Pil, serviranno 2 anni per tornare ai livelli di gennaio

INDUSTRIE PROMATECH INDUSTRIA METALMECCANICA MIRO RADICI GRUPPO OPERAIO TELAIO TESSILE TELAI TESSILI

“L’economia italiana inchioda e occorreranno 2 anni prima di poter ritornare ai livelli di Pil e di crescita stimata fino allo scorso gennaio. In condizioni di urgenza straordinaria il sistema necessita di misure straordinarie, coraggiose e soprattutto veloci che consentano di non spegnere i motori, altrimenti rischiamo, quando sarà passata l’emergenza, di lasciare sul tappeto 1 milione di imprese”. Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative, riassume così il quadro che si profila per l’economia italiana commentando il Focus Censis/Confcooperative che analizza lo stato dell’economia considerando una chiusura delle attività fino a maggio, con un ritorno alla normalità entro i due mesi successivi. La dimensione economica del “lockdown”, da quanto emerge dal focus Censis-Confcooperative, è pari a 1.321 miliardi, che corrisponde al 42,4% del totale del fatturato dell’Industria e dei Servizi che complessivamente supera i 3.115 miliardi. Il quadro generale della “lockdown economy” porta ad assumere come riferimento un motore produttivo che lavora a circa il 60% del proprio potenziale. Il “congelamento” delle attività ha, di conseguenza, prodotto un impatto che, in termini di fatturato, ha riguardato 660 miliardi nell’ambito dei Servizi e 91 miliardi nelle Costruzioni, mentre per le imprese dell’Industria in senso stretto la restrizione ha avuto effetto su 570 miliardi. Partendo da una base di fatturato delle imprese nel 2019 pari a 2.411 miliardi e riferito a 200 sotto-settori economici, il valore atteso al netto dello shock prodotto dal Covid-19 sarebbe stato nel 2020 pari a 2.502 miliardi, ma in realtà, proprio a causa dello shock, il volume di fatturato si fermerebbe a 2.233 miliardi, con una differenza negativa pari a 219 miliardi. Il “rimbalzo” atteso nel 2021 porterebbe a un non completo recupero del fatturato perduto. Dai 2.233 miliardi del 2020 si potrebbe passare a 2.448 miliardi che, in ogni caso, rappresenterebbero una differenza negativa rispetto alla cifra prevista in assenza di shock nel 2021 pari a 54 miliardi. In totale, lo scenario imputerebbe allo Shock Covid-19 una mancata produzione di valore da parte delle imprese superiore ai 270 miliardi.
“Occorrono meccanismi che garantiscano liquidità immediata a tutte le imprese che, dalle più piccole alle più grandi, sono in difficoltà. Per l’export, a esempio, è a rischio un valore di 280 miliardi pari al 65,8% del valore complessivo. Ecco perché le misure del governo – precisa Gardini – devono consentire alle banche di essere immediatamente operative con istruttorie con tempi record, degne dei periodi di emergenza, superando il cronico problema della burocrazia che rallenta ogni processo. Da questo shock epocale usciremo vincitori solo con un’Europa unita e solidale. È indispensabile l’emissione di bond europei che non pesino sul debito dei singoli paesi e siano finalizzati a supportare le economie degli stati membri. Gli effetti del Covid-19 sono insostenibili per i singoli paesi”, conclude.
(ITALPRESS).

Vuoi pubblicare i contenuti di Italpress.com sul tuo sito web o vuoi promuovere la tua attività sul nostro sito e su quelli delle testate nostre partner? Contattaci all'indirizzo [email protected]