PIÙ ABBANDONI SCOLASTICI NELLE GRANDI CITTÀ

In Italia circa un giovane su 7 lascia gli studi senza raggiungere il diploma o una qualifica professionale. La riduzione degli abbandoni scolastici precoci, dopo un netto miglioramento rispetto ai primi anni 2000, si è interrotta nell’ultimo triennio. All’interno di questa dinamica nazionale – secondo un’indagine di Openpolis -, la tendenza all’aumento dell’abbandono scolastico sembra essere particolarmente marcata nelle grandi città. Nel 2014 si registravano più abbandoni scolastici nelle città medie e nelle zone rurali; le grandi città erano l’unica area del paese sotto la soglia del 15%. A distanza di 4 anni il dato si è invertito: le grandi città sono in testa sulla quota di abbandoni (15,3%). Da notare la crescita netta dell’abbandono nelle zone rurali tra 2017 e 2018: +1,4 punti percentuali in appena un anno. L’informazione più omogenea di cui disponiamo per confrontare l’abbandono nelle grandi città è l’indicatore di “uscita precoce dai percorsi di istruzione e formazione”. Un’informazione rilevata al censimento 2011, calcolando la quota di ragazzi tra 15 e 24 anni con licenza media, ma che non frequentano né un corso regolare di studi, né la formazione professionale. 

Tra le maggiori città italiane, al censimento quella dove l’abbandono incideva di più era Catania: il 31,1% dei residenti tra 15 e 24 anni aveva lasciato la scuola dopo la licenza media. Da notare come anche i dati comunali confermino la dinamica nord-sud: ai primi posti per abbandoni scolastici si trovano tutti i grandi capoluoghi del mezzogiorno: Napoli (seconda, 28,1%), Palermo (terza, 25,8%), Messina (quarta, 21,9%). L’unica meridionale sotto la soglia di un abbandono precoce ogni 5 ragazzi è Bari, al quinto posto con il 17,4%.
Allo stesso tempo emerge come al di sotto del 10% nel 2011 si trovassero due città venete (Padova e Verona) e la Capitale, Roma. Padova, con il 7,5%, era quella con minore abbandono secondo quanto rilevato al censimento. Purtroppo lo scarso aggiornamento dei dati non ci consente di fare valutazioni sull’andamento nel tempo. Nel padovano, in base ai dati 2011, nei comuni urbanizzati l’abbandono è sensibilmente inferiore rispetto a quelli rurali. Nel capoluogo è pari al 7,5%. Un dato in linea con quello dei maggiori comuni a media urbanizzazione. Ma è soprattutto nei comuni meno urbanizzati della provincia che si registrano i livelli di abbandono scolastico più alto. 

Complessivamente però il trend mostra maggiore frequenza dell’abbandono ai margini nord e sud della provincia, in molti casi coincidenti con i comuni rurali. Nel catanese, al contrario, anche i comuni ad alta urbanizzazione si caratterizzano anche per elevati abbandoni stando ai dati del censimento 2011. Il fenomeno è forte anche in quelli rurali e intermedi. Dati che segnalano almeno due cose. In primo luogo, non va sottovalutata la frattura tra le realtà più urbanizzate e quelle rurali, soprattutto in termini di opportunità educative e di accesso sostanziale all’istruzione. In secondo luogo, emerge come già al censimento 2011 le grandi aree urbane del sud spiccassero per abbandoni, con livelli non troppo distanti da quelli dei comuni a bassa urbanizzazione. Un fenomeno che, alla luce dei dati aggregati, potrebbe essersi addirittura approfondito. Ma solo analisi più aggiornate potranno dirci quanto il problema impatti oggi nelle città del mezzogiorno, e se e quanto si sia esteso in quelle settentrionali.

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