ORSO MARIO CORBINO, CONDOTTIERO DELLA GRANDE FISICA IN ITALIA

Pietro Cignolini – genovese, scienziato di fama internazionale – professore a Messina e Palermo, maestro di tutti i radiologi della Sicilia, affermava che la “salinità mentale” dei siciliani non ha il pari in nessuna parte del mondo. Orso Mario Corbino è testimonianza paradigmatica di tale asserzione.

Fisico e uomo politico, raccolse attorno a sé un gruppo di giovani eccelsi scienziati, le cui scoperte mutarono le idee del mondo grazie allo sfruttamento dell’energia nucleare. Orso Mario Corbino nacque ad Augusta il 30 aprile 1876 da Vincenzo e Rosaria Imprescia, secondo di sette figli: anche il quarto dei fratelli, Epicarmo, fu uomo d’ingegno, divenne noto economista, professore all’Università di Napoli e – per un certo periodo, dopo la seconda guerra mondiale – ministro del Tesoro.

Corbino frequentò il liceo a Catania e si iscrisse all’Università di quella città: vi rimase solo un anno perché un amico e concittadino, lo persuase ad andare nella capitale dell’isola, dove avrebbe incontrato una scuola migliore.

A Palermo Orso Mario completò gli studi sotto la guida di Damiano Macaluso, uomo colto, autore di un buon testo di termodinamica, che conosceva bene le lingue e aveva rapporti con i principali fisici europei. Conseguita a soli vent’anni la laurea in fisica, Corbino andò a insegnare per qualche mese a Catanzaro, ove risiedeva il fratello carabiniere, ma tornò presto a Palermo ove fu docente per cinque anni al liceo Vittorio Emanuele.

Al tempo stesso frequentava il laboratorio di Macaluso ove svolgeva ricerche. Nel 1898, insieme a Macaluso, scoprì un effetto rotatorio indicato oggi come effetto Macaluso-Corbino riuscendo così ad acquistare, a circa ventidue anni, una reputazione internazionale. 

La lungimiranza, l’intuizione e la capacità scientifica di Corbino gli fecero comprendere l’importanza dei raggi X da poco scoperti. Egli fece acquistare un apparecchio radiologico, unico in una università italiana, insieme a Genova. Con Macaluso e con il clinico chirurgo Tansini fu mostrata a studenti, fisici e medici la sensazionale nuova invenzione. Il 15 gennaio 1896 il “Giornale di Sicilia” pubblicò l’articolo: “Una meravigliosa scoperta. La fotografia attraverso i corpi opachi.”.

In breve conseguì la libera docenza in Fisica sperimentale ed ebbe l’incarico di Matematica per i chimici. Apprezzato dal prof. Augusto Righi, allora reputato il massimo tra i fisici italiani, Corbino ebbe da questi manifestata stima ed amicizia: da allora la sua carriera si svolse rapida e brillante.

Corbino nel 1904 vinse due concorsi universitari, per elettrotecnica e fisica: optò per la fisica e divenne professore a Messina; scampato al catastrofico terremoto, che distrusse quella città, fu chiamato dall’Ateneo di Roma, per iniziativa del senatore prof. Pietro Blaserna.

Nominato senatore da Giolitti nel 1920; nel 1921 entrò per la prima volta nel governo come ministro della Pubblica Istruzione; nel 1923 fu nominato da Mussolini ministro dell’Economia Nazionale, pur non essendo iscritto al partito fascista, né allora, né successivamente, a testimonianza della sua indipendenza intellettuale. 

Corbino fu maestro e protettore di Fermi, creando la scuola fisica romana, ben nota con la dizione di “ragazzi di via Panisperna”, con riferimento a Segré, Amaldi, Rasetti, Majorana, Pontecorvo. In questo cenacolo accademico i professori erano chiamati con icastici soprannomi: Corbino era il celebre “padreterno”. Fu socio dell’Accademia dei Lincei, dell’Accademia d’Italia, dell’Accademia di Scienze Lettere e Arti di Palermo; presidente della Società italiana di fisica dal 1914 al 1919; presidente onorario della Società italiana di radiologia dal 1922 al 1936.

La lucidità mentale di Corbino trova sintesi icastica nel discorso inaugurale tenuto nel IV Congresso nazionale di Radiologia, a Bologna nel 1922: “Si è detto che nelle scienze le nozioni si distinguono in due grandi categorie: quelle che si apprendono e quelle che si comprendono”.

Era sua caratteristica saper raggiungere risultati importanti con mezzi semplicissimi. Fu forse l’unico in Italia ad aver compreso il significato straordinario della rivoluzione della nuova fisica dei “quanti”, da lui chiamati frammenti di energia.

La sua intelligenza scientifica era eccezionale. A queste doti dell’intelletto univa qualità umane non comuni. Egli diresse l’Istituto di fisica dell’Università principalmente a vantaggio degli allievi, tenendo sempre di mira i più elevati interessi della ricerca e della cultura nel nostro paese. Egli, purtroppo, mori giovane all’età di 61 anni, in seguito a una polmonite nel 1937.

Le sue splendide doti di uomo e di scienziato furono sintetizzate dal suo primo allievo, futuro Premio Nobel, Enrico Fermi: ” Credo di potere affermare che questi sentimenti siano comuni a tutti quanti lo hanno avvicinato: la sua affabilità, il modo intelligente ed arguto con cui riusciva talvolta a dire anche verità spiacevoli senza menomamente offendere, la sua assoluta sincerità, il reale interesse che Egli  provava per le questioni sia scientifiche che umane gli conquistavano subito simpatia e ammirazione”.

Le successive leggi razziali e la sconfitta italiana nella seconda guerra mondiale distrussero la eccelsa comunità dei “ragazzi di Panisperna”. Furono necessari lunghi e tormentosi anni per riscostruire la Fisica italiana.

Adelfio Elio Cardinale

 

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