
KIEV (UCRAINA) (ITALPRESS) – Una parata in grande stile a Mosca ma con soltanto un manipolo di persone a Mariupol e Kherson, le uniche due città finora conquistate dai russi, anche se nell’acciaieria le truppe di Kiev resistono ancora. Il tanto atteso 9 maggio, in cui si festeggia la vittoria sul nazismo nella seconda guerra mondiale, è stato all’insegna dell’imponenza nella Capitale ma in tono ridottissimo nelle aree controllate dal Cremlino sul suolo ucraino. A Mosca, dove soldati, blindati e mezzi militari hanno invaso la città fin dal primo mattino, Vladimir Putin ha tuonato contro l’Occidente ma non ha annunciato la “guerra totale” a Kiev, come una parte dell’intelligence britannica e americana aveva previsto.
“Siamo fieri dei vincitori e siamo fieri dei loro eredi”, ha sentenziato il presidente russo dal palco. Quasi immediato l’attacco alla Nato: “Creava una minaccia ai nostri confini, l’intervento è stato preventivo”. Secondo Putin, l’Alleanza atlantica “stava preparando un attacco a Donbass e Crimea e da Kiev c’era stata addirittura la richiesta di armi nucleari”. Europa e America, secondo il leader del Cremlino, sono in preda ad un “degrado morale diventato la base per ciniche falsificazioni della storia”. Tono duro, sguardo severo, il discorso dello “zar” è durato relativamente poco e se da una parta ha puntato ancora una volta il dito contro gli Usa e i loro “satelliti”, che non tengono in debito conto le necessità geopolitiche della Russia, dall’altra ha sottolineato che “l’orrore della guerra globale non deve ripetersi”. Le repliche da Kiev non si sono fatte attendere.
Volodymyr Zelensky, in riferimento ai festeggiamenti per il successo sui nazisti, ha osservato che “solo un pazzo può sperare di ripetere 2194 giorni di guerra: colui che sta ripetendo oggi gli orribili crimini di Hitler, seguendo la filosofia dei nazisti e replicando tutto quello che hanno fatto”. Il presidente ucraino non ha nominato direttamente Putin ma è andato giù durissimo: “E’ condannato. Perché è stato maledetto da milioni di antenati quando ha cominciato ad imitare il loro assassino. E allora perderà tutto”. Altrettanto secca su Twitter la risposta del capo negoziatore di Kiev, Mykhailo Podolyak, riguardo alle accuse del Cremlino su un piano, prima di febbraio, per riannettersi la Crimea: “I paesi della Nato non stavano per attaccare la Russia. L’Ucraina non aveva intenzione di attaccare” la penisola sul Mar Nero. “I soldati russi stanno morendo non per difendere il loro Paese, ma nel tentativo di occuparne un altro. Non c’erano ragioni razionali per questa guerra, sono le malate ambizioni imperialiste russe”.
In questo scambio di accuse dal contenuto sempre più esplicito ha provato il presidente francese Emmanuel Macron a gettare un po’ di acqua sul fuoco: “La pace non si costruirà sull’umiliazione della Russia” ha osservato, ribadendo inoltre che “non siamo in guerra” con Putin. Un invito neanche tanto velato all’Alleanza atlantica ed al suo socio di maggioranza, Joe Biden: alzando i toni, proferendo minacce e alimentando provocazioni quotidiane è difficile fermare le armi. Ne sa qualcosa lo stesso presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, che oggi, in visita a Odessa, ha dovuto scendere nei rifugi a causa di nuovi bombardamenti. Sempre nella città del Mar Nero sarebbero stati colpiti alcuni elicotteri dell’esercito ucraino mentre Sloviansk, il principale obiettivo nella parte settentrionale del Donbass, è stata attaccata nel suo centro storico. La pace, purtroppo, è ancora lontanissima”.
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