E’ sempre più difficile per i giovani raggiungere l’indipendenza economica in Italia

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La transizione verso l’autonomia economica è diventata per molti giovani un percorso più lungo e accidentato. Il costo della vita cresce in modo evidente, ma le retribuzioni reali faticano a tenere il passo. Il risultato è un divario che si manifesta in ogni scelta di vita: dall’uscita di casa all’affitto di un bilocale, dall’acquisto di un’auto alla costruzione di un piccolo cuscinetto di risparmio.

Nelle grandi città come Milano e Roma, dove si concentrano opportunità lavorative e servizi, i prezzi degli immobili e degli affitti sono aumentati in modo significativo, rendendo complesso l’acquisto di una casa anche a chi ha un impiego stabile e valuta il ricorso al mutuo. In questo scenario, la pianificazione finanziaria richiede più attenzione, competenze e tempo, mentre la prospettiva di una stabilità personale slitta in avanti.

Caro vita e salari fermi

Negli ultimi cicli economici, l’inflazione sui beni e servizi essenziali – alimentari, trasporti, energia, canoni di locazione – ha ridotto il potere d’acquisto dei giovani lavoratori. A fronte di contratti spesso d’ingresso e scatti retributivi lenti, lo stipendio netto non compensa gli aumenti di spesa mensili. Il carrello appare più costoso, così come gli abbonamenti ai mezzi, le utenze e persino le attività sociali di base. Il quadro peggiora nelle aree metropolitane, dove i costi fissi sono più elevati e la concorrenza per posizioni ben retribuite è maggiore. Senza politiche salariali collegate alla produttività e all’andamento dei prezzi, e senza un vigoroso sostegno al potere d’acquisto, la strada verso la piena autonomia diventa più ripida.

La casa: il nodo nelle grandi città

Il tema abitativo è il centro di gravità delle difficoltà. A Milano e Roma l’acquisto di un appartamento si scontra con valori al metro quadrato cresciuti e con la necessità di apporti di capitale iniziale significativi. Anche il mercato degli affitti pesa: canoni elevati e spese condominiali sostanziose assorbono quote importanti del reddito. Per un giovane, mettere insieme anticipo, costi notarili e tasse richiede spesso anni di risparmio, durante i quali il mercato può muoversi ulteriormente. Anche chi valuta il mutuo incontra ostacoli: rapporto rata/reddito più rigido, stabilità contrattuale richiesta dagli istituti di credito, e tassi che, pur variando nel tempo, incidono sull’importo della rata. In assenza di garanzie familiari, l’accesso alla proprietà diventa un traguardo lontano.

Mercato del lavoro e precarietà

La frammentazione dei percorsi professionali rallenta il salto verso l’indipendenza economica. Molti giovani attraversano fasi di tirocini, contratti a termine, collaborazioni e partite IVA senza continuità. Questa discontinuità limita la possibilità di pianificare e di accumulare risparmi per progetti di lungo periodo. Anche la mobilità lavorativa, pur essendo un’opportunità di crescita, comporta costi di transizione: cambi di città, nuovi depositi per l’affitto, periodi di reddito ridotto. L’assenza di welfare integrativo diffuso nelle micro e piccole imprese – per esempio con fondi sanitari, previdenza complementare e benefit casa – accentua il divario con le grandi aziende, dove le retribuzioni e i pacchetti di benefit sono talvolta più competitivi.

Mutui, tassi e regole d’accesso

Per comprendere perché il mutuo sia spesso fuori portata, è utile ripercorrere gli elementi che determinano l’accesso al credito e il costo finale dell’operazione:

  1. Reddito e stabilità contrattuale – Le banche valutano solidità del reddito, tipologia di contratto e anzianità lavorativa. Contratti brevi o discontinui pesano negativamente.
  2. Rapporto rata/reddito – In genere la rata non dovrebbe superare una quota del reddito netto mensile. Con salari contenuti, anche immobili di media fascia generano un rapporto sfavorevole.
  3. Capitale iniziale e spese – Oltre al prezzo dell’immobile servono anticipo, imposte, notaio, perizie e assicurazioni. Senza risparmi pregressi, l’operazione diventa proibitiva.
  4. Tassi di interesse e durata – L’aumento dei tassi incide direttamente sulla rata; durate più lunghe riducono la rata ma aumentano il costo totale del finanziamento.
  5. Garanzie aggiuntive – Fideiussioni familiari o garanzie pubbliche possono aiutare, ma non tutti possono contare su reti di supporto adeguate.

Questi fattori, combinati con i livelli dei prezzi nelle aree centrali di Milano e Roma, spiegano perché molti rinuncino o rimandino l’acquisto.

Cosa possono fare i giovani e le istituzioni

Per attenuare il divario tra costo della vita e redditi, serve una regia condivisa. Di seguito alcune possibili direttrici di azione, presentate come spunti pratici e di policy:

  • Rafforzare le competenze: investire in skill ad alta occupabilità – digitale, green, data, vendite complesse – può migliorare il potere contrattuale e le prospettive salariali.
  • Pianificare il risparmio: creare un budget mensile rigoroso, automatizzare piccoli accantonamenti, costruire un fondo di emergenza riduce la vulnerabilità. Inoltre, comprendere cos’è il reddito passivo può aiutare i giovani a costruire nel tempo fonti di guadagno alternative, rendendo più sostenibile il percorso verso l’indipendenza economica.
  • Valutare aree emergenti: quartieri semi-centrali o città intermedie offrono talvolta prezzi più accessibili a fronte di una qualità della vita ancora elevata.
  • Usare strumenti pubblici: informarsi su garanzie statali per i mutui e su eventuali misure su affitti, residenze per studenti e giovani lavoratori.
  • Promuovere contrattazione e produttività: politiche che leghino salari e produttività, detassazione dei premi e incentivi all’innovazione possono sostenere il potere d’acquisto.
  • Ampliare l’offerta abitativa: piani per housing a canone sostenibile, recupero del patrimonio esistente e partenariati pubblico-privati riducono la pressione sui prezzi.
  • Semplificare l’accesso al credito: criteri più flessibili per giovani con prospettive di carriera, valutazioni che considerino percorsi professionali moderni e supporti mirati alle caparre iniziali.

La difficoltà dei giovani italiani nel raggiungere l’autonomia non è solo un fatto individuale, ma un tema che tocca crescita, innovazione e coesione sociale. Senza un riequilibrio tra costo della vita e retribuzioni, e senza un’offerta abitativa compatibile con i redditi d’ingresso, si rischia di prolungare il periodo di dipendenza familiare e di rallentare scelte fondamentali come formare una famiglia o investire nella propria formazione. Politiche coordinate su salari, casa e credito, unite a scelte consapevoli sul piano personale, possono restituire ai giovani prospettive concrete, tempi di realizzazione più rapidi e un cammino credibile verso la piena indipendenza economica.