Schifani “Messina ponte tra l’Europa che sorgeva 70 anni fa e la nuova Unione”

MESSINA (ITALPRESS) – “La Città di Messina, per il tramite del Sindaco che saluto e ringrazio per l’ospitalità, accoglie oggi, in questa splendida e rinnovata sala, non solo degli esponenti dei Paesi i cui Ministri degli esteri si riunirono qui settant’anni orsono, ma anche quelli che guidano la nuova Unione, realizzando una sorta di ponte tra l’Europa che sorgeva e quella che oggi è chiamata a costruire, senza indugi, una nuova svolta fondamentale”. Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, durante la cerimonia commemorativa della figura di Gaetano Martino a Palazzo Zanca, sede del Comune, in occasione del 70° anniversario della Conferenza di Messina. Alla cerimonia partecipano anche il vice presidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, e il sindaco di Messina Federico Basile. “Leggendo gli atti degli incontri preparatori della Conferenza che riunì tra Messina e Taormina i sei ministri degli Esteri dei Paesi membri della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (riunione al Ministero degli esteri del 26 maggio 1955), si evince chiaramente che il risultato di quello che avrebbe potuto essere il punto di rottura della costruzione europea era inatteso, soltanto ipotizzato, ma pervicacemente voluto da Gaetano Martino, puntando all’approvazione delle proposte del Belgio, dell’Olanda e del Lussemburgo, ma soprattutto di Jean Monnet”, ha aggiunto Schifani.

Martino era ben consapevole delle difficoltà e di alcune remore al rafforzamento della coesione tra i Paesi membri, ma aveva chiaro che il “rilancio del progetto europeo” avrebbe costituito la sfida sulla quale puntare per centrare l’obiettivo di una significativo passo avanti, dopo i fallimenti registrati l’anno prima, nel processo di costruzione della casa comune europea con l’implosione dei progetti della Comunità Europea della Difesa e la Comunità Politica Europea – ha detto il governatore -. La scelta di Messina non fu casuale. Il governo italiano intendeva attrarre l’attenzione degli altri stati membri su una zona geograficamente ed economicamente marginale, nell’ambito del dibattito sul percorso per una più intensa integrazione. Era la città di Martino, esponente politico ed accademico di primo livello, impegni elettorali gli impedivano di allontanarsi per lungo tempo dall’Isola, ma quel che prevalse fu la chiara percezione che la bellezza dei luoghi, l’accoglienza cordiale, la dimensione mediterranea come cruciale vocazione europea, avrebbero costituito un valore aggiunto per raggiungere un obiettivo ritenuto, come detto, assai arduo”.

“I sei ministri degli esteri decisero così di evitare la convocazione di una conferenza intergovernativa, ma di attribuire ad un comitato di esperti, nominati dai governi e dalle istituzioni europee, guidati dal ministro belga Spaak, il compito di elaborare i nuovi trattati e cioè “la creazione di un’organizzazione comune per lo sviluppo pacifico dell’energia atomica e l’istituzione di un mercato comune da realizzare per tappe mediante la riduzione progressiva delle limitazioni quantitative e l’unificazione dei regimi doganali” – ha proseguito Schifani -. Le delegazioni che presero parte al Comitato espressero un approccio ottimista e animato dalla convinzione di poter dar nuova linfa alla controversa costruzione europea, e di contemperare le diverse esigenze dei Paesi europei, senza assumere decisioni troppo drastiche, cercando, allo stesso tempo, di perseguire gli obbiettivi individuati a Messina. Senza la svolta politica ed istituzionale impressa dalla Conferenza di Messina non si sarebbe mai giunti, in pochi mesi, alla sottoscrizione dei Trattati di Roma ed alla nascita della Comunità economica europea. In un’intervista alla Gazzetta del Popolo, qualche giorno dopo la conclusione della Conferenza (26 giugno 1955), Martino osservava: “Fra le iniziative intese a costituire il mercato comune europeo, sono state previste a Messina anche la libera circolazione della mano d’opera e l’istituzione di un fondo di investimenti europei”.

“Per un’economia come quella italiana, in cui vi sono zone di accentuata depressione e una generale eccedenza di energie di lavoro, queste iniziative sono particolarmente incoraggianti. Ora si tratta solo di non nascondersi le difficoltà, e insieme di non sopravalutarle fino al punto da perdere la fiducia in noi stessi e nei nostri ideali. Dobbiamo andare avanti nella via dell’unificazione dell’Europa, con pazienza, con coraggio e con fede” – ha sottolineato il presidente della Regione -. La Conferenza di Messina e Taormina fu così l’inizio del cammino verso l’Europa unita, diede infatti nuovo impulso al processo d’integrazione, poiché pose le basi per la creazione dell’EURATOM e della Comunità Economica Europea. Le radici dell’Europa affondano nella storia e nella cultura della Sicilia, terra di incontri e di scontri tra popoli d’Europa, ma anche frontiera del continente, cerniera tra nord e sud del Mediterraneo, Isola capace di accogliere civiltà, culture e religioni diverse, ma anche in grado di fondersi in stili e modelli nuovi e prima inimmaginabili e di convivere in pace. Prua d’Europa proiettata verso l’Africa, il continente il cui sviluppo aveva intuito Robert Schuman, nel suo discorso fondativo del 1950, sarebbe stato uno degli obiettivi essenziali. Il cammino verso l’edificazione della casa comune europea non è terminato, anzi si trova oggi a dover affrontare nuove sfide come la difesa comune ed una rafforzata cooperazione economica e sociale. Questo cammino, che qui a Messina 70 anni fa fece un significativo salto di qualità, è passato e passerà da successi ed insuccessi, consci che, come ricordava J. Monnet “l’Europa si farà nelle crisi e che sarà la somma delle soluzioni che si daranno a queste crisi””.

“Ci attendono sfide nuove che hanno visto le principali risposte nei programmi NextGenerationEU, RepowerEu e ReArm Europe Plan-Readiness 2030, ma che passeranno da un rafforzamento delle Istituzioni democratiche europee, della coesione e degli investimenti per la competitività e la solidarietà. Attraverso il ricordo di questi giorni diamo nuova linfa all’Europa di domani, e la Sicilia saprà offrire il suo contributo nel segno indelebile impresso dall’esperienza della Conferenza – ha concluso Schifani -. Octavio Paz, poeta messicano caro a Papa Francesco, ha sottolineato che “La memoria non è ciò che ricordiamo, ma ciò che ci fa ricordare. La memoria è un presente che non finisce mai di passare”. Questo passato, questo presente, questo futuro è stato, è e sarà l’Europa, che costruiremo, ripartendo da Messina, più innovativa, più forte, più coesa”.

– foto col3/Italpress –

(ITALPRESS).

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