Sanità, trapianto di fegato da donatore vivente. Modena ai vertici

BOLOGNA (ITALPRESS) – La rete trapiantologica dell’Emilia-Romagna è più forte del Covid, con i suoi 493 trapianti effettuati nel 2021 (rispetto ai 392 del 2020, e dunque con un +101). Un anno da record quello appena trascorso, nonostante le criticità per il mondo della sanità, soprattutto per la Chirurgia oncologica, epato-bilio-pancreatica e dei Trapianti di fegato dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena. Dopo aver festeggiato i primi vent’anni d’attività con oltre 1.000 trapianti di fegato, la struttura ne ha eseguiti altri 109 (di cui 7, il 6,4%, da donatore vivente) nell’anno appena concluso. In particolare, proprio nel 2021, per la prima volta in Italia è stato eseguito un trapianto da donatore DCD (morte cardiaca) e positivo al Covid ad un paziente “ricevente” con pregressa infezione da Covid e un grave tumore del fegato. Il punto è stato fatto oggi in videoconferenza stampa dall’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, insieme a Fabrizio Di Benedetto, direttore della Struttura Complessa di Chirurgia oncologica epato-bilio-pancreatica e Chirurgia dei Trapianti di Fegato dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, Gabriela Sangiorgi, direttrice del Centro regionale Trapianti Emilia-Romagna e – collegato da remoto – Massimo Cardillo, direttore generale del Centro nazionale Trapianti.
“L’attività svolta nel 2021 fa del Centro Trapianti di Modena la prima realtà per numero di trapianti di fegato in Emilia-Romagna, ma non parliamo solo di un’eccellenza in ambito territoriale, perchè Modena è tra le prime realtà in Italia e ai vertici in Europa- ha sottolineato l’assessore Donini-. Nonostante le tante difficoltà legate alla pandemia, in questi ultimi due anni l’attività di donazione e trapianto in Emilia-Romagna non si è mai fermata, ma è proseguita assicurando livelli di eccellenza. Come dimostrano i numeri, la rete emiliano-romagnola, già solida e ben organizzata, ha dimostrato grandi capacità di tenuta. Da parte nostra, come Regione confermiamo l’impegno per rafforzarla ulteriormente”.
“Questo grande risultato- ha spiegato il professor Di Benedetto- è frutto del grande lavoro non solo della mia equipe ma di tutti i servizi coinvolti nel percorso multidisciplinare dei trapianti dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena. Il mio ringraziamento va alla Regione Emilia-Romagna, alla Direzione dell’Aou di Modena e Unimore per averci messo nelle migliori condizioni possibili per lavorare, I trapianti, però, non esisterebbero senza i donatori e le loro famiglie: dietro ognuno dei nostri interventi, quindi, c’è una storia di sofferenza e generosità immensa che è sempre da ricordare”.
“Il Centro Riferimento Trapianti e tutta la rete regionale si impegnano costantemente per l’incremento dei donatori e dei trapianti- ha aggiunto la direttrice Sangiorgi-. Questa persistente e instancabile attività spazia dalla sensibilizzazione alla donazione, anche con l’utilizzo di piattaforme multimediali, sulla comunità fino al supporto formativo e logistico delle sedi donative e di tutti i sanitari. L’impegno ha prodotto nel 2021 ottimi frutti con un incremento delle donazioni e dei trapianti, l’incremento ulteriore della donazione a cuore fermo (DCD) con un totale di donatori DCD utilizzati nel 2021 pari a 33, a fronte di 16 donatori DCD utilizzati nel 2020). E ancora l’aumento delle donazioni di rene e di fegato da vivente rappresentano un chiaro segno di quanto la rete donativo-trapiantologica rappresenti un esempio di integrazione multidisciplinare che, nonostante le difficoltà legate alle pandemia, lavora in sinergia, impegnata nella ricerca di nuove strategie per potere ampliare l’orizzonte e l’utilizzo di donatori cosiddetti “marginali” e non ultimi donatori “covid-positivi” mantenendo comunque e sempre il massimo livello possibile di sicurezza nei riceventi”.
“Gli ottimi risultati ottenuti nel 2021 dall’Emilia Romagna e da Modena, eccellenze del panorama trapiantologico, si inseriscono in un quadro nazionale che ha fatto registrare un incremento di donazioni e trapianti superiore al 10% rispetto all’anno precedente, con un’Italia che torna ai livelli pre-Covid. Segnali positivi arrivano anche dal calo delle opposizioni alla donazione, mai così basse in passato” ha dichiarato il direttore Cardillo. “Sono anche aumentati i trapianti da donatore vivente, ed in particolare quelli di fegato, un’opportunità in più per i pazienti in lista di attesa, considerata la disponibilità di organi insufficiente a soddisfare tutta la lista. E’ un’attività che in Italia si è sviluppata gradualmente negli ultimi anni, in centri di grande esperienza, e oggi rappresenta una quota crescente dell’attività complessiva. Nel 2021 sono stati eseguiti 36 trapianti, con una crescita dell’80% rispetto al 2020”.
“L’Italia – ha concluso Cardillo – è stato il primo Paese al mondo ad aver definito un protocollo per l’utilizzo dei donatori Covid positivi, prima per trapianti di cuore e fegato, poi esteso al trapianto di rene. I 30 casi finora effettuati sono stati tutti coronati da successo, senza segni di trasmissione di malattia nei riceventi”.
(ITALPRESS).

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