ROMA (ITALPRESS) – La Formula 1 prosegue il suo viaggio nel continente americano spostandosi verso Sud per il Gran Premio di Città del Messico, subito dopo la tappa di Austin. All’Autodromo Hermanos Rodriguez l’atmosfera sarà, come sempre mozzafiato: non solo per l’entusiasmo travolgente dei tifosi che riempiono le tribune dello spettacolare stadio Foro Sol, oggi uno dei punti più scenografici del calendario, ma anche per la particolare collocazione del circuito, situato a oltre 2mila metri di altitudine, dove l’aria rarefatta influenza in modo sensibile il comportamento delle monoposto.
Anche in Messico, così come ad Austin a distanza di una sola settimana, verrà adottata una selezione degli pneumatici che prevede un salto di mescola tra la più dura del tris e la media. Se infatti Medium e Soft rimarranno, come l’anno scorso, C4 e C5, la Hard sarà invece C2. Per un circuito come quello di Città del Messico, quest’ultima mescola risulta estremamente conservativa, con un considerevole delta in termini di tempo sul giro rispetto alle altre due e una minore aderenza. Nel 2024 la Soft era stata utilizzata soltanto come mescola da qualifica e, in gara, esclusivamente per tentare di ottenere il punto aggiuntivo del giro più veloce, ma ora lo scenario potrebbe cambiare sensibilmente.
Il vantaggio offerto da C4 e C5 potrebbe infatti spingere le squadre a puntare su un Gran Premio disputato principalmente su queste mescole, con il rischio però di dover effettuare una seconda sosta ai box a causa del degrado. Chi sceglierà invece la C2 potrà gestire uno stint più lungo in maniera relativamente tranquilla, programmando un solo cambio prima della bandiera a scacchi, ma a scapito della prestazione. L’impiego delle due mescole più morbide sarà sicuramente valutato con attenzione nelle tre sessioni di prove libere, quando le squadre avranno la possibilità di effettuare anche long run a pieno carico e verificare lo stato dei pneumatici. Non va dimenticato che storicamente il livello di graining in Messico è piuttosto accentuato, poiché l’aria rarefatta dovuta all’altitudine non permette alle vetture di sviluppare un carico aerodinamico adeguato. Su una pista che, peraltro, offre già poca aderenza per via del suo utilizzo limitato, i pneumatici tendono quindi a scivolare, favorendo la formazione del graining. Sarà inoltre interessante vedere se la maggiore resistenza al fenomeno delle mescole attuali, potrà contribuire a limitarlo e favorire quindi chi giocherà con la gestione delle gomme.
– foto ufficio stampa Pirelli –
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