiglie e petardi, hanno provato a forzare il blocco delle forze dell’ordine, che hanno risposto con lacrimogeni, cariche e idranti. Tra i feriti risulterebbero due agenti e una decina di manifestanti.

ZANGRILLO “FERMIAMO QUESTE VIOLENZE, TORINO OSTAGGIO DI EVERSIVI”

“Vergogna, per la violenza di un ricatto che non fermerà la libertà dei torinesi, degli italiani. Vergogna, per la violenza dei soliti eversivi travestiti da manifestanti, che si proclamano pro-Pal o pacifisti, hanno bloccato la strada per l’aeroporto di Caselle costringendo famiglie e viaggiatori a proseguire a piedi e hanno ingaggiato violenti scontri con le Forze dell’Ordine. Non è libertà di manifestare: è eversione e guerra allo Stato, che nulla ha a che vedere con il conflitto in Medio Oriente”. Lo dice in una nota il ministro Paolo Zangrillo, segretario di Forza Italia in Piemonte. “L’orrendo e triste spettacolo, lo stesso già visto troppe volte, non sarà mai un appello alla pace, ma la più terribile delle sue contraddizioni: perché è un inno all’odio e alla guerra civile. È un pericolo che va fermato e condannato, anche da una sinistra troppo spesso complice con il suo silenzio. Serve ritrovare la serenità del confronto democratico e riportare il dibattito dentro le regole. La mia solidarietà alle donne e agli uomini in divisa, costretti a fronteggiare aggressioni e prepotenze da chi trasforma le piazze in campi di battaglia. Insieme, è ora di dire basta per chiudere con quella violenza che sarà sempre causa di un male permanente”, conclude il ministro Zangrillo.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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