Pnrr, Conflavoro Pmi “Coinvolgere tutte le parti sociali”

ROMA (ITALPRESS) – Conflavoro Pmi esprime soddisfazione sulla governance prevista per il Pnrr, recentemente approvato dalla Commissione europea. L’associazione presieduta da Roberto Capobianco, che ha depositato una memoria alle commissioni Affari costituzionali e Ambiente della Camera in merito alla conversione in legge del DL 77/2021 relativo proprio alla governance del Pnrr e alla materia Semplificazioni, ha però chiesto la massima attenzione su due aspetti: velocità di esecuzione del Piano al fine di non sprecare nemmeno un euro dei 191,5 miliardi e, soprattutto, il coinvolgimento di tutte le parti sociali nei progetti di spesa.
“Apprezziamo la previsione nella governance di un Tavolo permanente per il partenariato economico, sociale e territoriale – spiega Roberto Capobianco – ma non deve restare sulla carta. Deve invece garantire la massima partecipazione di tutte le parti sociali maggiormente rappresentative del tessuto economico e imprenditoriale, dunque delle reali istanze del Paese. Le piccole e medie imprese possono e devono dare un contributo concreto alla realizzazione dei progetti inseriti nel Pnrr. E Conflavoro è pronta ad assicurare la piena collaborazione e professionalità per la partecipazione al Tavolo permanente”.
Per quanto concerne l’aspetto delle semplificazioni inserito nel DL 77/2021, Conflavoro chiede che le riforme previste per snellire le procedure legate alla realizzazione degli investimenti pubblici vengano estese a tutte le pratiche amministrative relative alle imprese. “Soprattutto quelle di piccole dimensioni – evidenzia Roberto Capobianco – letteralmente paralizzate dalla mole di adempimenti loro richiesti. Soprattutto in un frangente socio-economico già segnato dagli effetti devastanti dalla pandemia, le zavorre burocratiche mettono in gioco la stessa sopravvivenza delle Pmi”.
Considerazione finale, poi, sul Superbonus 110%, ulteriormente modificato con il DL 77/2021 e il regime semplificato relativo alla Cila. Conflavoro ne chiede ora “l’estensione fino al 2023, prevedendo il bonus anche per gli interventi su immobili che non abbiano prevalente destinazione residenziale, trattandosi di una misura che, da un lato, risolleverebbe una porzione consistente del tessuto produttivo italiano e, dall’altro, contribuirebbe in maniera consistente a realizzare obiettivi ambientali e di sicurezza”.
(ITALPRESS).

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